Andrea Vigna si è sempre nutrito delle sue passioni, e con il tempo, ha fatto della cucina la passione numero uno. Dal niente ha creato un blog, il suo blog: PanBagnato, ricco d’amore e passione per il buon cibo italiano e molto altro.
Il Giornale Digitale l’ha intervistato.

Nome d’arte: PanBagnato, nome reale: Andrea vigna. Racconti chi sei si nostri lettori?

Innanzitutto non lo considererei un nome d’arte, è il nome del sito, del blog in cui racconto il mio modo di cucinare, il mio modo di affrontare e vivere la cucina. Io sono un ragazzo di 31 anni che fa il cuoco, magari in una modalità non propriamente canonica, nel senso che affronto la cucina dentro la cucina ma anche attraverso i mercati, attraverso le consulenze di diversi tipi di cucine, attraverso un sacco di viaggi e attraverso una fitta rete di produttori che negli anni ho conosciuto e a cui mi sono affezionato, sia alle persone che ai prodotti che facevano, sempre con qualcosa in più. Sono un po’ tutte queste cose: quello che è cibo, gastronomia, mi affascina molto, e quindi dedico moltissimo del mio tempo alla ricerca e allo studio di questo.

Com’è nata la passione per la cucina?

La passione per la cucina è nata perché amo mangiare, amo passare del tempo in cucina, e ho imparato ad amare ciò che facevo anche vedendo godere le persone per ciò che preparavo e preparo.

Credit: essentaste.com
Credit: essentaste.com

Quando ti metti ai fornelli, hai una fonte d’ispirazione particolare o sei guidato semplicemente dal tuo desiderio di cucinare?

Sono spinto da questa seconda cosa, ma sono anche molto influenzato da quello che ho attorno. Sia che si tratti del mondo stretto del mercato stagionale, ad esempio, sia del resto di cui mi occupo adesso, eventi legati alla musica. Mi piace cercare di ridare una nuova forma a dei prodotti che solitamente vediamo in un certo modo preciso e a cui diamo una sola e unica possibile interpretazione. Parlo ad esempio, un esempio banale, di un patata che oltre a poter essere fritta, lessata, può diventare anche un contenitore dove inserire delle cose, permettendoci così di mangiare mentre si cammina. Insomma, mi applico nel cambiare forma alle cose semplici quotidiane, a ciò che noi solitamente vediamo in un altro modo; è anche questo che mi influenza, sono le letture, le fantasie, le mostre, le conversazioni con altre persone, i video e tanto altro.

Credit: PanBagnato
Credit: PanBagnato

L’idea di PanBagnato come, dove e quando è nata?

Allora, è nata ormai quasi 5 anni fa. Io avevo già trasformato la mia vita, dedicandola quasi esclusivamente al cibo, ma sapevo che se volevo comunicare agli altri cosa facevo e come lo facevo mi serviva una sorta di vetrina in continuo aggiornamento. Quindi avevo deciso di aprire questo blog fotografico, in cui facevo vedere proprio ciò che mangiavo io. Poi negli anni PanBagnato si è evoluto, sia da un punto di vista stilistico e grafico, che di contenuti, perché in più sono state inserite delle rubriche, che spaziano dalle infarinature – cioè le tecniche base che servono per cucinare – dai libri per me interessanti legati al mondo della gastronomia, ai manifesti – dove tratto determinati argomenti importanti ma, penso, con una chiave abbastanza ironica.

Oggi come oggi, molto spesso, conta di più la presentazione del piatto rispetto alla qualità di ciò che si serve, un’esempio lampante è il cake design. Cosa ne pensi di questa sorta di moda, dell’importanza dell’apparire più che dell’essere?

Penso di averlo specificato abbastanza bene nel manifesto: è una cosa che a mio avviso c’è, anche se col tempo si sta tornando a un’attenzione maggiore verso la qualità e verso la sostanza piuttosto che l’apparenza. Però dilaga ancora, un po’ per colpa dei media, un po’ per colpa di tanti altri fattori sociali, la propensione verso l’immagine – che è più facile da realizzare – ai danni della sostanza.

Nei tuoi progetti futuri c’è anche quello di un ristorante?

No, per ora no. Perché faccio tante cose, tante cose diverse che mi divertono. Adesso non lo vedo come un investimento intelligente per me in questo momento, quindi per ora non ci penso, e penso a fare altre cose tipo consulenze, catering, eventi e approfondimento e studio delle materie per avere tecniche sempre migliori più precise.

Che consigli dai a chi è alle prime armi con pentole e padelle ma vorrebbe imparare i segreti dell’arte culinaria?

Ci vuole tanta pazienza, ci vuole molta dedizione, ma soprattutto passione. Bisogna capire se si è stati semplicemente abbagliati da una moda passeggera, o se davvero si vuole fare della cucina una professione. Ma sappiate che è una professione molto dura: si sta tanto tempo in piedi, spesso in ambienti angusti molto caldi; spesso ci si scotta, ci si taglia, ci si ferisce. Provate, studiate, mettetecela tutta, ma fatelo con passione e sorriso, perché a mio avviso è il lavoro più bello del mondo.

Saluti i nostri lettori ricordando loro i 3 elementi essenziali che non possono mancare in una cucina?

Allora gli elementi essenziali che non possono mancare sono: assolutamente delle verdure di stagione che devono essere sempre presenti, delle uova, che ci permettono di spaziare e giocare tantissimo, e del riso. Queste sono le tre cose che servono sempre in una cucina.
Ciao e grazie.

[Credit Cover: PanBagnato.com]