Lo studente fuori sede. Perché? Un fenomeno sempre più in crescita: scappare di casa per studiare lontano dalla propria famiglia aiuta a rendere più maturi e a lottare per i propri sogni.

Cervelli in fuga

Il 22% degli studenti delle università di Milano, 52.957 persone, è fuori sede. Secondo i dati dell’Osservatorio Studenti del Ministero dell’Istruzione, l’Università di Milano con il maggior numero di studenti fuori sede in rapporto al totale degli studenti è la Bocconi con il 70%, seguita dal San Raffaele con il 44%; e poi ancora Iulm (43%), Cattolica (39%), Politecnico (37%), Statale (17%) e per ultima la Bicocca (13%). Ma non solo Milano: anche Torino, Bologna, Trento, Udine, Pisa, Roma tra le città – e le università – più scelte.

Quando si parla di “studenti fuori sede”, nell’immaginario comune e nella cultura popolare ci sono carovane di meridionali alle prese con la valigia di cartone e mille sogni in testa che partono all’avventura per un viaggio – si spera – senza ritorno. Niente di tutto ciò. In realtà è il Piemonte a fornire il maggior numero di studenti a Milano: circa 7055. Seguono Puglia (4834), Sicilia (4626), Emilia-Romagna (4328) e Veneto (3840).

Dopo il diploma scappo di casa

Finita la maturità si scappa di casa. Indipendenza, interessi personali ed egoistici, prospettive future, sogni, obiettivi, aspirazioni, desideri, nullafacenza. Tra le tante motivazioni possibili, lo studente fuori sede è un ragazzo che decide di abbandonare tutto, lasciare amici, famiglia, punti di riferimento essenziali nell’adolescenza e nella crescita formativa dei “teen”, abitudini, tradizioni, contatti, per rincorrere una meta su cui fare touchdown.

Dopo il diploma, gli studenti ancora spaesati e al primo bagno di sole post-esami, armati di depliant informativi, libri per preparare i test di ammissione e con la mente già proiettata ad ottobre e alla nuova vita, vengono avvolti dallo spasmo pre-universitario tipico del fuori sede: dove andrò a vivere? Sentirò la mancanza dei miei? Posto nuovo, vita nuova? Quanto spenderemo, come funzionerà l’Università, come si studia, chi incontrerò?

Chi è lo studente fuori sede

In rapporto pubblicato dalla Banca d’Italia qualche mese fa si leggeva che più di tre quarti degli studenti fuori sede proviene da famiglie con redditi superiori ai 50 mila euro all’anno. Rate esorbitanti, soprattutto per l’istruzione privata: tra Università, vitto e alloggio, la spesa media di una famiglia di un fuori sede si aggira intorno ai 10/11 mila euro l’anno. Senza contare il “vivere quotidiano”, i libri e gli extra. Per non parlare di chi ha più di un figlio fuori sede “a carico”.

“È un grosso sacrificio, – dice Rosaria Puglisi, una delle tante mamme di figli fuori sede – un sacrificio che sono disposta a fare per dare un futuro a mio figlio. Se avessi io 18 anni e la possibilità di andarmene lo farei. Non è solo un investimento. È il più importante degli investimenti per una famiglia”.

Perché partire

Il 70% dei “nuovi studenti” vive per un sogno: medico, ingegnere, avvocato, psicologo, giornalista. Non solo obiettivi di vita per accontentare il “papi” dal verdone sempre pronto in saccoccia.
Si tratta di passioni, amori che nascono fin dai primi respiri a contatto con una nuova realtà che all’inizio brucia nelle narici; si tratta di sogni così grandi che in cassetto non entrano più: servono armadi interi, spazi infiniti. Si tratta di emozioni che non hanno le giuste parole per essere descritti. Ambizioni così in alto da doversi mettere in punta di piedi per sfiorarle appena. E per un grande obiettivo servono grandi sacrifici. Si parte, si va lontano, si punta sempre al meglio. Perché ricevere la migliore delle istruzioni non basta: servono anche indipendenza, organizzazione, maturità, coraggio, forza. Perché non tutti riescono a vivere 9 mesi l’anno senza l’affetto di una famiglia, senza gli amici “per la pelle”, nella solitudine di un monolocale o nell’ipocrisia di un appartamento tra coinquilini nevrotici e lotte per correre in bagno prima degli altri. Non tutti ci riescono. È come se fosse una lotta per la sopravvivenza, una selezione naturale. Il pesce grande mangia il pesce piccolo, così come chi ci crede ce la fa.

Dove vivere

La prima preoccupazione per uno studente fuori sede è senza dubbio quella di cercarsi una sistemazione dignitosa.
Sono in pochi quelli che possono accedere agli alloggi universitari: tra residenze, collegi e stanze, la caccia al “posto sicuro” è una sfida all’ultimo sangue; costi elevatissimi ma tante opportunità di crescita. Il resto degli studenti fuori sede si deve mettere d’impegno per trovare bilocali a buon prezzo, coinquilini affidabili e buona posizione strategica.

Gestire al meglio il tempo

“La sessione inizia a giugno, adesso siamo ad aprile e non apro libro”, non funziona esattamente così. Soprattutto per quantitativi improponibili di libri e pagine da studiare “prima si inizia meglio è”. A volte faremo dei conti assurdi, al limite della psicopatia: “Se faccio 30 pagine in un giorno, allora faccio 210 pagine in una settimana, calcolando che mi serve un giorno per ripetere tutto il programma e un’altra mezza giornata per rivedere gli appunti, allora la radice cubica di pi greco elevato alla meno 18 fratto l’integrale del coseno di alfa meno arcotangente di beta mi darà la circonferenza della Terra”. Mai ridursi all’ultimo momento, maledirete i “non studio per oggi, inizio settimana prossima”.

Contro

Spese, tante spese. Soldi, uscite impreviste, bancomat ancora fumante, abbonamento metro sempre in tasca, cambio di vestiti, pacchi di cibo e suppellettili vari ogni mese, una chiamata al giorno – minimo – per sapere se anche oggi ti sei ricordato di respirare. Lontananza, “amici” che si scorderanno di te , spesa al supermercato e ogni tipologia di raccolta punti, fotocopie di libri e appunti, spaccio di dispense come fossero caramelle, viaggi di andata-ritorno per Natale, Pasqua e varie ed eventuali. Frigo sempre vuoto e pizza-standard in sessione d’esame.

Pro

Tutto il resto. La vita della grande città metropolitana, le prospettive del futuro, le grandi opportunità e le nuove esperienze che, mesi fa, neanche ti sognavi di fare. Comprendere il vero senso delle amicizie, dei sentimenti. Il conto alla rovescia per ritornare a casa.