Se c’è una cosa che il calcio italiano può imparare, già da stasera, è che il risultato, la vittoria e il trionfo contano, ma fino ad un certo punto. La favola del Bari, dal silenzio assordante del San Nicola, dall’abbandono e dalla zona retrocessione ad un passo dalla finale play off, non è finita qui. Si è solo trasformata in leggenda. Perché sono sicuro che questo ragazzi, che con il solito grande cuore hanno lottato fino all’ultimo secondo, anche contro episodi quanto meno discutibili, hanno lasciato un segno non solo in città, ma nella storia recente del calcio italiano.

Lo dico da giornalista tifoso, una brutta categoria da cui diffidare sempre, ma ci sono dei dati che lo dimostrano. Il numero di spettatori (quasi 2000.000) delle ultime 10 partite è solo quello più importante. A Bari è tornata la voglia di sognare a prescindere dal finale, perché si sa che le favole sono belle proprio perché sono imperfette. Non amo soffermarmi sugli episodi. Quando fai una rincorsa come questa, quando arrivi settimo, ci sta che l’avversario abbia la meglio. Il Latina ha dimostrato di essere una squadra solida, capace di reagire, organizzata e con un grande allenatore. Ne sentiremo parlare di Breda. È arrivato terzo e si giocherà la finale con il Cesena che è arrivato quarto. Tutto fila, no surprise.

Ma il Bari esce a testa, anzi a cresta, altissima. Non tanto perché forse avrebbe anche meritato di vincere (abbiamo detto che non importa) quanto perché esce tra gli applausi, e tra i ringraziamenti e non con risse vergognose o polemiche viste su altri campi dei play off. Sono convinto che la storia continuerà, ve ne accorgerete quando ci saranno migliaia di persone, domattina alle 11.25, ad accogliere i ragazzi in città. Lo meritano, accadrà, perché questo stasera è il senso del calcio. Il Bari o la Bari (è ora di decidere come la vogliamo chiamare) ripartirà con una base solida, con un numero incredibile di abbonati e potrà costruire con criterio, e non solo con entusiasmo, la propria storia. La base c’è, la Società anche ma soprattutto, adesso, ci sono i tifosi.

Complimenti al Latina quindi. Al Cesena guidato da Bisoli, con un Marilungo che sembra aver ritrovato la condizione di un tempo. In bocca a lupo a chi andrà in A, ma mi sento di dire che la Serie A perde una grande protagonista che avrebbe riportato entusiasmo, spettatori, stadi di nuovo pieni. Sarà per un’altra volta. Abodi si starà fregando le mani. Tra Bari, Bologna e Catania avrà numeri importanti anche per i diritti televisivi.

A proposito, sarebbe ora che Sky ricominci a trasmettere in chiaro la serie B, magari della Ligue1 francese possiamo anche farne a meno. Certo, se volessimo tornare a competere con altri campionati queste tre piazze dovrebbero stare da un’altra parte. Ma le favole non hanno serie e i giocatori, questo, devono saperlo. Nella storia del Bari, loro, occuperanno per sempre un posto di rilievo. Insieme a quel gentiluomo di Alberti, un altro allenatore di cui sentiremo parlare. Ve lo dice uno che di pallone e di Bari se ne intende. Andate a prenderli all’aeroporto voi che vivete a Bari.

Credits Cover: foto Sky Sport