“Riporterò il Milan in Europa, sogno la finale di Champions nel 2016”. Sono parole forti ed ambiziose quelle che Silvio Berlusconi ha proferito a riguardo degli obiettivi della società che detiene da ormai quasi trent’anni. Anni di immense gioie e tanti trofei vinti che negli ultimi tempi però appaiono sempre più come ricordi sbiaditi.
Dopo lo scudetto e la Supercoppa, conquistati nel 2011, sono state poche le gioie per i tifosi rossoneri che si son visti soffiare clamorosamente uno scudetto dalla Juve di Conte e poi hanno arrancato negli ultimi due anni collezionando un terzo posto, faticando non poco, e un ottavo posto anonimo. Filippo Inzaghi, grande eroe delle notti magiche del Diavolo (indimenticabile quella di Atene nel 2007), sta cercando di imporre un certo tipo di gioco ai suoi ragazzi ma i limiti tecnici del Milan sono evidenti e il gap emerso nello scontro diretto con la Juventus è stato a tratti imbarazzante per De Jong e compagni.
La società non ha saputo lavorare bene dopo le cessioni illustri di Ibrahimovic e Thiago Silva: alcune scelte di mercato sono state certamente illogiche. Basti pensare al caso Tevez. Sebbene Berlusconi abbia dichiarato: “Non ho mai preso in considerazione una sua militanza al Milan”, non ci si può certo dimenticare come sia naufragata la trattativa per la punta argentina ormai in procinto di trasferirsi ai rossoneri nel gennaio 2012. In quel caso, il veto all’acquisto dell’Apache, fu sancito dalla figlia Barbara, allora fidanzata dell’ex centravanti brasiliano Pato che, di conseguenza sarebbe dovuto approdare al PSG facendo guadagnare diversi milioni al Milan.
Errori di valutazione che la società paga ancora oggi. E non basta soltanto la creazione della nuova sede per allinearsi ai grandi club in Europa. Non sempre a Galliani possono riuscire i miracoli, come quelli fatti nella scorsa sessione di mercato. Servono investimenti economici mirati ed azzeccati: senza spendere troppo si possono creare grandi squadre (vedi l’Atletico Madrid). Il terzo posto è possibile ma non sarà facile. Inter, Fiorentina, Napoli e Lazio non resteranno a guardare. E se poi non arrivasse l’Europa, Berlusconi che figura ci farebbe?