Vivere viaggiando, alla scoperta di nuovi paesaggi e culture, affrontando ogni giorno come un’avventura. Dal 2011 è questa la vita che hanno intrapreso Ilaria Vitali e Francesco Battilani, entrambi 44 anni e sposati, i quali hanno abbandonato “gli agi” della vita sedentaria per la libertà di un percorso alla scoperta continua del “diverso” che condividono con il web attraverso il blog di Ilaria. Il Giornale Digitale li ha contattati per i suoi lettori e la coppia, malgrado gli impegni e i problemi “di connessione”, ha gentilmente accettato di rispondere alle nostre domande, lasciando anche qualche consiglio per chi, come loro, vuole intraprendere questa straordinaria avventura.

Vi va di spiegare ai lettori de Il Giornale Digitale il vostro stile di vita?

La nostra vita è all’insegna del viaggio inteso come conoscenza e come condivisione. Andando in controtendenza rispetto ai nostri antenati che sono passati ad uno stile di vita stanziale, noi abbiamo scelto il nomadismo moderno.

Come è nata questa avventura?

E’ un’avventura, se così vogliamo definirla, nata da un desiderio condiviso di non avere vincoli o legami e di conoscere il mondo.
Abbiamo sempre viaggiato e quando abbiamo potuto permettercelo abbiamo dedicato al viaggio anche due/tre mesi continuativi; ogni volta tornare era sempre più dura e ogni volta ciò che trovavamo al nostro rientro peggiorava. Così una delle ultime volte abbiamo deciso di partire e di non tornare più, se non per brevi periodi durante i quali visitiamo le rispettive famiglie. E a distanza di 3 anni direi che non siamo affatto pentiti.

[Photo Credits: Ilaria Vitali e Francesco Battilani]
[Photo Credits: Ilaria Vitali e Francesco Battilani]
Come sono le vostre giornate tipo?

A dispetto di qualsiasi coordinata, vi sono cose che sono fondamentali nella nostra giornata come il caffè del mattino (da bravi italiani). Per il resto dipende da dove siamo in quel preciso momento. Viaggiando per lo più in paesi tropicali o comunque molto caldi, cerchiamo di sfruttare la mattina per escursioni e spedizioni. Il pomeriggio generalmente è dedicato alla post produzione: blog da aggiornare, foto da scaricare, video da montare, pagine da scrivere. Vi sono momenti di incontro con gente del luogo, il confronto e la condivisione sono fondamentali e sono un completamento del nostro percorso. Generalmente, quando abbiamo un ritmo piuttosto serrato, dedichiamo la domenica al relax totale e quindi alla spiaggia se c’è o semplicemente alla lettura, al riposo, all’ozio puro e semplice. Oltre al caffè del mattino che apre la giornata, il rituale che non manca quasi mai è un brindisi al tramonto, che rappresenta la chiusura della giornata e più di tutto uno spettacolo irrinunciabile. Vivendo tanto ai tropici abbiamo avuto la fortuna di assistere a tramonti mozzafiato. Il contatto con la natura è un elemento essenziale delle nostre giornate, natura che rispettiamo e che cerchiamo di conoscere nelle sue diverse declinazioni. Siamo passati da foreste tropicali a sierre semidesertiche e ogni volta la sorpresa è stata appagante.

Vi va di raccontarci qualche aneddoto dai vostri viaggi, qualche episodio che vi ha colpito particolarmente?

Di aneddoti ve ne sarebbero molti, alcuni legati al nostro aspetto piuttosto inusuale.
Ad esempio ricordo di quella volta in India, all’aeroporto di Delhi, quando sono uscita da una perquisizione di routine. Uomini e donne infatti attraversano i controlli separatamente, le donne in particolare vengono fatte entrare in una cabina chiusa affinché una donna poliziotto possa perquisirla lontano da sguardi indiscreti.
Quando sono uscita dalla cabina ho visto mio marito circondato dai militari armati e la gente ferma dietro di loro in attesa di passare il controllo, momentaneamente bloccato. Preoccupata mi sono avvicinata per vedere cosa fosse successo, nei paesi orientali non puoi mai sapere, a volte anche solo un capo di abbigliamento può irritare la polizia e invece tutti i militari stavano sorridendo e chiedendo a mio marito dei tatuaggi e degli impianti sotto pelle che portiamo entrambi. Insomma, avevano bloccato la fila dei controlli per soddisfare una curiosità impellente. Il tutto con atteggiamento assolutamente rispettoso e divertito.

Qual è il luogo che più vi è rimasto nel cuore?

Francesco: la Thailandia senza dubbio. Anche se al momento attuale stiamo girando un documentario in Abruzzo e la bellezza della gente, oltre che della natura, sta mettendo a dura prova questa scelta. E considerate che qui non fa caldo! Come dicono gli aquilani: 11 mesi di freddo e 1 mese di fresco.

Ilaria: io vivo molto di immagini. C’è in realtà più di un posto che mi è rimasto nel cuore. Krabi in Thailandia, una casa su un lago in mezzo alla foresta nel sud dello Sri Lanka dove abbiamo vissuto per un anno circa e una zona semidesertica ma sul mare in Messico. Questa dell’Abruzzo è un’avventura nuova che mi entusiasma ma so già che dovrò aggiungere un posto in più nel cuore!

[Photo Credits: Ilaria Vitali e Francesco Battilani]
[Photo Credits: Ilaria Vitali e Francesco Battilani]
Vi manca mai l’Italia, la vostra città e i vostri amici e parenti?

Personalmente l’Italia è sempre nel cuore e purtroppo vedere il deterioramento di un Paese così bello e potenzialmente completo come il nostro fa molto male.
Parma, che è un gioiellino di arte storia e cultura, ha subìto una profonda trasformazione, soprattutto a livello sociale, mi sto riferendo ai rapporti umani.
L’impoverimento non è solo nelle tasche ma anche nell’anima. Difficile sorridere quando si è tartassati dalle tasse o dai problemi in generale, difficile essere gentili quando si lavora 10 ore al giorno tutti i giorni per uno stipendio da fame, ma è il cane che si morde la coda. E’ una spiegazione molto semplicistica ma piuttosto realistica: i datori di lavoro sono vittime come i lavoratori, per bene che vada rimane il clima amichevole dell’ambiente lavorativo, spesso nemmeno quello.

Il nostro set culturale e religioso non ci porta a fare come gli orientali, che con incredibile spirito di rassegnazione accettano tutto quello che viene con il sorriso sulla faccia, sorriso sincero nella stragrande maggioranza dei casi. Detto questo, la gentilezza e la cortesia comunque non dovrebbero mai mancare e purtroppo ultimamente sono le due caratteristiche che scarseggiano di più.
Quanto ad amici e parenti la mancanza è oggi piuttosto compensata dalle comunicazioni, anche se pensare all’enorme distanza che ci separa per così tanto tempo e con fusi orari sempre diversi fa un po’ impressione.

Cosa avete capito del mondo e delle persone durante i vostri viaggi?

Noi ci siamo posti in una perenne situazione di ospiti e di conseguenza abbiamo sviluppato una forma di rispetto che ci consente di assorbire molto delle diverse culture e ci ha consentito di rafforzare un grande spirito di osservazione.
Del mondo e delle persone abbiamo quindi capito che non esiste cultura dalla quale non imparare qualcosa. Il mondo è un fantastico caleidoscopio fatto delle diverse declinazioni dello stesso tema: la vita.

E nella vita includiamo anche le persone. C’è tutto e nulla da capire, dipende quanto a fondo si desidera andare.

[Photo Credits: Ilaria Vitali e Francesco Battilani]
[Photo Credits: Ilaria Vitali e Francesco Battilani]
Ilaria, cosa è per te la scrittura? Quanto è importante nella tua vita di tutti i giorni?

La scrittura è un mezzo di comunicazione, spesso un modo per (far) sognare. Fin da piccola inventavo storie nelle quali mi rifugiavo, le pensavo prima di addormentarmi, le proseguivo durante il giorno nella mia mente, solo più tardi, a 10 anni, ho cominciato a metterle su carta. Non esiste giornata in cui io non scriva, da appunti a frasi a brevi promemoria e sinceramente per me è talmente naturale che scrivere non rappresenta un’azione premeditata, semmai un prolungamento della mia mente.

Se dovessi scrivere tutto quello che mi passa nella testa avrei bisogno di montagne di carta o di una buona ram di memoria sul computer!

Ora sto scrivendo il mio secondo romanzo che spero di poter pubblicare prima della fine dell’anno. Il primo, “Dietro lo Steccato”, ha ottenuto molti consensi e mi ha in un certo senso dato la carica a voler vedere pubblicato anche il secondo.

Cosa c’è nel vostro futuro, le vostre prossime tappe?

Il futuro è un concetto per noi piuttosto provvisorio.

Decidiamo mete e tempistica a volte in pochi giorni, non ci serve troppo preavviso per fare i bagagli e partire, l’unica cosa che ci può fermare è l’ottenimento di un visto di ingresso, che però spesso è fattibile on line e con tempi di concessione molto rapidi.
Ilaria al momento attuale sta terminando il suo secondo libro e come abbiamo fatto fino a prima di questa pausa italiana necessaria per presentare il primo, seguiremo la nuova storia spostandoci nei paesi in cui prende vita.

Prima di ripartire oltre Oceano, abbiamo deciso di realizzare un progetto particolare, una serie di corti intitolata “Il cappello di Enea”, da realizzarsi in un mese almeno in Abruzzo, in provincia de L’Aquila.
Enea era un aquilano vecchio stampo, nonno di uno dei nostri migliori amici, un uomo che per 90 anni ha calpestato queste terre e di cui abbiamo visto solo la coppola, ora indossata dal nostro amico. Attraverso questo documentario suddiviso in mini clip vogliamo rendere omaggio a lui e a questa meravigliosa terra che nonostante il terribile e devastante terremoto, è ancora in piedi e ti accoglie a braccia aperte. Le riprese saranno effettuate non solo via terra ma anche e soprattutto via aerea.

Esiste un posto di cui vi siete innamorati e per il quale sareste disposti a smettere di viaggiare?

Il mondo è talmente bello che ogni posto meriterebbe una vita vissuta, o quasi.

La Thailandia ci è particolarmente cara, è una di quelle terre che non dimentichi facilmente, in cui hai l’illusione di poter vivere felice tutta la vita. Forse è proprio perché la pensiamo così che non vogliamo rischiare di rimanere delusi fermandoci per sempre.
Non credo esista un posto dove appenderemo il cappello, almeno non ora. In un futuro chissà, potrebbe anche essere.

Possiamo enunciare le caratteristiche che dovrebbe avere, secondo i nostri gusti: il mare è fondamentale, la natura e gli animali di conseguenza, il clima è forse il primo elemento importante (nei nostri viaggi fino ad ora abbiamo sempre scelto posti caldi, dove il sole è presente per buona parte dell’anno) e, diciamo a pari merito con tutte queste caratteristiche, la gente.

Vi sono posti di una bellezza sorprendente ma abitati da popoli tristi o chiusi e sinceramente non fanno per noi. Noi amiamo la cordialità, i sorrisi, il rispetto. Valori semplici, oggi più che mai necessari e rari, ma se proprio dobbiamo sognare lo facciamo in grande!

Quale consiglio dareste alle persone che vogliono viaggiare come voi?

I consigli che riteniamo siano fondamentali quando si decide di viaggiare, per poco per tanto o per sempre, sono:

1) spirito di adattabilità, senza di questo molte situazioni disagevoli potrebbero trasformarsi in un vero e proprio incubo

2) rispetto verso tutti, non è possibile pretendere rispetto senza darlo per primi. Non è pensabile offendere con comportamenti o atteggiamenti un popolo che ci ospita; dovrebbe essere una regola non solo per i viaggiatori

3) consapevole prudenza, il che significa che in un viaggio bisogna lasciarsi andare e vivere l’avventura ma nello stesso tempo è fondamentale avere un minimo di buon senso. Le disavventure possono capitare a tutti ma andarsele a cercare è folle. Avventurarsi nella foresta tropicale può essere un’esperienza indimenticabile, farlo senza coordinate e in infradito può rivelarsi estremamente pericoloso. Spesso quando le persone sono in vacanza si sentono permeate da uno scudo che le rende invulnerabili ma è come attraversare la strada sulle strisce pedonali, guardare a sinistra e a destra è comunque fondamentale.

4) e infine una sana curiosità, che è quella che fa fare le scoperte più entusiasmanti e fa staccare dai circuiti turistici prestabiliti. Il nostro modo di viaggiare prevede, se appena si può, una convivenza con la gente del luogo, il solo e unico modo di capire un popolo.

Grazie ad Ilaria e Francesco da Il Giornale Digitale e in bocca al lupo per i vostri prossimi viaggi!

[Cover Credits: Ilaria Vitali e Francesco Battilani]