Gli anni ’80 con Cristina D’Avena non sono mai passati, si rivivono sempre. Con la sua voce torniamo bambini, riviviamo quelle emozioni semplici che ci facevano stare bene. Dalla rivoluzione francese di Lady Oscar e la Stella della Senna agli “Attack” micidiali di Mila fino alle magiche avventure di Emy, Creamy e Johnny. Per chi è cresciuto negli anni ’80 l’appuntamento con i cartoni delle 16 era sacro e inviolabile. Due ore di allegria e spensieratezza accompagnate dalle sigle cantate da Cristina D’Avena. Oggi in televisione non ci sono più i cartoni di una volta, nemmeno le sigle tv a dire il vero. Però c’è ancora lei. Trent’anni di carriera e una popolarità ancora intatta. Il segreto del suo successo? La sua musica è una pillola di buon umore, l’antidoto perfetto alla tristezza e un incredibile catalizzatore di folle, guardando la gente che accorre in massa ai suoi concerti. Merito anche dei Gem Boy, la band demenziale bolognese famosa per le cover sboccate di tante sigle tv. Insieme girano l’Italia in lungo e in largo, e il successo ad ogni show è assicurato. Impegnatissima con il suo nuovo tour, Cristina D’Avena si è da poco lanciata anche nel mondo della moda. Il Giornale Digitale ha avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con lei. Ecco cosa ci ha raccontato.
30 anni di Cristina D’Avena e di sigle tv raccolte nel doppio cofanetto “30 e poi…”. Un concentrato di emozioni che racconta la tua storia personale attraverso rarità video, pezzi storici e chicche (come l’omaggio a Lucio Dalla n.d.r.), ma per i tuoi fan anche un viaggio nel tempo per tuffarsi nei ricordi della propria infanzia. Come hai affrontato questo progetto?
Cristina D’Avena: Con molta emozione perché è un progetto che ripercorre davvero le tappe della mia vita da quando ho iniziato ad oggi. Quando mi sono rivista in trasmissioni con Mike Bongiorno o quelle degli esordi come «Popcorn» e «Bim Bum Bam» è stato davvero un bel colpo al cuore per me. È stato anche abbastanza difficile scegliere tra i miei brani storici, quelli come «Laura» che cantavo a 18 anni, e le mie varie partecipazioni televisive perché erano veramente tantissime. Quando ci siamo messi poi a realizzarlo, lì ho veramente potuto toccare con mano e capire quanto fosse importante anche per i miei fan che in questo modo hanno rivissuto con me questa bella emozione.
Hai inciso 700 canzoni e venduto milioni di copie, ma quando hai iniziato ti saresti mai aspettata di arrivare dove sei ora? E soprattutto, era quello che volevi?
Cristina D’Avena: Io all’inizio volevo fare il medico quindi non avrei mai immaginato di diventare una cantante però quello che dico sempre, ognuno di noi ha un destino da percorrere. Io probabilmente dovevo fare questo, dovevo cantare canzoni per i ragazzi e così è stato. E’ accaduto tutto in modo molto naturale, io non fatto niente perché succedesse. Le mie canzoni andavano bene, RTI e Canale 5 mi richiamava per cantare i pezzi perché alla gente piaceva la mia voce. Così doveva andare e così è stato.
Riprendendo il titolo del tuo ultimo lavoro “30 e poi…”. Il “poi” di Cristina D’Avena? Cosa c’è all’orizzonte? Recentemente hai debuttato anche nel mondo della moda come ideatrice e disegnatrice di una linea di calzature, My heart shoes.
Cristina D’Avena: Quando ho incontrato la Manenti per parlare di questo progetto ho sposato subito l’idea perché è un’azienda tutta italiana e le scarpe sia come pellame che come manifattura sono 100% Made in Italy. Mi sono divertita tantissimo a disegnarle perché è una cosa che mi è sempre piaciuta fare, fin da piccolina disegnavo, realizzavo orecchini, braccialetti. A livello di scelta del materiale e del gusto ho avuto il pieno controllo, le ho disegnate così come piacciono a me. Ovviamente la mia attività principale resta la musica, ho tanti progetti discografici e non vedo l’ora di realizzarli. Niente ancora di definitivo e immediato. Ma ci sono delle belle novità in arrivo.
In queste settimane sei di nuovo in tour con i Gem Boy. Come è nata questa collaborazione, visto che in passato non correva buon sangue tra di voi, per via di una loro canzone «Ammazza Cristina»?
Cristina D’Avena: Si mi prendevano molto in giro, ma sono quelle cose che non ti spieghi, nascono e le devi far andare. È stata quasi una casualità, ci siamo incontrati la prima volta in autogrill, poi mia sorella che lavorava con Red Ronnie mi ha proposto una serata con loro al Roxy Bar. Io, inizialmente ero contraria, poi invece l’abbiamo fatta e il destino, anche lì, ci ha fatto incontrare nel momento giusto. Doveva essere un concerto e basta, fine a se stesso, invece le persone erano talmente entusiaste, continuavano a richiederci, e adesso portiamo in giro questi concerti evento, sempre molto unici, ovunque andiamo li personalizziamo con il pubblico che è lì, che viene ad ascoltarci ed ha voglia di condividere con noi queste emozioni. Quando sono da guest star senza la band di supporto capita che mi chiedano dei pezzi in particolare, che poi intono così a cappella.
Qual è la canzone che ti richiedono più spesso?
Cristina D’Avena: Mi chiedono tantissimo Occhi di gatto, praticamente sempre, lo stesso Mila e Shiro, Johnny è quasi magia, Sailor Moon, Batman, i classici insomma.
Non ci sono più i cartoni animati di una volta, e nemmeno le sigle. La programmazione per bambini è scomparsa dalla tv generalista. E oggi al posto dei “cartoni delle 16” su Italia uno c’è il programma di Belen Rodriguez. Sarà che i cartoni di ieri sono troppo sorpassati per le nuove generazioni o solo la tv per bambini è poco redditizia?
Cristina D’Avena: Ci sono molti canali tematici per cui di sicuro i bambini si perdono per cui non ci si affeziona più ad un solo programma o un solo canale, si è un po’ persa la televisione per ragazzi bisogna crederci un po’ di più perché alla fine i bambini sono sempre quelli, è vero che siamo nel 2014, è vero che c’è internet ma i cartoni degli anni ’80 vanno benissimo per i bambini di oggi, prendi un cartone semplice come «Kiss me Licia», quando lo guardano i bimbi di oggi si appassionano a Mirko e Licia. Il cartone non segue mode o momenti, «Anna dai capelli rossi», «Remi» o «Jeeg Robot» se li trasmetti adesso i bimbi li guardano lo stesso, certo oggi ci sono anche cartoni nuovi che guardandoli rimango interdetta.
A proposito dei talent con i bambini ti piacciono? Li segui?
Cristina D’Avena: Li seguo, mi piacciono perché i bambini mi fanno impazzire. Certo li vedrei meglio ad interpretare canzoni un po’ meno impegnative. Quando sento un bambino di 8 anni cantare una canzone di Massimo Ranieri mi fa riflettere. A volte sembrano dei piccoli grandi adulti che hanno perso un po’ la loro infanzia. Forse dovrebbero cantare brani di artisti più rivolti ai giovani invece di pezzi di artisti importanti, di un certo calibro. Ci sono delle voci meravigliose che mi emozionano, ma mi piacerebbe vedere un bambino un po’ meno impostato ma che fa capire lo stesso quanto è bravo.
Tra le tante sigle che hai cantato c’è anche Jem e le Holograms di cui è in cantiere una versione per il grande schermo. Tra i cartoni animati di cui hai cantato la sigla ce n’è qualcuno in particolare che vorresti vedere trasposto al cinema in versione non animata?
Cristina D’Avena: Mi piacerebbe vedere Sailor Moon! E mi piacerebbe da impazzire anche un Lady Oscar, anche un musical sarebbe bellissimo secondo me.
Il duetto dei sogni per Cristina D’Avena qual è? In un’intervista hai dichiarato che vorresti cantare con Bob Sinclar.
Cristina D’Avena: Si, mi piacerebbe farmi scrivere un pezzo da Bob Sinclar e magari cantare una bella canzone con Jovanotti. Perché no?!
[Credit Photo Cover: Cristina D’Avena – Sito ufficiale]