Addentrarsi nell’universo infinito e variegato dei fumetti non è un qualcosa di semplice; ancora più difficile poi per un cronista provare a raccontare l’enormità di aspetti tecnici, artistici, persino sociali e culturali che si celano dietro le tavole da disegno. Se da un lato, lo straordinario successo del binomio cinema- fumetto infatti sta riuscendo a riscrivere le regole dell’animazione diventando fenomeno di massa, dall’altro l’essenza che si cela dietro l’alchimia di una storia disegnata, resta ancora in parte un mistero.

Un’infinita di stili e codici infatti danno vita di fatto ad una realtà parallela tanto interessante quanto forse poco conosciuta. Che si sia fan di grandi classici come “Dylan Dog”, appassionati dei supereroi Marvel e Dc Comics, o affascinati dai manga orientali, la magia delle pagine di un fumetto riesce a far regredire incondizionatamente ad una sorta di “isola felice”, non tanto per la verosimiglianza del protagonista, né per il realismo della storia, quanto perché riesce ad accedere a dei veri e propri tasti dell’anima. I fumetti, frettolosamente apostrofati come un fenomeno di bassa rilevanza sociale, e superficialmente ghettizzati, stanno avendo oggi la loro piccola- grande rivincita. Per cercare di comprendere il complicato ma affascinante sistema che si cela dietro a questa realtà, Il Giornale Digitale ha chiesto ad Aurelio Mazzara di raccontare e condividere la sua esperienza da disegnatore.

Aurelio è un bell’esempio di quell’abnegazione che permette, seppure non senza fatica, ad un ragazzo di poter coronare un “sogno” professionale, unendo talento ed impegno per riuscire ad affermarsi. Prova a spiegare le fasi del suo percorso, e a svelare un poco di quei misteri che si celano dietro i suoi fumetti.

[Photo Credits: profilo Facebook Aurelio Mazzara]
[Photo Credits: profilo Facebook Aurelio Mazzara]

Com’è nata la passione per i fumetti?

Credo di aver iniziato a disegnare prima ancora di imparare a parlare! Mi racconta mia madre che mentre gli altri bambini giocavano , io passavo il mio tempo libero disegnando, spesso copiando le immagini dei giocattoli e delle action figures , che già adoravo e che tutt’ora continuo a collezionare. La passione vera e propria per i fumetti è scaturita nel momento in cui mio padre mi comprò un fumetto dell’Uomo Ragno, ancora oggi il mio supereroe preferito. Da quel momento in poi iniziai a collezionare e divorare fumetti.

[Photo Credits: tavole di Aurelio Mazzara per Disney]
[Photo Credits: tavole di Aurelio Mazzara per Disney]

Quali erano degli autori che l’hanno colpita particolarmente da giovane?

Gli autori che mi colpirono maggiormente sono quelli che ad oggi continuo ad osservare e studiare come fonte di ispirazione. In un primo periodo rimasi estasiato dallo Spiderman dinamico ed iper dettagliato di Todd Mcfarlane, seguito da quello di Erik Larsen, autore che continuo a seguire per le sue pagine iper cinetiche, e dagli spettacolari X-Men di Jim Lee. Oggi quelli che posso affermare essere i miei punti di riferimento a livello autoriale sono Giuseppe Camuncoli, Stuart Immonen , Joe Quesada, Ryan Ottley, Humberto Ramos e Pepe Larraz.

[Photo Credits: tavole di Aurelio Mazzara per Lion Forge]
[Photo Credits: tavole di Aurelio Mazzara per Lion Forge]

Qual è stata la sua formazione e che percorso ha intrapreso per diventare un disegnatore?

Dopo aver preso il diploma al Liceo artistico, decisi di iscrivermi al D.A.M.S di Palermo, ma poco tempo dopo capii che la mia strada non era quella, ed essendo venuto a conoscenza di un corso di fumetto regionale decisi di provare a darmi una possibilità. Terminato il corso iniziai a frequentare diverse fiere del fumetto, raccogliendo i numerosi e preziosi consigli che ricevevo dai professionisti del settore. Rendendomi conto che il mio stile presentasse ancora numerose lacune, presi in considerazione l’idea di frequentare la Scuola del Fumetto di Palermo, dove ho avuto la possibilità di affinare la tecnica e colmare le mie lacune attraverso i consigli di professionisti del settore, quali Giuseppe Franzella, Marco Failla, Massimo Asaro e Claudio Stassi.

[Photo Credits: tavole di Aurelio Mazzara per Ape Entertainment]
[Photo Credits: tavole di Aurelio Mazzara per Ape Entertainment]

La tecnologia ha inevitabilmente modificato parte del vostro lavoro, nonostante la sua giovane età, ha avuto modo di vivere una sorta di passaggio dal cartaceo al digitale?

Assolutamente si. Due anni fa, contemporaneamente al mio ingaggio alla Disney, decisi di acquistare la Cintiq. Posso dire che questo passaggio ha fatto si che accorciassi i tempi di consegna e rispettassi le deadline. Anche se nonostante le numerosissime agevolazioni della tecnologia, continuo a preferire cellulosa e grafite.

[Photo Credits: tavole di Aurelio Mazzara]
[Photo Credits: tavole di Aurelio Mazzara]

Creare un fumetto è un lavoro lungo e complesso; ma se dovesse cercare di semplificare, quali sono le fasi principali che portano alla realizzazione?

Una buona idea. Una sceneggiatura solida. Un buon storytelling, che personalmente considero più importante del bel disegno.

[Photo Credits: tavole di Aurelio Mazzara per IDW Skylanders]
[Photo Credits: tavole di Aurelio Mazzara per IDW Skylanders]

Dopo aver intervistato Aurelio, non ho potuto fare a meno di andare a rivedere alcuni fumetti a cui sono particolarmente legato. E penso che in fin dei conti il successo e il riconoscimento che oggi sta avendo la sua professione non è soltanto meritato, ma inevitabile. Magari sì, s’è perso un poco di quel romanticismo e di aria “alternativa” attorno alla figura del fumettista, magari la massificazione a cui sta andando incontro può far si che in parte il messaggio di tanti lavori vada perduto a scapito della semplice forza delle immagini, che una sceneggiatura cinematografica possa traviare la bellezza di una storia.

La forza di poter raccontare una storia dal nulla con una tavola da disegno, invece, quella resta. Il potere dei fumetti, la bellezza dell’immaginazione.

[Cover Credits: Profilo Facebook Aurelio Mazzara]