Qualunque sia il vostro disturbo, la nostra ricetta è semplice: un romanzo (o due), da prendere a intervalli regolari”.

È questo il senso della biblioterapia secondo Ella Berthoud e Susan Elderkin, autrici del best seller “Curarsi con i libri” pubblicato in Inghilterra lo scorso anno e divenuto un successo in tutta Europa (in Italia è edito da Sellerio).

L’idea di creare un libro di cure letterarie è nata dall’amicizia tra le due scrittrici: entrambe studentesse di letteratura a Cambridge hanno preso poi strade diverse, pur non perdendosi di vista. Ella e Susan hanno iniziato a fornire consigli ad amici e parenti su quali libri leggere, finchè nel 2008 sono entrate nella School of Life di Londra. Da lì il progetto di biblioterapia divenuto un sito e un libro di successo.

Le origini della biblioterapia

Della terapia a base di libri ne parlava già Aristotele che considerava la letteratura come strumento di guarigione e gli antichi romani riconobbero l’esistenza di un rapporto tra medicina e lettura. La prima accezione di libro-terapia risale agli anni ’30 quando lo psichiatra W.C.Menninger utilizzò la tecnica nel trattamento della malattia mentale. Diffua soprattutto nei paesi anglosassoni, la biblioterapia è oramai attestata scientificamente in particolar modo nel trattamento di vari disturbi psichici.
Punto di riferimento in Italia è il sito biblioterapia.it che favorisce l’utilizzo dei libri in psicoterapia, nei processi di crescita psicologica e culturale del singolo e dei gruppi, nei processi educativi e formativi.

Le parole giuste

Un mondo parallelo in cui rifugiarsi, appassionarsi a storie, idee, dimensioni. Meglio se lontani da noi e dai nostri problemi: è così che la biblioterapia può essere di supporto ad alcune terapie. Sono soprattutto i disturbi legati alla sfera dell’umore quelli in cui il libro può essere la giusta medicina. Dalla perdita del lavoro, alla fine di un amore, a un lutto, ma anche dipendenze, disturbi alimentari: la lettura del libro giusto può essere di supporto per affogare i propri pensieri tra le parole.

La fine di un amore può essere curata con la lettura di Emily Brontë, mentre per una crisi sentimentale le due autrici consigliano tra gli altri “I dolori del giovane Werther” e “Primo amore” di Ivan Turgenev.
La perdita del lavoro può essere lenita dalla lettura di “Bartleby lo scrivano” di Herman Melville, mentre l’ansia della disoccupazione con ”L’uccello che girava le viti del mondo” di Haruki Murakami.

Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway potrebbe placare la vostra rabbia, mentre la “Metamorfosi” di Franz Kafka e “Nuova grammatica finlandese” di Diego Marani sono il rimedio giusto per chi ha smarrito la propria strada.
C’è spazio anche per l’omofobia, e in questo caso la lettura giusta è “Maurice” di E.M. Forster, mentre “Uomo invisibile” di Ralph Ellison potrebbe essere il libro adatto per combattere forme discriminatorie.
Ma anche un comune mal di denti può essere lenito? Per le due autrici sì, o almeno può aiutare a sopportare la sofferenza. “Anna Karenina” di Lev Tolstoj è perfetto dato che Vronsky soffre dello stesso dolore.

Immergersi nella lettura può essere bellissimo, ma se si ha accanto un partner che non comprende questa passione come rimediare?
Le due autrici pensano anche a questo e ipotizzano due soluzioni: convertire la propria metà oppure troncare la storia d’amore.

E se ricorrete alla seconda opzione nessun timore, ci sarà un libro per superare anche questa.

[Fonte Photo Cover: theguardian.com]