La sfida che attende Batman v Superman: Dawn of Justice non è di certo tra le più facili. Unire in un solo grande film i due eroi più longevi e di successo della storia dei fumetti e farli scontrare ribaltando così quella dicotomia definita tra buoni e cattivi alla base da sempre di questi film. Da un lato l’oscuro uomo-pipistrello di Ghotam City, in crisi da mezza età, pieno di acciacchi e stanco di dover salvare di continuo la sua città; dall’altra il figlio di Kripton che svolazza con la sua tuta blu e si erge a paladino della legge. Difficile immaginare due supereroi tanto differenti tra loro, quanto allo stesso tempo ugualmente affascinanti e il cui mito appaia tanto intramontabile. La Dc Comics prova a fare il grande salto di qualità, imita da lontano le mosse (sempre vincenti) dell’eterna rivale Marvel, e risponde così, mettendo sul piatto i suoi due pezzi da novanta, all’altro grande kolossal dell’anno, quel “Civil War” che vedrà affrontarsi sul grande schermo a Maggio Capitan America e Iron Man.

Credits: moviepilot.com
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Segretezza massima attorno alla pellicola che segna un’espansione dell’universo Dc in un ipotetico secondo capitolo di “Man of Steel”. Zack Snyder, confermato alla regia, ha dimostrato di riuscire a conferire un tono dark ad una storia da sempre contraddistinta da una patina di humour e voluta esagerazione (basti pensare alle pellicole con Christopher Reeve). Il paradosso che accompagnerà l’intera pellicola sta proprio nel ribaltamento dei due protagonisti, con il Superman interpretato da Henry Cavill, che sull’orma de “L’uomo d’acciaio” sembra aver abbandonato il suo lato più ironico, ed un Batman che invece, al contrario di quello interpretato da Christian Bale, sarà molto meno “antipatico”. E attorno alla riuscita o meno del personaggio di Ben Affleck si giocherà il grosso del film; i dialoghi con il fido Alfred (Jeremy Irons) segnano le parti più leggere della pellicola insieme a quelle al fianco di una bellissima Wonder Woman (Gal Godot). Facile avere dubbi su un attore che ha sulle spalle il peso di far dimenticare il Cavaliere Oscuro di Nolan, ma almeno dalle prime indiscrezioni il compito sembra essere riuscito in pieno.

Credits: Warner Bros
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E se la stranezza del film sta nel vedere due “buoni” contrapposti tra loro, la trama impone la presenza di un villain tradizionale, e chi meglio allora del geniale Lex Luthor, spietato uomo d’affari e acerrimo rivale per antonomasia di Superman? Il ruolo affidato a Jesse Eisenberg (il Mark Zuckerberg di “The Social Network”) è una delle grandi scommesse di Snyder; un Luthor così giovane non si era mai visto, ancora lontano anni luce dal cinico personaggio entrato nel mito con l’interpretazione di Gene Hackman, ma già estremamente affascinante e geniale. Il resto del cast è composto da ottimi comprimari che ricalcano il gruppo di “Men of Steel”, dalla sempre bravissima Amy Adams, una Lois Laine combattiva e molto meno ingenua di quella tradizionale, al Perry White, direttore del Daily Planet, interpretato da Laurence Fishburne.

Credits: Warner Bros
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La storia inevitabilmente gira attorno agli effetti speciali, allo stupore dei fantastici macchinari che Bruce Wayne inventa per tenere testa al quasi imbattibile rivale e alla spettacolarità che comporta uno scontro tra veri e propri titani. Ma se ci si aspetta che l’intero film sia basato su questo scontro epico, si potrebbe restare delusi. Non ci sono nè vincitori nè vinti, le motivazioni che spingono i due ad affrontarsi diventano irrisorie rispetto ad un pericolo imminente e una nuova alleanza diventa così indispensabile gettando le basi per la Justice League. Anche in questo la sceneggiatura sembra ricalcare la storyline della rivale Marvel (l’arrivo di Thanos, la “Civil War” che anticipa il prossimo capitolo degli Avengers), col rischio neppure tanto remoto di creare un facile confronto diretto dalla quale, nonostante l’epicità dei due protagonisti messi in campo, rischia di uscirne malconcia.

Credits: Warner Bros
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“Batman v Superman: Dawn of Justice” uscirà nelle sale italiane il 23 Marzo e si preannuncia come il grande campione di incassi della primavera cinematografica. Tra qualche dubbio e le tante certezze che si tratti di un prodotto di assoluta spettacolarità, segnerà comunque un passaggio fondamentale per l’evoluzione del genere e per i suoi possibili sviluppi futuri. Magari col benestare di una parte di critica che continua a storcere il naso davanti a questo tipo di pellicole. A volte si dimentica, infatti, che quello che si chiede a questi film è di regalare un paio di ore di spensieratezza e di puro divertimento, lasciando stare da parte, almeno stavolta, gli innumerevoli tentativi di definire sul piano culturale i comic movie, di dover per forza etichettare sotto una prospettiva sociologica le azioni di eroi che di “normale” non dovrebbero avere quasi nulla.