Non è mai troppo presto per parlare di Oscar 2016. Anche se mancano ancora sei mesi. È vero che esiste una “Awards Season”, una stagione dei premi tutta eventi, statuette e red carpet, ma in realtà la corsa agli Academy Awards dura tutto l’anno, seppur con qualche pausa da quella mania collettiva che esploderà in tutto il suo fascino e glamour la notte del 28 febbraio 2016. L’estate, neanche a dirlo, è il momento caldo. Gran parte dei probabili contenders si apprestano ad uscire in sala. Alcuni sono già stati presentati al Festival di Cannes a maggio. Ma la Croisette è solo una “soft start” della stagione dei premi, che entra nel vivo con Venezia (2-12 settembre) e Toronto (10-20 settembre). Sono questi gli eventi chiave, quelli da segnare in rosso sul calendario dell’industria cinematografica. Perché è da qui che inizia il chiacchiericcio su quei film in odore di statuetta, che di lì a poco si trasformerà nel più classico degli “Oscar buzz”, che se abbastanza forte, spingerà i candidati fino alla notte delle stelle.

Black Mass / Credits: Warner Bros
Black Mass / Credits: Warner Bros

In poco più di dieci giorni, il 2 settembre, il festival del cinema di Venezia prenderà il via, alzando ufficialmente il sipario sulla stagione delle premiazioni. Qualche anno fa sembrava che Toronto, con la sua vicinanza ai più redditizi mercati del Nord America, stesse completamente schiacciando il suo più venerabile rivale italiano. Tuttavia, nelle ultime edizioni, la kermesse lagunare si è affermata e ha consolidato la sua forte presenza nel circuito dei festival internazionali, assicurandosi “Birdman” come opener l’anno scorso, e “Gravity” nel 2013. Quest’anno la 72ma edizione del Festival Internazionale di Venezia si presenta ai nastri di partenza con “Everest” dell’islandese Baltasar Kormákur con Jake Gyllenhaal. Scritto da Simon Beaufoy (premio Oscar nel 2008 “The Millionaire”) e William Nicholson (nominato nel 2001 per “Il Gladiatore”), il film segue un gruppo di scalatori sorpresi da una tempesta sulla montagna. In anteprima mondiale, ci sarà pure “Black Mass”, biopic sul gangster irlandese James “Whitney” Bulger (interpretato da Johnny Depp) e della sua insolita collaborazione con l’FBI per eliminare la mafia italiana; “Spotlight” di Tom McCarthy racconta, invece, gli abusi sui minori nella diocesi cattolica scoperti nel 2003 da un gruppo di giornalisti del Boston Globe tra cui Walter Robinson (Michael Keaton) che per questo reportage vinse il Premio Pulitzer. Nessuno dei tre sarà in competizione per il Leone d’oro ma altre due importanti anteprime mondiale sì: “The Danish Girl”, dramma diretto da Tom Hooper e con Eddie Redmayne che punta decisamente all’Oscar numero due calandosi nella storia dell’artista Einar Wegener, che negli anni venti, decise di diventare donna e cambiare il suo nome in Lili Elbe; “Beasts of No Nation”, dramma sui bambini soldato in Africa diretto da Cary Fukunaga con Idris Elba, primo film interamente prodotto e distribuito da Netflix.

The Danish Girl / Credits: Focus Features
The Danish Girl / Credits: Focus Features

La lineup della 40esima edizione del Toronto International film festival non è certo da meno a quella veneziana, a conferma che la kermesse canadese sta cercando di riconquistarsi la sua reputazione di trampolino di lancio della corsa agli Oscar, riguadagnando terreno sui suoi rivali. Oltre ai film che saranno già al Lido, il TIFF potrebbe consolidare le speranze Oscar di pellicole come: “Freeheld”, con Julianne Moore (la cui cavalcata all’Oscar con “Still Alice” iniziò proprio da qui l’anno scorso), protagonista della storia vera di una poliziotta malata di cancro che insieme ad un carismatico avvocato (Steve Carell) combatte affichè la sua partner (Ellen Page) possa avere diritto alla sua pensione; “Trumbo”, con Bryan Cranston al suo primo ruolo importante dopo la fine di “Breaking Bad”, quello dello sceneggiatore Dalton Trumbo, finito sulla lista nera per le sue convinzioni politiche. Toronto presenterà in anteprima anche “The Program,” biopic sulla parabola del ciclista Lance Armstrong con Ben Foster diretto da Stephen Frears, e “Sicario” del canadese Denis Villeneuve che potrebbe entrare nella partita Oscar, per l’interpretazione di Emily Blunt, l’agente dell’FBI al centro di una guerra tra narcotrafficanti e polizia; lo stesso vale per “Legend,” con Tom Hardy che interpreta due gemelli criminali nella Londra degli anni ‘50 e ’60, una doppia interpretazione che gli potrebbe fruttare almeno una nomination come migliore attore.

The Martian / 20th Century Fox
The Martian / 20th Century Fox

Il dramma ungherese sull’Olocausto, “Son of Saul”, dell’esordiente Laszlo Nemes, molto apprezzato a Cannes, potrebbe far partire da qui la sua candidatura a miglior film straniero mentre, secondo molti, “The Martian”, l’avventura di fantascienza firmata da Ridley Scott con Matt Damon, potrebbe ricalcare le orme di “Gravity” che dopo essere passato per Toronto divenne, inaspettatamente, un importante contendente agli Oscar, l’anno successivo. Dal primo lotto di pellicole annunciate al TIFF alcuni dei contenders più accreditati sono rimasti fuori ma, non è escluso che verranno annunciati più in là, oppure semplicemente le loro strategie puntano verso direzioni diverse. Tra questi: “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino; “Joy” di David O’ Russell ancora in coppia con Jennifer Lawrence nei panni di Joy Mangano, la casalinga americana che inventò il “Miracle Mop”; “By the Sea” di Angelina Jolie di cui è anche interprete insieme al marito Brad Pitt; “The light between Oceans” di Derek Cianfrance; “Snowden” biopic sull’ex tecnico della CIA Edward Snowden di Oliver Stone; “I saw the light” biopic sull’artista country Hank Williams.

Steve Jobs / Credits: Universal Pictures
Steve Jobs / Credits: Universal Pictures

Altri pezzi di quel grande puzzle che è la Awards Season includono: “The Walk” di Robert Zemeckis, sul funambolo Philippe Petite che attraversò su un filo le Torri Gemelle; “Steve Jobs” di Danny Boyle scritto da Aaron Sorkin con Michael Fassbender; il biopic di Miles Davis, “Mile Ahead”, di Don Cheadle; “Brigde of Spies” di Steven Spielberg, thriller ambientato durante la Guerra Fredda con Tom Hanks, tutti e quattro al New York Film Festival (25 settembre – 11 ottobre). Alcuni senza collocazione festivaliera, ma tutti assolutamente da tenere d’occhio: “Carol” di Todd Haynes e “Macbeth” di Justin Kurzel, entrambi già presentati a Cannes; “Crimsom Peak”, horror di Guillermo Del Toro; “Everybody wants some” del regista del capolavoro “Boyhood”, Richard Linklater; “In the heart of the sea” il thriller storico di Ron Howard; “Money Montser” di Jody Foster; “Truth” di James Vanderbilt sullo scandalo Rathergate; “Inside out”, nuovo film di animazione della Disney/Pixar; “Suffragette” di Sarah Gavron con Meryl Streep, nei panni di Emmeline Pankhurst, attivista britannica alla guida del movimento suffragista femminile; “The Revenant”, western d’epoca di Aljandro G. Inarritu con Leonardo Di Caprio, che nella sua carriera non ha mai vinto un Oscar. Sarà questa la volta buona?

[Credit Foto Cover: Davidlohr Bueso/Flickr]