E’ servito un Mondiale giocato malamente per far aprire gli occhi ai capi del calcio italiano. L’Italia calcistica è finita, sepolta, serve una rivoluzione, dall’usciere del palazzo ubicato in Via Allegri, finendo al meccanico delle auto usate per accompagnare il presidente alle varie riunioni. Ironia a parte, la Federazione Giuoco Calcio è a un bivio e, in questo caso, la scelta della destinazione per il viaggio della rifondazione deve essere scelto perbene, lasciando lo sbaglio a 100 chilometri di distanza. Carlo Tavecchio è ormai il favorito numero uno per sedersi su quella poltrona prestigiosa, ma scomoda in alcuni casi. Il nuovo numero uno della Federazione, che sia l’attuale “capo” della Lega Nazionale Dilettanti, o qualcun altro, dovrà scegliere anche il prossimo Commissario tecnico della nazionale azzurra. Una scelta difficile, in virtù del dopo Prandelli che, nonostante tutto, nel suo quadriennio sulla panchina dell’Italia ha ottenuto un secondo posto all’Europeo del 2012. In quel frangente, nella finale di Kiev, fummo battuti dalla Spagna con un secco 4-0, ma ciononostante esisteva la consapevolezza di poter disputare un buon campionato del mondo due anni dopo.
In Brasile, purtroppo, è successo di tutto, con calciatori quasi alle mani e tanto altro che evito di scrivere nuovamente. Il prossimo 11 agosto, quindi, oltre ad avere ufficialmente un nuovo padrone del mondo pallonaro italiano, potremmo anche capire chi sarà il neo Ct di una nazionale impegnata, dal mese di settembre, nelle qualificazioni per Euro 2016. In questi giorni si sono fatti tanti nomi. Da Mancini a Capello, passando per Guidolin, Allegri e Zaccheroni, con la clamorosa ipotesi Antonio Conte. Proprio su questo vogliamo soffermarci, per una serie di motivi che toccano anche temi extracalcistici. L’attuale tecnico della Juventus è apprezzato per la sua fame di vittoria che non cala mai, nemmeno dopo numerosi trionfi in pochi anni. La cosa che colpisce, però, è l’indiscrezione lanciata da alcuni giornali che avallano questa candidatura a sorpresa. Ripensiamo al trattamento riservato ad Antonio Conte solo due anni fa, per una storia di “calcioscommesse” che, ancora oggi, fa discutere.
In quel caso, il trainer salentino fu sbattuto in prima pagina dalla maggior parte dei quotidiani sportivi e non solo, che evidentemente avevano trovato il capro espiatorio per una vicenda grottesca. Ricordate Filippo Carobbio? Ricordate le sue parole, poi ritrattate, che si scontrarono con le dichiarazioni degli altri calciatori del Siena (squadra all’epoca dei fatti allenata da Conte) convinti della buona fede del proprio mister? Ecco, in quel frangente, che alla fine portò alla squalifica di 4 mesi del trainer, nessuno della Figc mosse un dito per fare chiarezza su un avvenimento discutibile sotto tutti i punti di vista. Adesso, in barba alla coerenza tipicamente tricolore, Antonio Conte potrebbe diventare il nuovo “Salvatore della patria”, con tanti saluti al rispetto che dovrebbe esserci tra gli uomini. Ma si sa, l’ex centrocampista della Juventus non ha mai dimenticato tutto questo e rimarrà in bianconero. Con buona pace di tutti.
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