La vita è un dono prezioso: non può essere sprecata per un cattivo comportamento sulle strade. Sembra uno slogan, specialmente per quanto concerne i giovani, ma non lo è. Nell’ultimo periodo, infatti, la percentuale delle vittime della strada ha registrato una piccola diminuzione, malgrado ciò questo problema è di difficile risoluzione. Tante tragedie sono imputabili a strade dissestate, paragonabili a un formaggio groviera, che non aiutano di certo i guidatori soprattutto in quelle giornate difficili dal punto di vista meteorologico. Secondo un recente rapporto dell’Istat, nel 2014 si sono registrati 177.031 incidenti con lesioni a persone, ossia il 2,5% in meno rispetto al 2013.
Oltre alle strade, anche l’assunzione di sostanze stupefacenti e l’alcool fa la sua parte. Lo stesso Istituto nazionale di Statistica, alcuni mesi fa, ha diffuso i numeri riguardanti l’uso e l’abuso di sostanze alcoliche in Italia. L’indagine, che raggruppa le statistiche del 2014, viene rapportata agli stessi dati del 2005, conseguiti su un campione di quasi 24.000 famiglie italiane. Così, si evince che il 63% dei cittadini, con età superiore agli 11 anni, ha bevuto bibite alcoliche. Di questi, il 32,8% ha più di 65 anni, un’età difficile per smaltire gradualmente l’alcool ingerito. Passando ai giovani, stando ai dati dell’Istat, la fascia di età che va dai 18 ai 24 anni consuma una grossa quantità di cosiddetti superalcolici (54,6%). A bere sono più gli uomini, capaci di assumere altri alcolici a differenze delle donne, che preferiscono vino e birra.

Ma il problema principale riguarda l’età nella quale i ragazzi iniziano a far consumo di alcolici. Basti pensare che fino ai 15 anni il 90% dei giovani non beve nessun tipo di bibita “inebriante”. Dai 16 anni in su, il 43,4% dei ragazzi finisce per assumere sostanze alcoliche; questo dato aumenta se parliamo di persone con fascia di età 18-27 anni. Insomma, anche l’alcool, abbinato all’uso di droghe, provoca incidenti spesso mortali soprattutto il sabato sera. Quando si parla di stragi del week-end, spesse volte, sono i giovani ad essere coinvolti, ignari, forse, del senso della vita. Proprio per parlare di questo argomento così delicato, Il Giornale Digitale ha intervistato uno dei maggiori esponenti di BastaUnAttimo, la campagna nazionale sulla sicurezza stradale contro le stragi del sabato sera.
Un progetto interessante, presentato nel 2007, che ha il compito di sensibilizzare i più giovani a sviluppare l’attenzione ai pericoli e alle insidie che possono essere presenti sulle strade. BastaUnAttimo, con una serie di attività presentate attraverso il proprio portale (www.bastaunattimo.it) divulga tutte le sue iniziative che hanno il compito di informare tutti, ma i ragazzi in particolare, su questa problematica. Collaborazioni con le scuole, con le Federazioni sportive, fanno altresì da contorno alla divulgazione del messaggio. Con il portavoce di BastaUnAttimo, Carmelo Lentino, abbiamo approfondito maggiormente l’attività e l’efficacia di questa campagna.
Carmelo, di cosa si occupa la vostra associazione?
BastaUnAttimo è la campagna nazionale sulla sicurezza stradale e contro le stragi del sabato sera promossa dall’Assogiovani e dal Forum Nazionale dei Giovani. Intende sensibilizzare, altresì, le Istituzioni e soprattutto i giovani. BastaUnAttimo è nata per cercare di approfondire le dinamiche sulla sicurezza in strada.
Perché proprio questo nome?
Il nome BastaUnAttimo è nato perchè vogliamo far passare il concetto che, in una frazione di secondo, può cambiare la vita propria o quella degli altri. Un solo attimo può essere fatale per essere vittima di incidenti stradali e per qualsiasi cosa. Ripeto: il nome è legato al concetto di tempo.

L’associazione ha riscontrato un aumento di giovani vittime negli ultimi anni?
Non c’è un aumento delle vittime, bensì un abbassamento stando agli ultimi trend. L’Italia, proprio su questo dato, ha fallito nel 2010 e, se continua così, dovrà registrare un nuovo risultato negativo anche nel 2015. Il problema principale è individuato nella mancanza di un coordinamento tra le forze dell’ordine e le Istituzioni. Manca, poi, un Comitato Interministeriale sulla Sicurezza Stradale. Basti pensare che il nostro Paese si trova in 14^ posizione nella speciale graduatoria dei morti sulla strada.
La cosiddetta “moda” di consumare alcolici si sta propagando a macchia d’olio?
Ovviamente le stragi del sabato sera sono collegate alle assunzioni, da parte dei giovani, di alcool e droghe. Non è però la causa maggiore. Può capitare, infatti, di provocare incidenti perchè una persona è impegnata al cellulare. Dunque, per distrazione.

Cosa direbbe a un giovane prima di mettersi alla guida?
Bisogna stare molto attenti perchè un incidente può provocare danni irreparabili. I ragazzi, ma non solo, quando si mettono alla guida devono essere responsabili e, se qualcuno si sente di non essere all’altezza, deve cedere il mezzo a quella persona che, ad esempio, è sobria.
Lanci un appello affinché le stragi del sabato sera, ma non solo, finiscano.
Gli appelli devono essere fatti anche dalle Istituzioni. Dobbiamo formare, sin dai primi anni, i ragazzi nelle scuole, facendo capire l’importanza della responsabilità. E poi, il Governo deve fare una legge ad hoc per la sicurezza stradale.