«Sono ancora frastornata. Sto vivendo emozioni fortissime». Esordisce così Valentina Romani al telefono, prima di cominciare questa intervista. L’emozione a cui fa riferimento è quella vissuta la sera prima (il 23 marzo 2016, N.d.R.), durante la grande anteprima romana del film che la vede protagonista e che segna anche il suo esordio sul grande schermo. In poco più di un anno, Valentina, classe 1996, è passata infatti dall’essere un’attrice alle prime armi ad un astro nascente del nostro cinema. In mezzo ci sono tante serie tv di successo targate Raiuno, da Questo è il mio paese a Tutto può succedere, e il suo primo vero ruolo da protagonista al cinema, arrivato grazie ad Ivan Cotroneo che l’ha scelta per interpretare Blu, uno dei tre personaggi chiave attorno a cui ruota la trama di Un bacio, in sala dal 31 marzo. Le difficoltà dell’adolescenza, le prime volte, la ricerca della felicità sono i temi portanti di questa storia (tratta dall’omonimo libro di Cotroneo, edito da Bompiani), che unisce dramma e leggerezza affrontando anche tematiche particolarmente attuali e delicate come il bullismo e l’omofobia tra gli adolescenti. Valentina è Blu, una sedicenne che come tante deve confrontarsi a malincuore con un’etichetta scomoda. Perché il bullismo non è solo quello fisico. Non a caso, ad accompagnare il film è stato scelto il nuovo singolo di Mika, “Hurts”. Una canzone che si schiera proprio contro il bullismo e la discriminazione verbale. Perché le parole, quelle sbagliate, provocano ferite ancora più profonde di un pugno o di un ceffone. Ed è proprio quello che Valentina ha capito girando questo film: anche le parole contano. Durante l’intervista Valentina ne ripeterà spesso una: “incredibile”. Del resto, è pur sempre una ragazza giovanissima che sta vivendo un sogno eterno e colmo di emozione: il cinema.

Dopo tanta tv, finalmente il tuo primo ruolo da protagonista in un film.
Come stai vivendo questo momento?

È difficile da descrivere, non riesco quasi a trovare le parole. Tendo ad essere sempre una maniaca del controllo di fronte a queste cose, ma quando abbiamo presentato il film in anteprima a Roma mi si è completamente annebbiato il cervello. Vedere che tutte quelle persone erano lì, anche per me, mi ha emozionato molto.

Parliamo di Blu, il personaggio che interpreti in ‘Un bacio’. Un personaggio, che a differenza degli altri, non era presente anche nel libro?

Blu è etichettata come “la ragazza facile della scuola” solo perché è fidanzata con un ragazzo più grande di lei; viene da una buona famiglia, che un po’ la fa soffrire ed ha un rapporto particolare con i genitori, e soprattutto con la madre. Blu è un personaggio che racchiude in sé tanta forza ma anche molta debolezza e nel corso del film intraprende un percorso di crescita, soprattutto a livello umano, perché grazie all’amicizia che si viene ad instaurare con Lorenzo e Antonio, riesce a trovare uno spiraglio di luce nella sua triste adolescenza. E man mano che Blu cambia, cambia anche il rapporto che ha lei con il mondo e con sua madre. Ivan Cotroneo è stato molto bravo in questo, ha raccontato il rapporto che i ragazzi hanno con i propri genitori senza metterli troppo all’angolino. I protagonisti sono sempre i ragazzi ma anche gli adulti hanno una certa rilevanza.

Valentina Romani e Simonetta Solder in 'Un Bacio' / Credits: Gianni Fiorito / Luckyred
Valentina Romani e Simonetta Solder in ‘Un Bacio’ / Credits: Gianni Fiorito / Luckyred

‘Un bacio’ racconta una generazione molto vicina alla tua. A quali esperienze personali ed emozioni hai attinto per calarti nei panni di Blu?

Mi sono innamorata subito di Blu subito, appena ho letto la sceneggiatura. Non ho avuto paura ad interpretarla anche perché devo dire che Ivan mi è stato di grande aiuto. Mi ha consigliato alcuni film da guardare, tra cui “Six Acts” un film israeliano molto bello, e poi ha fatto un grande lavoro per aiutarci a preparare i nostri personaggi. Quando siamo arrivati ad Udine (la città in cui è ambientato il film, n.d.r.), una settimana prima di iniziare a girare, ognuno di noi ha trascorso del tempo nella casa in cui avrebbero vissuto i personaggi nel film, per ambientarci il più possibile.
Per fortuna nella mia adolescenza non ci sono stati episodi di bullismo a cui poter attingere per cercare una sorta di aiuto “emotivo”. L’unica cosa che ho potuto fare è stata quella di guardarmi molto intorno. Per cui, ti dico, i “sedici anni” sebbene sembrino molto vicini anagraficamente, in realtà sono anche molto lontani perché le abitudini cambiano rapidamente da una generazione all’altra.

Blu scrive lettere a sé stessa da grande, per essere sicura di non dimenticare mai quanto faccia schifo l’adolescenza. Della tua di adolescenza che ricordi, belli o brutti, vuoi portare nella tua vita da adulta?

Se penso ai miei sedici anni ho ricordi belli, sono stati anni tranquilli. Chiaramente come tutti gli adolescenti ho sofferto per amore, ho litigato con le mie migliori amiche e con i miei genitori, ma non c’è qualcosa che mi abbia fatto particolarmente male. Questa cosa dello scrivere è una cosa che abbiamo in comune io e Blu, anche se rimpiango di aver cominciato tardi a farlo, subito dopo il liceo. L’unica differenza è che Blu scrive a sé stessa da grande, io invece no, annoto semplicemente i pensieri del presente, anche se in fondo il fine è lo stesso. Rileggere da grande com’ero a 18 anni.

Credits: Gianni Fiorito / Luckyred
Credits: Gianni Fiorito / Luckyred

E di Blu, invece, cosa ti porterai dietro?

Sono stata molto fortunata ad aver trovato compagni di set e di lavoro carinissimi come Leonardo Pazzagli e Rimau Grillo Ritzberger, con cui mi sono trovata subito in sintonia. E non è una cosa troppo scontata, perché quando passi così tanto tempo insieme su un set, 24 ore su 24, possono crearsi tensioni. Invece abbiamo lavorato benissimo insieme. Noi tre siamo molto diversi, ed è proprio questa nostra diversità ad averci legato così tanto e a farci divertire. Blu mi ha insegnato a difendere il mio corpo di femmina. Ed anzi, come ho già detto, vorrei fare un appello a tutti, ma soprattutto alle ragazze, perché hanno il privilegio di poter portare dentro di sé un’altra vita. E questo già basta a farci capire quanto sia importante il nostro corpo e quanto dobbiamo esserne gelose. Anche perché è uno soltanto, per tutta la nostra vita. Ed è davvero il dono più grande che ci abbiano mai fatto. E questo spesso viene sottovalutato. Blu invece mi ha insegnato ad accorgermene e a proteggerlo.

‘Un bacio’ affronta tematiche come l’omofobia e il bullismo, anche quello verbale che spesso è peggio. Del resto anche la canzone di Mika, “Hurts”, che fa da colonna sonora del film, parla proprio di quanto anche le parole possono ferire. Girare questa storia su cosa ti ha fatto riflettere?

“Un bacio” mi ha aperto gli occhi su qualcosa che io davo per scontato, e che mi rendo conto anche gli altri danno per scontato: le parole. E la canzone di Mika è un po’ l’emblema di ciò, proprio perché dice che anche una sola parola può ferire, ed è vero. Non serve un pugno in pancia o essere messi alla pubblica gogna per essere bullizzati, spesso anche una parola detta o un invito mancato ad una festa può provocare sofferenza in un adolescente. Perché quando già ci sentiamo soli, se i nostri coetanei ci emarginano è ancora più difficile; perciò l’invito per i giovani è quello di dare il giusto peso alle parole che vengono dette ogni giorno.

L’hashtag che accompagna il film è #lamiciziatisalva. Può l’amicizia, da sola, essere un antidoto efficace al bullismo?

Ho sempre creduto che gli amici sono la famiglia che ti scegli e che l’amicizia sia una via di fuga se vogliamo. Non sempre si ha il coraggio di parlare con i propri genitori o comunque con gli adulti delle cose che ci fanno soffrire, mentre è più facile farlo coi nostri coetanei, non sempre. A volte anche con i propri coetanei si ha paura di essere giudicati e non essere accettati per quello che si è. Però sì, ci credo che l’amicizia ti salva.

Guardando il tuo curriculum, colpisce il fatto che in poco più di un anno sei passata dall’essere un’attrice sconosciuta ad un volto noto del piccolo schermo. E ora arriva anche il debutto al cinema. In questa altalena di emozioni cosa ti fa restare coi piedi per terra?

Immaginati di sognare di andare sulla luna e il giorno dopo ti ci trovi: non ci credi! Ecco come vivo questo momento. Però ci sono tante piccole a farmi restare coi piedi. Innanzitutto c’è la promessa che ho fatto ai miei genitori, quella di rimanere sempre me stessa, e anche un po’ il fatto di non essere ancora arrivata ma di essere solamente all’inizio e, quindi, faccio tesoro di questa esperienza che porterò dentro con me sempre, perché come si dice “la prima volta non si scorda mai”. E, poi, soprattutto, a differenza di alcune mie amiche, ho avuto la grande fortuna di essere uscita dal liceo avendo le idee già chiare sul mio futuro, senza perdere mai di vista il mio obiettivo e questa è una cosa che mi gratifica nel profondo.

Da sx: Leonardo Pazzagli, Valentina Romani, Rimau Grillo Ritzberger / Credits: Gianni Fiorito/Luckyred
Da sx: Leonardo Pazzagli, Valentina Romani, Rimau Grillo Ritzberger / Credits: Gianni Fiorito/Luckyred

Quando studiavi per diventare attrice, come te lo immaginavi il tuo debutto da protagonista sul grande schermo?

Lo sognavo ma onestamente non avrei mai immaginato arrivasse così presto. Mi vedevo magari a trent’anni, ancora non riesco a crederci. E la metafora del viaggio sulla luna è calzante. Ti sembra impossibile, perché sai che è lontana, però poi quando la raggiungi non puoi credere di essere riuscita a fare qualcosa, che magari fino al giorno prima potevi solo sognare. È indescrivibile, non ci sono parole ma forse solo perché ce ne sono troppe.

A proposito di sogni, ne hai ancora uno chiuso nel cassetto?

Sono una grande sognatrice , di sogni ne ho tantissimi e non saprei sceglierne uno perché spero di realizzarli tutti, un giorno. Ho sempre creduto che il cinema fosse la casa delle emozioni. Ogni volta che vado al cinema spero che il film che sto andando a vedere mi lasci qualcosa, mi faccia battere il cuore. Quindi mi auguro questo: di poter fare film che emozionino le persone e avere la possibilità di essere libera di scegliere di fare quello che mi piace. Perché nel mondo in cui viviamo oggi non è così scontato e, spesso si è portati accettare ruoli che non avremmo mai accettato, ma lo facciamo per una serie di circostanze che non dipendono da noi. Invece io spero di poter continuare ad essere libera di scegliere con il cuore.

In quali progetti ti vedremo prossimamente impegnata?

Ora sono a Trieste a girare una serie per Rai Uno diretta da Carmine Elia, una fiction poliziesca in sei puntate con Gabriella Pession e Lino Guanciale. Finirò all’inizio di questa estate. Poi si vedrà, insomma. Ci sono tanti bei progetti che partono e spero anche solo di riuscire ad avvicinarmi ai provini.