Antonio, metastasi al cervello, Gianni, cinque noduli al fegato e il padre di Paolo, tumore al fegato di nove centimetri e mezzo: così si è aperto il servizio di Matteo Viviani, inviato de Le Iene, lo scorso 7 maggio su “Alimentazione, tumori e altre malattie”. Casi concreti, di gente comune. E poi il miracolo. La malattia che regredisce grazie al cambiamento più radicale nella vita di un uomo: quello alimentare.
Secondo l’intervista, palesemente allarmista e guidata a tal fine, esistono importanti indizi sulla correlazione tra alcune patologie, molto diffuse nei paesi occidentali, e l’assunzione di grassi e proteine di origine animale. Il Prof. Franco Berrino, Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, alcuni stralci di dichiarazioni, più volte viste riviste e rivisitate negli anni passati, del Prof. Umberto Veronesi e poi lo studio, apparentemente inattaccabile, del Prof. Colin Campbell: queste le potenti voci a favore dell’eliminazione delle proteine di origine animale dalla dieta quotidiana.
Solo la voce del Prof. Giorgio Calabrese, docente universitario di Alimentazione e Nutrizione Umana, conosciuto per le sue numerose partecipazioni televisive, a ricordare quanto il “giusto equilibrio” sia di gran lunga preferibile. “Noi siamo onnivori” ribadisce il nutrizionista, che dichiara di non voler contestare né condividere le tesi, pregne anche di ideologie etiche e culturali, degli altri professionisti coinvolti.
Una battaglia di idee, senza vincitori né vinti, avvalorate da centinaia di studi e ricerche perpetrate negli anni, ma malamente incollate in uno spazio ristretto e selezionate con parzialità, senza attenzione alcuna alla cronologia delle ricerche e alle critiche ad esse apportate. Critiche che devono essere conosciute per permetterci di scegliere di allarmarci e non fare la figura dei creduloni.
Le confutazioni al The China Study
Uno dei più vasti studi epidemiologici mai compiuti al mondo e soddisfacente indagine sul rapporto tra alimentazione, ambiente, tradizioni sociali e malattie, che ha utilizzato la Cina degli anni ’80 come un vero e proprio laboratorio umano: era questo il The China Study al momento della sua pubblicazione e lo è ancora per quei gruppi che hanno adattato non solo abitudini alimentari, ma anche credenze e stili di vita, ad una ricerca che va oltre la prova scientifica.
Essere il “Grand Prix dell’epidemiologia”, come l’aveva definito il New York Times, ha anche delle conseguenze e numerose sono oggi le confutazioni delle teorie contenute nella Bibbia dei vegetariani.
Ultima, cronologicamente, quella di Andrea Ghiselli, medico nutrizionista e dirigente ricercatore dell’Inran, che afferma su Wired: “È lo studio di un ricercatore e va contro tantissimi altri studi condotti nel mondo. È uno contro tutti, un pazzo che va contromano in autostrada. Il consumo di latte – che secondo il China Study sarebbe responsabile dell’insorgenza di tumori per colpa della caseina – è invece ufficialmente riconosciuto come un fattore protettivo verso le più importanti malattie cardiovascolari, il diabete, l’ipertensione e molti tipi di tumore“. Secondo il nutrizionista, la ricerca di Campbell ha riscosso successo perché ha fornito esattamente quei risultati che ristretti gruppi di vegetariani e vegani aspettavano da tempo.
Già nel 2005 Ghiselli era stato preceduto dal Dott. Chris Masterjohn: “Gli esperimenti sugli animali del Dr. Campbell usavano caseina. Campbell ha mostrato, o almeno lui dice di aver dimostrato, che la caseina favorisce il cancro nei ratti. Poi, dopo aver evidenziato che diverse proteine vegetali come il grano e la soia non avevano lo stesso effetto, ha concluso che tutte le proteine animali hanno questo effetto. Ma la caseina è solo UNA delle proteine animali, e per di più nello studio è stata estrapolata dal naturale contesto alimentare – che sarebbe consumarla in latte crudo non pastorizzato. Chi dice che la caseina avrebbe in realtà lo stesso effetto se consumata attraverso questo tipo di latte? In realtà non si può nemmeno fare un discorso generalizzato che valga sia per la caseina che per il siero di latte, perché ci sono esperimenti che dimostrano i diversi effetti della caseina e del siero di latte. Se non è possibile generalizzare da una proteina del latte ad un’altra proteina nel latte, come si può generalizzare da proteine del latte a tutti gli alimenti di origine animale? Semplicemente non ha alcun senso“.
O ancora il Dott. Eades che afferma che: “The China Study è uno studio osservazionale. Correlazioni dedotte da uno studio osservazionale in realtà, non possono dimostrare nulla. L’unica cosa che si può fare con i dati provenienti da uno studio osservazionale è formulare un’ipotesi, che deve poi essere testata in studi randomizzati controllati, per stanare la verità sul fatto che x provochi o no y”.
Gli eccessi sono il vero pericolo
Maggiore sensibilità all’argomento alimentazione, in paesi in cui non si è educati ad un giusto equilibrio, che, secondo i più, sarebbe il compromesso migliore per una vita salutare. A danneggiarci sono, infatti, gli eccessi, che comprendono anche quelli di zuccheri e grassi, non necessariamente proteine animali.
La carne fa male se assunta come la assume in media un italiano, che ne consuma circa 700/800 gr a settimana, contro i 450 gr consigliati. La differenza la fanno l’attenzione alle quantità e alla qualità di quello di cui ci si nutre.
Essere vegani o vegetariani è una scelta, esattamente come lo è vivere una vita sana. Carne compresa.