Quella delle Biagiotti è la storia italiana di un successo proiettato oltre i confini, fatta di lavoro, intelligenza imprenditoriale, passione e una particolare sensibilità femminile che ha attraversato i meandri della casa di moda da 50 anni a questa parte. La maison compie infatti quest’anno mezzo secolo di attività, grazie a una dinastia di donne forti e competenti, come ama definire la sua famiglia la stilista Laura Biagiotti. Un’attività le cui basi sono solide, appoggiate su 3 donne che hanno fatto la storia di una delle maison italiane più importanti, tutta al femminile, cominciata il 30 luglio 1965 a Roma. Quell’anno Delia Soldaini Biagiotti, già creatrice delle prime divise delle hostess di Alitalia, apre una sartoria in via Salaria, nella Capitale.
L’interesse di Laura per il mondo dei tessuti e della moda si sviluppa presto, seguendo così la passione di sua madre e prendendo in mano le redini dell’atelier. L’ingresso della stilista nell’azienda spinge la casa di moda verso l’estero, catturando così l’attenzione dei buyers di tutto il mondo e a breve, nel 1972 nasce la prima collezione che sfila a Firenze nella Sala Bianca. Nello stesso anno Laura compie un passo molto importante nel fashion system italiano. Insieme a Ottavio Missoni, Walter Albini, Krizia e Gianfranco Ferrè, trasferisce il pret-à-porter da Firenze a Milano, ponendo così le basi del Made in Italy. Negli anni ’80 Laura Biagiotti è la prima a sfilare nella Cina Comunista con 30 modelle cinesi e oltre 50 abiti in seta e cashmere e poco dopo all’interno del Teatro del Cremlino a Mosca, che la accoglie nelle vesti di prima stilista italiana a sfilare nella vecchia sede del Pcus. Un privilegio che ha contribuito a renderla una vera ambasciatrice del savoir faire italiano nel mondo.
La stilista vive dal 1980 nella campagna romana di Guidonia, in un castello dell’XI secolo restaurato insieme al marito Gianni Cigna, scomparso prematuramente nel 1996. È qui, alle porte di Roma che la stilista ha spostato il suo quartier generale ed è proprio qui che Laura continua a far sognare con creazioni all’insegna di uno stile altamente femminile, che l’ha sempre distinta dagli altri stilisti. Il suo modo di fare si riflette nei suoi abiti, caratterizzati dal candore di modi gentili ed eleganti. Le linee ampie che prendono forma attorno al corpo, le forme statuarie quasi a riprodurre sulle stoffe quelle che sono le antiche bellezze della Città eterna sono gli elementi che da sempre caratterizzano le sue creazioni, in una continua ricerca dell’abito perfetto. La sua è la moda che nasce dalle vie della Capitale, quella che ha messo le radici in questo territorio, la stessa che è stata immortalata da Federico Fellini e che poi ha contribuito a portare nel mondo l’autentico made in Italy.
Il nome Biagiotti compare su uno dei giornali più importanti, conquistando anche le pagine del New York Times, che attribuisce alla designer il titolo di Queen of Cashmere per aver usato questo prezioso filato “che si trova vicino al cielo – come lei ama ricordare – a 4.500 metri, sugli altipiani della Mongolia” e per il quale la stilista nutre un profondo amore. “Il cachemire emette un calore quasi umano e ha quindi funzioni terapeutiche, Poi è un bene durevole, resiste alle mode “usa e getta” e consente di patrimonializzare un oggetto che resta a lungo con noi, come un libro o un quadro” ha dichiarato Laura in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
L’arte occupa dunque una posizione elitaria nell’ispirazione artistica della stilista e la creazione degli abiti viene percepita proprio come la realizzazione di un opera d’arte, nella continua propensione verso la perfezione. E non è un caso se il background artistico è proprio quello romano, che rappresenta da sempre una profonda fonte di ispirazione per artisti di ogni epoca. “Mia madre mi ha trasmesso la religione del lavoro, amore, passione e grande spirito di sacrificio – racconta Laura – non c’è mai gratuità, questo l’ho appreso da lei. E sono stata severa con Lavinia, non volevo che crescesse figlia unica e viziata“. Oggi è la figlia Lavinia, che rappresenta la terza generazione della maison a portare avanti il nome della casa di moda, nel ruolo di vice-presidente della stessa. Ma la ricerca dell’abito perfetto continua, perché l’opera d’arte va levigata di labor limae e se la moda ha il profumo di infinito, mezzo secolo vola in un attimo.
[Fonte Cover: rendezvousdelamode.com]