Lo scorso 22 Febbraio il ritorno di Benedetta Parodi nel preserale di Real Time con La cuoca bendata, in onda dal lunedì al venerdì alle 19.10 per portare in sfida ai fornelli ora personaggi noti – come le ex Veline e gli speaker di Radio Italia – ora gente comune per 60 puntate in due manche per 30 minuti di intrattenimento tra cucina, assaggi ad occhi chiusi e la proclamazione del vincitore con il sorriso della padrona di casa a sigillare il successo di ogni puntata (1,03% di share la scorsa puntata del 9 Marzo).

Benedetta Parodi, il 12 Marzo a Napoli per dare il via al roadshow italiano per i casting della quarta edizione di Bake Off Italia, il talent show dedicato al Baking in onda sempre su Real Time, presidia la TV alternandosi tra i fornelli e le vesti di ‘giudice’, ma sempre fedele al comune denominatore dei suoi programmi: la cucina, quella genuina, scevra da imbellettamenti costruiti e intrisa di passione. Ed è la passione per la cucina che ha fatto entrare Benedetta nella TV degli italiani così come la sua spontaneità e il fare ‘familiare’ l’ha sedimentata nel cuore delle aficionadas che la seguono dal 2008 con il suo esordio in Cotto e mangiato, dismessi i panni dell’anchor-woman per Studio Aperto su Italia 1.

Mi piace fare avvicinare la gente al meraviglioso mondo della cucina, spiegando quanto può essere divertente e bello stare ai fornelli” si legge nel sito che la racconta. Un accompagnamento nel mondo culinario che passa attraverso lo show televisivo o i libri di ricette che Benedetta elabora in famiglia e regala al suo pubblico, come le ultime 150 fatiche racchiuse nel libro lanciato lo scorso mese di Settembre, Ricette in famiglia.

Una carrellata di prodotti televisivi riusciti – da I menù di Benedetta a Bake Off Italia, da Molto Bene all’ultimo format TV – per consacrarla un’amabile ‘pasticciona’, come lei stessa si è definita a Vanity Fair in intervista, che con autoironia sfida gli ascolti.

In intervista ci ha svelato qualcosa in più.

Credits: Real Time TV
Credits: Real Time TV

La cucina a tuo avviso è più difficile farla o giudicarla?

Non saprei. La mia esperienza di giudice ne La cuoca bendata è minima. In questo show il mio è un assaggio. Sicuramente è più facile che cucinare. Quando però ti trovi in un talent show con dieci concorrenti e giudichi anche persone la cui carriera professionale dipende dal tuo assaggio, allora diventa un’altra cosa.

In La cuoca bendata i concorrenti sono chiamati – bendati – a giudicare i piatti. Inconsapevolmente anche il proprio. Uno stimolo all’autocritica. Quanto è importante in cucina essere autocritici e quanto poi gli chef – non quindi i cuochi dilettanti – sono in grado di farlo?

L’autocritica è una questione di gusto. Se una cosa ti piace va bene, altrimenti non la mangi. La cucina è soggettiva. Non può essere più di tanto messa in discussione. Non saprei come si comportano i grandi chef, certamente devono farsi delle domande e mettersi in gioco, altrimenti non progrediscono.

Nei panni di un giudice, che giudice ti ritieni?

In questo programma nello specifico il mio ruolo di giudice è abbastanza ridicolo. Assaggio due piatti e vedo quale mi piace di più in 1 minuto. Non sono un giudice. Sono una persona che cucina e che insegna a cucinare in maniera semplice e divertente. L’escamotage dell’assaggio al buio in questo programma è un divertimento, ma il mio ruolo in generale è lontano dall’esprimere giudizi.

Credits: Gianluca Saragò
Credits: Gianluca Saragò

C’è qualcosa su cui non transigi quando assaggi un piatto?

Il sale. Questo è quello che fa la differenza, soprattutto se sei bendato.

Con chi tra gli chef mediaticamente più noti – oltre a coloro con cui hai duettato già, da Cannavacciuolo a Barbieri – vorresti dividere i fornelli e di quale apprezzi particolarmente lo stile in cucina?

Mi manca duettare con Borghese. Mi sono sempre divertita molto con tutti. Sono tutti grandi Maestri e non saprei dire quale apprezzo di più.

Quando tu sei invitata a cena, che commensale sei?

Sono molto complimentosa. Non critico. Apprezzo lo sforzo fatto da qualcuno nel cucinare per me.

C’è un piatto che proprio non deve esserti servito a tavola?

Non posso mangiare le uova di pesce, anche se mi piacciono, perché mi fanno stare male. Ma in termini di gusto mi piace tutto.

Parlando di programmi di cucina e libri di ricette che ti vedono amichevolmente in competizione con Antonella Clerici, c’è mai stata invece una reale competizione tra voi? Vi siete mai confrontate sulle vostre esperienze, sebbene poi voi abbiate panni differenti nell’andare in scena?

Ci conosciamo. Abbiamo anche presentato insieme i nostri libri perché siamo nella stessa casa editrice. Sono stata ospite anche nel suo programma. C’è stima reciproca. Non ci frequentiamo perché viviamo in città diverse, ma penso che andremmo molto d’accordo. Non c’è alcuna rivalità.

Ti piacerebbe essere la protagonista di una parodia a cura magari di Lucia Ocone o Virginia Raffaele, per esempio? Lucia imita Anna Moroni in cucina e il pubblico la adora. Tu come la vivresti?

Ai tempi di Cotto e Mangiato ricordo la mia imitazione dei Fichi D’india a Colorado Cafè e mi divertivo molto. Sicuramente non sono una persona permalosa.

la cuoca bendata

La cucina in TV oggi è certamente protagonista. Quanto c’è di moda e tendenza e quanto di vero in ciò che poi è prima di tutto arte e passione?

Gli chef che sono protagonisti dei talent show di oggi sono senza dubbio artisti della cucina. Per arrivare dove sono hanno dimostrato di essere dei grandi chef. Sicuramente ci saranno anche tante persone che cucinano solo per moda. Ci sta anche quello. Può essere giusto seguire una moda per ottenere successo e visibilità. Chi sono io per giudicare. Dalla TV comunque viene fuori quando una cosa viene fatta con sincerità o meno.

Alla conduzione di un programma di coaching o un cooking show esclusivamente vegano come ti vedresti?

Non sarei a mio agio (ride, ndr.)

Ti manca l’attività giornalistica? Senti mai nostalgia del tuo ruolo di anchor-woman?

No, affatto. Forse mi manca giusto l’indipendenza. Nel senso che un giornalista fa tutto da sé, mentre nel momento in cui sei conduttrice di un programma affidi molto agli altri e questo decentramento un po’ mi spiace. Ma non mi manca assolutamente il giornalismo.

Ci salutiamo parlando di ciò che hai forse di più caro, i tuoi figli. Se i tuoi figli non fossero così partecipi nel tuo lavoro, magari a volte aiutandoti nel lato creativo in cucina, sarebbe lo stesso per te?

Loro assaggiano quello che io cucino, quindi sono i miei referenti. Eleonora sì, è appassionata di cucina e mi consiglia a volte anche nelle ricette. Gli altri due – una perché poco interessata, l’altro perché troppo piccolo – non partecipano molto. Semmai sono cavie inconsapevoli del mio lavoro (ride, ndr.)

Grazie a Benedetta Parodi da Il Giornale Digitale.