A tutti è capitato di dover aspettare un ritardatario cronico, che ancora non si era presentato dopo ore dall’appuntamento stabilito. E se questo non vi fosse ancora successo, allora i ritardatari siete voi. Ma tranquilli, da oggi nessuno potrà farvene una colpa.
Se vi state chiedendo perché, ve lo diciamo subito. Il Wall Street Journal ha raccolto una serie di indagini utilizzate per spiegare scientificamente il motivo per cui alcune persone arrivano costantemente in ritardo: secondo il gruppo di ricercatori, che lavorano per lo psicologo Jeff Conte alla San Diego State University, i ritardatari basano la loro vita su minuti che durano 77 secondi.
L’articolo, apparso sul Wall Street Journal, e ripreso poi da molte testate internazionali, individua due specifiche categorie in cui sono divisi gli esseri umani: quelli che rientrano nel tipo A sono i precisi, i puntuali e i competitivi, mentre quelli di tipo B rappresentano, per l’appunto, i ritardatari.
Per comprendere meglio: “Il tipo B ha addirittura un orologio mentale diverso, dove le lancette si muovono più lentamente. Il tipo A organizza la sua vita come se un minuto durasse 58 secondi, per il tipo B invece dura ben 77 secondi. Un divario del 30% nella percezione del tempo è sostanziale”.
Ma non solo, sull’articolo si legge anche: “La stessa squadra di ricercatori ha sottoposto ad alcuni esperimenti 181 addetti alla metropolitana di New York, scoprendo che i ritardatari cronici spesso sono anche i malati del multi-tasking sempre indaffarati a fare due o tre cose simultaneamente: la mancanza di puntualità coincide con un difetto di concentrazione.

Come appare quindi chiaro, i ritardatari non sono tali per maleducazione o per mancanza di rispetto verso gli altri, ma lo sono – semplicemente – perché sbagliano sempre a fare i calcoli sul tempo che si impiega per svolgere una determinata attività, qualunque essa sia.
Si tratta, quindi, di un problema che concerne la carenza previsionale che “affligge” gli individui di tipo B, che sembra vivano in un universo temporale differente in cui la percezione del tempo risulta essere difettosa. Ecco il motivo di tutti i loro “scusa, ma c’era tanto traffico”, o “non ho guardato l’orologio, per questo sono in ritardo”.
Un problema, quello dei ritardatari, che si potrebbe eliminare utilizzando una tecnica di “scomposizione” di tutte le attività da fare prima di un determinato impegno. Immaginare e calcolare (il più precisamente possibile) quanto tempo ci vuole per fare tutto ciò che si deve fare prima dell’appuntamento, aiuterebbe a fare una previsione più realistica, che permetterebbe ai ritardatari cronici di arrivare puntuali.
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