Era iniziato tutto da dove era finito. Dal goal di Pirlo negli ultimi 3 secondi il 30 novembre, all’ennesimo capolavoro su punizione del regista della Nazionale, al 35esimo minuto, dove Padelli poco poteva. Sembrava un film già visto e scritto, come ormai succedeva da molti anni a questa parte sulla sponda granata di Torino. E invece questa volta qualcuno ha voluto cambiare il finale, che ormai sembrava diventato monotono. Dopo venti lunghissimi anni, il Torino torna a vincere il derby della Mole, contro la Juventus. L’ultima volta che i granata vinsero con i bianconeri, era il 25 gennaio del 1995. Un eternità. Una voglia di gridare soffocata per troppo tempo. Quel giorno finì 3-2, con Vialli che rispose per due volte ai goal di Rizzitelli, ma che dovette arrendersi al terzo goal decisivo di Angloma. Questa volta invece finisce 2-1, stesso risultato dell’andata, ma invertiti protagonisti e antagonisti.
Il goal che replica a Pirlo è di Darmian, che beffa Buffon allo scadere del primo tempo. La rete della vittoria invece è di Quagliarella. E poco importa del suo passato bianconero, poco importa delle frasi dette all’andata che non erano andate giù ai tifosi granata. Quagliarella è il nuovo eroe della patria, l’uomo simbolo insieme a Darmian di questa vittoria. Una vittoria che avrebbe potuto essere da incorniciare, che avrebbe dovuto essere la festa del Torino, e che invece è stata macchiata da episodi pre-gara alquanto spiacevoli. Prima l’assalto al bus della Juventus, poi i petardi e le bombe carta in curva. Il verdetto è di 11 feriti e 5 arrestati. Individuati e poi portati via, con gli uomini della Digos che si infilano tra gli ultrà sugli spalti e vanno a prendere i colpevoli inchiodati dalle telecamere. Risposta decisa della Polizia, finalmente il giusto trattamento per chi prova a rovinare il gioco più bello del mondo. Poteva andare peggio, e invece le forze dell’ordine sono state esemplari.
Immagini e video a cui non vorremo mai assistere, come quelli che vedono il pullman con i giocatori della Juventus arrivare allo Stadio Olimpico, accolti da sputi, lanci di oggetti e pietre che rompono anche un vetro. Un pietra lanciata da un padre che accompagnava in braccio il figlio allo stadio. Insomma gesti che non rispecchiano lo stile granata, quello combattente, quello passionale e romantico, quello capace nonostante le aspettative di compiere due imprese d’altri tempi. La stagione infatti, non era iniziata alla grande. Posizione numero 17 alla quattordicesima giornata, le partenze di Immobile e Cerci che avevano portato i granata sull’orlo del baratro. Poi il riscatto, un girone di ritorno strepitoso, con il raggiungimento degli ottavi di finale di Europa League. L’impresa è quella dei sedicesimi di finale, dove il Torino diventa la prima italiana ad espugnare il San Mames di Bilbao battendo l’Athletic per 3-2.
Orgoglio granata, ma anche orgoglio nazionale. Celebrata da tutta la stampa, italiana e iberica. Questo è il Torino e lo spirito granata, e si spera che gli episodi che hanno trasformato l’Olimpico di Torino in un teatro di violenze, possano non ripetersi mai più. Lo stesso Cairo a fine partita ha voluto dire la sua: “Prima c’erano i beceri striscioni e ora le bombe carta. Bisogna metterci un punto e smetterla. Spiace che certi non tifosi abbiano rovinato tutto”. Presa di posizione quindi del presidente del Torino, parole chiare e forti, che tanto assomigliano a quelle di Pallotta in occasione di Roma-Napoli. La speranza però, è che la reazione dei tifosi del Torino non sia la stessa di quelli della Roma. Ora però, vogliamo dimenticarci di tutto questo e aprire finalmente il nostro giornale sportivo preferito, che da vent’anni ormai non titolava più: Torino è granata!
Credits Cover: www.zimbo.com