Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?
Intellettuali, scrittori e filosofi nel corso dei millenni hanno cercato di definirla attraverso canoni oggettivi. In realtà, però, l’obiettivo si è rivelato arduo e impossibile, poiché il Bello è connesso alle emozioni di ciascun uomo ed esiste un’infinità varietà di gusti.
Nella società attuale è ormai dominante un modello ideale di bellezza femminile filiforme, etereo e associato a illusori ideali di successo. Eppure i canoni di bellezza femminile sono stati molto diversi in epoche passate e spesso opposti a testimoniare come non esista un modello di bellezza “assoluto”.
Evoluzione dei canoni di bellezza
Ha da sempre affascinato, riflettere sui canoni estetici femminili e su come questi siano cambiati nel tempo. C’era una volta il simbolo della fertilità e abbondanza, rappresentato da statuette dal ventre, fianchi e seni abbondanti. La venere preistorica raffigura bene questo archetipo, simbolo ancestrale della donna-madre, principio di natura e di vita.
Nel corso delle epoche, la bellezza delle donne ha segnalato ideali opposti di castità o di attrazione erotica. Un esempio sono le madonne dei dipinti medievali, con corpi acerbi, esili e dalle forme appena accennate raffiguranti purezza e castità assolute in opposizione ai peccaminosi istinti del corpo. Su canoni opposti si basa invece la bellezza femminile dell’età barocca, ritratta nelle opere di Tiziano dove curve e forme procaci tornano a contrassegnare il corpo femminile come simbolo di sensualità.
Con l’inizio del ‘900 e dell’emancipazione della donna, inizia ad affermarsi un altro ideale di bellezza femminile, quello del corpo atletico e scattante sinonimo dell’autonomia da pudori, costrizioni e inibizioni, una donna attiva in difesa dei propri diritti, lavoratrice, libera e non più riconducibile al binomio di moglie-madre.
Negli anni 50-60 il modello femminile è rappresentato dalle pin up e dalle femme fatale, come Marilyn Monroe e Sophia Loren, belle e sane, che indossavano l’odierna taglia 46, fino ad arrivare alla bellezza anoressica degli anni 90. Le top model la fanno da padrone e uno stuolo di ragazzine scompaiono progressivamente pur di entrare nella taglia 36, perdendo anche la vita.
Anche il candore della pelle è stato per secoli un parametro estetico importante: più le donne avevano la carnagione bianca più erano considerate belle; il pallore era un segno di distinzione sociale. L’abbronzatura, al contrario, era inammissibile: una pelle abbronzata era indice di prolungata esposizione ai lavori esterni, manuali e faticosi. Oggi un corpo abbronzato in tutte le stagioni è l’ambizione della maggior parte delle donne.
Impatto sulla società
Fin dall’antichità, la bellezza femminile è stata valutata e misurata sulla base di un modello estetico di riferimento, riconosciuto dalla società in un determinato contesto storico, sociale ed economico. Dal modello ideale vengono desunti i canoni estetici, le caratteristiche tipiche della bellezza: più una donna si avvicina a quei parametri, più è considerata bella.
Ogni popolo ha definito la bellezza secondo i canoni della propria cultura e ha sempre avuto la pretesa di fissare un criterio di bellezza riconosciuto a livello universale. L’ideale estetico è frutto di costruzioni socioculturali, in quanto è modellato e plasmato dalla società e dalla cultura del momento e, come tale, è soggetto a mutare in relazione al mutare delle mode, dei costumi e delle consuetudini.
Nella nostra, cosiddetta “civiltà dell’immagine”, in cui giornali, televisione e pubblicità enfatizzano la bellezza del corpo, come tributo da pagare per essere accettati ed amati, è quasi impossibile non essere condizionati e spesso frustrati a fronte di modelli praticamente irraggiungibili.
L’impatto che la bellezza fisica ha sulle nostre vite è notevole. Vi è un’influenza non solo per quanto riguarda gli aspetti relazionali, ma anche in molti altri ambiti, come il lavoro in cui le persone attraenti vengono valutate più abili e competenti.
I modelli femminili sono stati sempre un evoluzione interminabile, sempre oscillante tra donne magrissime e donne molto formose. Gli antichi Romani avevano coniato un interessante detto, che recita “De gustibus non disputandum est“, ovvero “dei gusti non bisogna discutere”, perché i canoni di bellezza rispondono alle nostre idee ed alle nostre sensazioni.
La bellezza oggi
Le donne aspirano a essere belle e glamourous, ma sempre in modo naturale, anche se si ricorre abitualmente al ritocco estetico, anche in tempi di crisi economica. Piuttosto meglio compiere qualche sacrificio che rinunciarvi, sempre che si tratti di trattamenti poco invasivi. Non è un caso che, se tutto il settore ha avuto il boom, la medicina estetica è quella che ne ha maggiormente tratto vantaggio.
I cosmetici vanno a ruba, i dietologi incassano, gli estetisti aprono nuovi centri di bellezza, i chirurghi hanno l’agenda sempre piena di appuntamenti, gli stilisti e i parrucchieri propongono modelli sempre nuovi e alla moda per avere un look sempre più attraente.
Il web e la pubblicità bombardano di idee sbagliate le teste di donne e uomini sempre più ossessionati dal proprio aspetto fisico, dal forte desiderio di apparire belli ed unici. Per molti si tratta una sfida quotidiana, incessante, che spesso genera invidia proprio come nel caso delle sorellastre della celebre favola di Cenerentola che, non potendo competere con lei, decidono di ricoprirla di stracci, proibirle il ballo e ogni possibile incontro con il principe.
Taglia 38, labbra carnose, glutei sodi, quarta di seno, 1.75m di altezza, tutte stereotipate: ecco il canone di bellezza del mondo odierno. Poi se l’intelligenza e la genuinità non le possiedi, a questo nessuno dà peso.