Nella nuova era, quella scattata con l’inizio degli anni 2000, i sostantivi inglesi hanno iniziato a serpeggiare nei discorsi di lingua italiana. Le parole come render e concept, poi, per gli amanti dei motori risuonano come una dolce melodia capace di far drizzare le antenne a chi le due e quattro ruote ce l’ha nelle vene. Due vocaboli poco conosciuti agli inizi degli anni ’90 ma che, grazie a una maggiore evoluzione prettamente lessicale, e non solo, sono riusciti ad incastonarsi nei discorsi proferiti dagli amanti di auto e moto. Facendo un brevissimo excursus, scopriamo che render e concept hanno un significato più o meno simile: rappresentano quei termini inglesi che indicano una nuova forma grafica di architettura compiuta da un designer capace di riprodurre, in alta qualità, l’oggetto interessato. Tradotto: un bravo disegnatore può raffigurare nuovamente un’opera in forma rivisitata e moderna. Per il vasto mondo del web, così, capita di imbattersi in vere e proprie creazioni fantastiche e che fanno sognare a occhi aperti. Nel mondo dei motori, di abili disegnatori se ne trovano a iosa, anche se non tutti illustrano correttamente l’oggetto usato per farlo trasformare totalmente.
Auto di lusso dal design compatto, moto potenti alterate positivamente per cambiare ancora di più la loro immagine di “tigri della strada”, camion modificati in veri e propri “bisonti” con quel tocco in più. Tutte “rappresentazioni” che strappano un sorriso a chi vive di motori, a quelle persone sempre più dipendenti dal rombo dei propulsori e da tutto ciò che ne consegue. Ma, oltre agli appassionati che disegnano e modificano a proprio piacimento qualunque veicolo, esistono anche persone che hanno a cuore un solo e inimitabile marchio come quello dell’Alfa Romeo. La storica azienda ha, in un certo senso, favorito la passione di un fotografo con la passione del rendering. Lui è Alessandro Masera che, sulla sua pagina Facebook, si descrive anche come un Photoshopper, ossia quel soggetto che considera, come una seconda pelle, il programma di fotoritocco più famoso al mondo. Le cose che colpiscono di Alessandro sono due. La prima è quella voglia di trasferire questa grande passione su un foglio di carta, per poi modificare il tutto con un mouse e un computer.

L’altra caratteristica, invece, ci riconduce verso l’Alfa Romeo, una delle case automobilistiche più importanti del mondo. Grazie alla recente produzione della mitica Giulia, potente e riammodernata per far rinascere il “Biscione” dopo anni di delusioni, la nota azienda ha fatto nuovamente fatto breccia nel cuore dei cosiddetti “alfisti”, ma non solo, vogliosi di rivedere il logo del “Quadrifoglio” sulla vetta dei mercati. Alessandro, per “colpe non sue”, si è letteralmente invaghito del marchio italiano, adesso facente parte del Gruppo FCA, disegnando vari modelli. Dal nuovo SUV, all’innovativa coupé, il designer italiano, non scordiamolo, fa sognare con la mente i tanti fan che lo seguono sui principali social network. Dallo stile inimitabile, per niente pesante e tutta sostanza, Alessandro Masera è senza dubbio un disegnatore che farebbe benissimo in un’azienda motoristica. Intanto, Il Giornale Digitale lo ha intervistato, scoprendo la sua passione e cosa si nasconde dietro.
Ci spiega in che cosa consiste il suo lavoro?
Il mio (purtroppo) non è un lavoro ma una passione. Nella vita di tutti i giorni sono un responsabile d’ufficio, lavoro che non mi da molte possibilità di esprimere creatività. I miei Photoshop sono una via di fuga dalla piatta e grigia vita d’ufficio. Non sono un vero appassionato di motori, non nel senso stretto del termine. Preferisco disegnare una macchina che guidarla!

Perché preferisce creare render della sola Alfa Romeo?
Trovo che nel mondo del design pochi oggetti siano in grado di creare passione come l’automobile. Nella forma di un auto riusciamo a vedere cosa ci appassiona veramente, inconsciamente associamo una vettura ad una persona, ad un modo di essere che è dentro di noi e che magari non osiamo esprimere. Alfa Romeo è per me tutto questo: quante case automobilistiche riescono a far coesistere bellezza e forza?
Cosa rappresenta, per Lei, lo storico marchio?
La mia passione per questo marchio è prettamente legato a questo, alla sua bellezza. Non mi interessano gli slogan ne i motori. Alfa Romeo è per me arte pura. Non ho mai dato tanto peso alla cosa, è solo un modo di dare un senso al mio attaccamento al marchio, ma fondamentalmente il tutto ha preso vita da se col tempo.
Come si è avvicinato ad Alfa Romeo?
La mia passione mi è stata probabilmente trasmessa inconsciamente da mio zio, alfista da una vita e amante di ogni veicolo con il logo della casa automobilistica.

Le piace il nuovo corso che sta intraprendendo il “Biscione”?
Con 4C e Giulia spero che finalmente il marchio abbia intrapreso il giusto cammino. Devo ammettere che 4C al lancio non mi piaceva, ma ora me la sogno di notte. Giulia è sicuramente un grandissimo passo avanti nella ricostruzione del gruppo, ma la strada da intraprendere è lunga e difficile. Deve cambiare in primis la mentalità italiana, i tedeschi insegnano. Ci manca la disciplina. I tedeschi sono freddi, evolvono mentre gli italiani stravolgono. Non riusciamo a perfezionare un lavoro, noi dobbiamo chiudere una porta ed aprirne un’altra, rifare tutto. E’ nella nostra natura irruenta ed artistica ma al tempo stesso è una lama a doppio taglio: non puoi migliorarti se non fissi delle regole base da seguire. Cambiare mentalità senza rinunciare alle nostre passioni, questa è la nostra sfida.
Se dovesse acquistare un’auto, quale sceglierebbe?
Non saprei. Attualmente possiedo una Golf 7. Si lo so, disegno Alfa ma compro le tedesche, ma è colpa mia se Giulietta non si è rivelata in linea con le mie aspettative? Pensare che mi giro ancora quando passa una 147…