Con la nascita del digitale terrestre e la sua completa accessibilità, la televisione italiana ha avuto modo di integrare canali tematici e non, senza nessun costo per i telespettatori. Tv commerciale che è fioccata con canali collegati alle solite note, Rai e Mediaset, ma anche a Sky (come nel caso di Dimax e Cielo), oppure nuove di zecca come Real Time, favorendo maggior circolazione di idee e programmi. Un esempio di come la televisione possa essere davvero considerata come una grande azienda è il canale Agon Channel ideato da Francesco Becchetti: il primo caso di tv delocalizzata in Albania. Con un’accusa pesante di riciclaggio e falso in documentazione, l’editore di rete però si dice deciso a non chiudere il canale 33.

Facciamo un passo indietro, prima della notizia del mandato d’arresto per riciclaggio e falso in documentazione. Francesco Becchetti può essere annoverato come un self-made man che ha avuto senz’altro un’idea brillante: abbattere i costi, produrre in Albania, investire nella televisione e su una città, Tirana, che è effettivamente in un momento positivo, economicamente parlando, della sua storia. Prima trasmettere in Albania, poi esportare l’esperimento in Italia. Il primo esperimento di delocalizzazione che vanta un successo in crescita almeno quanto ad attenzioni. Uno dei punti forti, se non il più forte di tutti, è stato quello di aver convinto volti noti della televisione italiana a dire di si al suo progetto.

credits foto: buzznews.it
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Il canale 33 del digitale terrestre che ospita Agon Channel è un concentrato di programmi che certo non possono dirsi originali quanto a innovazione, ma che di fatto potrebbero fare concorrenza a qualche talk o quiz delle generaliste. Il quiz di Pupo, il talent di Veronica Maya o quello di Simona Ventura sul calcio “Leyton Orient”. Correva il primo dicembre del 2014 e Agon Channel Italia veniva presenta in pompa magna con una grande serata di gala a Milano con ospiti tanti volti della tv italiana convinti da Becchetti a investire sulla loro carriera iniziando un nuovo percorso proprio in un capannone in Albania. Una vera e propria serata di gala che poteva essere di buon auspicio con Simona Ventura a presentare e Nicole Kidman a presenziare.

Nomi di punta del canale sono stati sicuramente quello di Antonio Caprarica, storico inviato Rai a Londra e Parigi per 27 anni (direttore delle news del canale Agon Italia per due settimane), quello di Simona Ventura e poi di Sabrina Ferilli, Pupo, Maddalena Corvaglia, Francesca Senette, Monica Setta, Luisella Costamagna, Alessio Vinci (dall’estate scorsa ex direttore editoriale), Veronica Maya. La televisione secondo Becchetti deve dunque essere quella in cui i grandi nomi che in Italia vengono pagati 8, chiamati in Albania offrendogli 10, danno il via all’abbattimento dei costi di produzione e di tutti i dipendenti proprio in un Paese dove il costo della vita e quindi del lavoro, sono indubbiamente più bassi. Da buon imprenditore è effettivamente riuscito a raggiungere un accordo in grado di far funzionare i primi ingranaggi.

credits foto: www.ildecoder.com
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L’idea dell’editore Becchetti nasce come investimento a lungo termine. Per ora Agon Channel non ha una sede paragonabile a quelle delle major ma si spera chiaramente che il capitale di partenza investito possa fruttare soprattutto con la pubblicità che raccoglie tramite il canale 33 italiano. Già, il capitale. Secondo quanto da lui stesso affermato si tratterebbe di 40 milioni di euro. Ora però che è indagato, la paura che anche Agon Channel possa chiudere c’è, sebbene in un’intervista a Repubblica, sia lui stesso a smentire questa volontà. Le accuse rivolte da Tirana, riciclaggio e evasione fiscale, potrebbero però giocare un duplice tiro mancino se venissero bloccati i conti, sequestrati gli studi, le quote delle società, l’impalcatura su cui si regge Agon Channel Albania e Italia, crollerebbe.

Reality show, soprattutto questi nel canale di Becchetti, quelli che più facilmente fanno parlare, sono più appetibili e riscontrano successo. Certo, chiamare firme o volti noti è stata un’idea vincente, ma è anche vero che a parte Simona Ventura, il resto dei conduttori del canale delocalizzato forse avevano bisogno di un po’ di pubblicità. Aldo Grasso, come sempre nel suo stile inconfondibile, ha parlato di un riciclaggio di vecchie glorie e di tv spazzatura che nasce per altro proprio da un legame con la spazzatura vera visto che tra i tanti investimenti dell’imprenditore ci sono anche legami e non scordiamo che lo zio è un certo Manlio Cerroni, il “patron” della discarica di Malagrotta, di cui si conoscono le recenti vicende. Forse l’idea era quella di bilanciare giovani e vecchie glorie al comando?

credits foto: www.filmmaster.com
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È chiaro che per ora le sorti del canale 33 rimangono in sospeso, sebbene le volontà di Becchetti siano legittime: dopo tutto ci sono dipendenti e contratti, un’azienda in progress che non si potrebbe permettere di chiudere. Lo stesso editore ha parlato di una ritorsione o avviso da parte del Governo di Edi Rama che non vedrebbe di buon occhio l’informazione libera che Agon Chanel si prefigge fin dai suoi albori e che pare ledere l’immagine di Tirana. A Report, nella puntata del 9 maggio, qualche voce del Governo in questione si è fatta avanti, ma nulla di così eclatante. Certo, se Agon Channel venisse chiusa sarebbe una sconfitta ma anche la chiusura di un esperimento televisivo e economico. In fondo, non vogliamo sapere come sarà la storia di questo canale?

[Fonte Cover foto: www.digital-news.it]