Un Silvio vintage torna a parlare apertamente al Tg5 di cosa realmente pensa del piano Renzi. La presentazione della Legge di Stabilità che ha portato allo scontro anche le amministrazioni regionali e comunali, ha indispettito chiaramente Silvio Berlusconi che, almeno da quello che traspare nell’intervista rilasciata al telegiornale Mediaset, non poteva starsene in silenzio. Berlusconi appare rilassato e chiaramente in vena di analisi circa la situazione politica. Richiama così le elezioni europee, l’insuccesso della politica che investe l’Italia, confermata poi anche da alcuni dati come quelli derivanti dai salotti dei talk in ribasso. Un male che viene poi peggiorato dall’abilità di qualcuno di cavalcare l’onda e raccogliere consensi facilmente.
La lezione di Berlusconi su Renzi ha un gusto retrò, per una serie di titoli che si potrebbero accostare come: “Il vecchio e il giovane“, “Vi spiego i giochetti di Renzi perché li conosco bene” e altre facili ironie che non si sprecherebbero di certo. La verità per Berlusconi non sta nel mezzo: l’accusa è quella che Renzi è piuttosto furbo e usa una tecnica vecchia di anni, una sorta di “una mano lava l’altra“.
Il Cavaliere rassicura, alla domanda del giornalista, che nel futuro non si paventa nessuna chiusura di Forza Italia che anzi intende estendersi territorialmente. L’idea è quella che parrebbe ormai il trend in voga fra i partiti e non, se si pensa al Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, dell’ “invadere” le città con proprie rappresentanze, così da rendere più facile la partecipazione del cittadino, la sua accessibilità alla politica. Senza chiedersi se poi il cittadino è veramente d’accordo. L’idea di Berlusconi in cattedra che si presenta come un salvatore della Patria dai soliti politici di cui la gente è stanca, la stessa gente che non è andata a votare alle ultime elezioni europee anche perché mancava proprio lui, Silvio, non è nuova di certo ma forse qualcuno l’aveva dimenticata. Rassicurante dunque, sia nei gesti che nei sorrisi. Renzi dichiara di essere il primo ad abbassare le tasse ma il Cavaliere è pronto a smentirlo dicendo che nei 20 anni passati fra libertà e benessere, sono stati anni in cui i “nostri governi” hanno abbassato le tasse.
Il discorso inciampa chiaramente nella Legge di Stabilità, in auge nell’ultima settimana e qui, come direbbe qualcuno, “son dolori”. Berlusconi sorride sornione e lancia la stoccata dichiarando che le misure annunciate da Renzi sono un già visto, un revival condito con il populismo abilmente orchestrato da Renzi, al quale appunto riconosce la capacità politica del convincere e mischiare le carte in tavola alla maniera di un illusionista. Capacità usata secondo Berlusconi in maniera esemplare con il bonus degli 80 euro che cela invece l’aumento di tasse e imposte perfino sulla casa. E poi la legge elettorale. Qui il confine fra lezione e chiacchierata diventa più labile. Quello infatti che accomuna Silvio e Renzi sarebbe l’intenzione di raggiungere la perfezione di una legge elettorale che garantisca la governabilità, eliminando la frazionalità del voto che è una delle conseguenze più disastrose da quando gli italiani vanno a votare. Tocca anche il discorso della par condicio, non mancando di sottolineare che si tratta di una legge volutamente introdotta per danneggiarlo: quella legge rende, a suo dire, il voto troppo frammentario e quindi poco traducibile in governabilità.
Questa dunque l’analisi che il Cavaliere esplica in tv. A quanti hanno sulla punta della lingua il detto “Si stava meglio quando si stava peggio” le dichiarazioni di Berlusconi saranno sembrate manna dal cielo. La Legge di Stabilità sta mietendo vittime e le polemiche crescono come funghi ed era normale aspettarsi certe reazioni. Il problema principale però sta nella fiacca sezione degli elettori di qualsiasi partito o movimento. La diatriba con le Regioni preoccupate dei tagli che dovranno effettuare per far fronte alle spese tagliate dalla Legge di Stabilità che si prevede sarà uno scossone, alimenta la sensazione del precario e Berlusconi è subito pronto a cavalcare l’onda. C’è chi come Maroni nei giorni scorsi minaccia lo sciopero fiscale e chi come Berlusconi insinua il dubbio a chi lo ascolta, preoccupandolo su possibili rincari per quanto riguarda i servizi al cittadino, i principali servizi, come i trasporti e la sanità.
Il tentativo, disperato o meno che possa apparire, di rianimare Forza Italia è evidente. Quale miglior idea per riallacciare i piccoli strappi nel partito se non quella di attaccare il Governo al quale al momento ci si trova all’opposizione? Berlusconi torna in televisione utilizzandola a proprio favore. L’idea del tornare sugli schermi arriva probabilmente dalla riunione a Palazzo Grazioli: la soluzione insomma per evitare che tra i gruppi parlamentari si diffondesse il panico di fronte all’idea che Forza Italia fosse in via dismissione. Una smentita pubblica e che dovrebbe essere più forte e simbolica di una riunione privata. Ma davvero questa volta Berlusconi riuscirà a scamparla? La poca compattezza del suo partito che arriva perfino a nominare nell’intervista come “movimento” (lapsus freudiano? atto mancato?), si risolverà con l’attacco da opposizione culminante nella strategia del “ve lo svelo io il vero inganno”?
[Fonte cover: www.calciomercato-inter.it]