Bari, maggio 2009: Antonio Conte risvegliava un’intera città dal torpore della mediocrità con una cavalcata fantastica ed inarrestabile culminata con la conquista della serie A che mancava da otto anni nel capoluogo pugliese. Bari, 4 settembre 2014: lo stesso stadio, teatro delle prime grandi sfide vinte dal tecnico salentino, è il luogo della rinascita della Nazionale.

Il filo conduttore è sempre lui: Antonio Conte. Del resto per lui la parola “vittoria” è un’ossessione. Lo è così tanto che ha scelto questo nome per la sua primogenita. Non si può dargli torto, dopotutto non si può obiettare sul curriculum del neo commissario tecnico che ha vinto due campionati di B con Bari e Siena e tre scudetti di fila alla guida della Juventus, che mai nel dopoguerra era riuscita nell’impresa di vincere tre titoli di fila. Certo, il cammino in Europa ha lasciato un po’ l’amaro in bocca a Conte dopo la clamorosa sconfitta di Istanbul e il deludente 0-0 interno contro il Benfica in Europa League ma di certo il suo valore non si può sminuire per questi spiacevoli incidenti di percorso.

L’esordio in Nazionale è stato decisamente buono. L’impatto degli azzurri è stato perfetto e l’uno-due iniziale, propiziato da verticalizzazioni tipiche del gioco di Conte, ha decisamente annichilito i campioni olandesi che in squadra avevano dieci elementi titolari dell’ultima nazionale che ha conquistato il terzo posto nell’ultima rassegna iridata, chiudendo il torneo da imbattuta. In panchina, il tarantolato Conte, non ha mai smesso di dare indicazioni ai suoi spronando a dare tutto ad essere, come sua citazione, una Squadra con la S maiuscola appunto. Non guarda in faccia a nessuno preferendo due attaccanti coraggiosi e generosissimi come Zaza e Immobile a prime donne che in circostanze precedenti non erano stati all’altezza.

Ma soprattutto va evidenziata la grinta degli azzurri che sono scesi in campo al San Nicola ovvero sempre pronti a lottare quando ce n’era bisogno anche con interventi decisi ma leali. Dopo il disastro sudamericano, Conte ha svegliato l’Italia. L’Italia ha gli occhi della tigre, gli occhi del suo condottiero, gli occhi di chi proprio non ci sta mai a perdere. In poche parole, l’Italia s’è desta.