Se l’arrivo della bella stagione rappresenta un sollievo per migliaia di famiglie, che possono finalmente staccare dal ritmo frenetico della quotidianità, riservandosi un periodo di meritato relax, non si può però dire lo stesso dei nostri amici a quattro zampe. La maggior parte degli animali domestici riceve infatti la sua condanna a morte proprio durante i mesi estivi. Molte famiglie, che ritengono impossibile portare con sé il proprio amico a quattro zampe e che considerano troppo dispendioso lasciarlo in un centro d’accoglienza, decidono infatti di lasciare cani e altri animali da compagnia in balia del destino.

Nonostante il fenomeno dell’abbandono – che ricordiamo essere non solo un atto di estrema crudeltà ma anche un vero e proprio reato penale, secondo la Legge 189 del 20 Luglio 2004 – abbia dato negli ultimi anni segnali di miglioramento, sono necessari ulteriori sforzi perché tale piaga venga definitivamente debellata. Abbandonare cani e gatti significa condannarli definitivamente in quanto la loro possibilità di sopravvivere in mancanza di cure, cibo e soprattutto di acqua è minima, per non contare la paura e il senso di abbandono di cui risentono fortemente.

Costi, danni e randagismo

Abbandonare il proprio animale rappresenta non solo un atto di estrema crudeltà, ma anche un costo importante per il sistema Paese, per quanto riguarda il mantenimento di canili e centri d’accoglienza per gatti. A livello nazionale, secondi i dati del Ministero della Salute esistono 915 strutture autorizzate di ricovero, tra canili sanitari e rifugi pubblici e privati convenzionati, che ospitano circa 150 mila cani, oltre a un numero stimato di circa 700 mila cani randagi. Il solo mantenimento dei cani presenti nelle strutture autorizzate è pari a circa 220 milioni di euro l’anno. Spese alle quali si devono aggiungere anche i costi relativi alla cattura degli animali vaganti, alle sterilizzazioni e persino i costi indiretti dovuti alle aggressioni, agli incidenti stradami e ai danni da predazione. Il costo complessivo che il governo deve supportare è quello di ben 332 mila euro.

Prendersi cura di un animale, accogliendolo nella propria casa e all’interno della propria famiglia significa instaurare con lo stesso un rapporto di fiducia, amicizia e soprattutto di grande responsabilità, che viene però ricambiata pienamente, con affetto e devozione. È un dovere prendersene cura in qualsiasi occasione. Abbandonarlo significa non solo rompere quel legame, dando prova di disumanità, ma anche procurare grandi danni a livello psicologico/comportamentale (nell’animale) e sociale.

Infatti gli studi veterinari confermano che l’abbandono scatena nell’animale che ha perso il proprio punto di riferimento una disperazione assimilabile a quella umana. È una condizione talmente stressante e traumatica – assicurano gli esperti – da innescare comportamenti anomali che sfociano in veri e propri stati d’ansia di difficile gestione. Si tratta di vere e proprie patologie a livello comportamentale che rendono difficile un successivo reinserimento in una nuova famiglia e la fine certa (o quasi) della propria vita in una struttura d’accoglienza.

A livello sociale invece l’abbandono incrementa a sua volta un altro fenomeno, quello del randagismo, preoccupante per la possibile diffusione di malattie o attacchi dovuti alla creazione di branchi, di cui non si conosce la provenienza e il cui controllo è molto più problematico che a livello individuale.

Portiamoli con noi

Portiamoli con noi è il leitmotiv della prima campagna contro l’abbandono degli animali, voluta dai veterinari italiani. L’obiettivo è proprio quello di sensibilizzare gli italiani, informandoli su quanto l’abbandono possa incidere sulla salute dei propri animali domestici, ma anche su quella pubblica e sui costi che questo fenomeno genera. Sono più di 100.000 i cani abbandonati ogni anno in seguito alle vacanze estive. Scegliere di informarsi per tutelarli, affidandoli a centri specializzati da cui riprenderli al proprio ritorno o portarli con sé durante il proprio soggiorno, può fare la differenza tra essere un uomo o una bestia.

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