Bici a pedalata assistita, bici a scatto fisso, bici ibrida, con forcella rigida o ammortizzata, bici pieghevole, vintage, tech e chi più ne ha più ne metta. Un amore che gli italiani ritrovano a circa cinquant’anni dal boom economico che lanciò la grande innovazione del XX secolo, l’automobile.
Il sorpasso è avvenuto, non a bordo di una 4 ruote ma in sella ad una bici. Secondo un recente rapporto Istat, lo scorso anno ha registrato una forte diminuzione di mezzi motorizzati in giro per i centri urbani italiani con il corrispondente aumento dei veicoli a due ruote nei capoluoghi di provincia.
A seguito della tendenza in aumento dall’inizio del 2012 che ha visto il tasso di motorizzazione urbana scendere di quasi 2 punti percentuale tra automobili e motocicli, del netto calo nel ricorrere ai mezzi pubblici (circa il 16%) e della crisi economica che ha colpito le famiglie italiane, il ricorso alle bici è stato un percorso quasi obbligato, accompagnato dalla riscoperta di un’antica passione mai completamente accantonata dagli italiani. Nel giro degli ultimi anni il mercato relativo alle due ruote prive di motore ha fatto registrare un netto incremento fino all’inesorabile sorpasso sull’immatricolazione degli autoveicoli.
Come Paese produttore, l’Italia si colloca al primo posto con quasi 3 milioni di pezzi venduti e un incremento di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. Il merito è senza dubbio anche del forte aumento dell’export, in particolare per le bici fino a 20 pollici, che ha fatto segnare un incremento di circa il 40%.
In Italia, Veneto ed Emilia Romagna, ma il nord in generale, rappresentano il punto forte delle vendite, grazie anche ad una maggiore sensibilità ed incentivazione delle amministrazioni comunali riguardo la mobilità ciclistica. Un notevole aumento si registra, però, anche al sud e nelle isole, dove vanno per la maggiore le bici elettriche.
Uno dei disincentivi maggiori nell’utilizzo, e, quindi, anche nell’acquisto è il gravoso problema legato ai furti delle bici. Da una ricerca FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e Confindustria ANCMA, ogni anno nel nostro Paese vengono rubate circa 320.000 biciclette dei 4 milioni che circolano, circa l’8% quantificabile in 150 milioni di euro l’anno. Questo dato scaturisce anche in conseguenza del fatto che a tutto questo si deve sommare la consapevolezza del rischio di furto da parte di chi si avvicina all’acquisto di un nuovo mezzo: rappresenta, infatti, un abbattimento di circa il 30% il valore di acquisto.
Tanti e ingegnosi sono i metodi per cercare di fronteggiare in prima battuta il furto, di prevenirlo e di renderlo il più difficoltoso possibile. L’ultima straordinaria trovata è di tre studenti di ingegneria cileni che hanno inventato un prototipo che nemmeno i ladri più fantasiosi riuscirebbero a rubare. La Yerka bike è la prima bici smontabile, dove il sellino si può rimuovere e assieme al telaio diventa parte del lucchetto. L’unico modo per rubarla sarebbe romperla rendendola in parte utilizzabile.
Oltre alla prevenzione dei singoli proprietari la via più efficace sarebbe quella di un maggiore controllo da parte delle istituzioni che, però, sembrano non considerare prioritaria questa lotta che richiede un grande dispendio di risorse e sul piano del consenso non paga affatto.
Inoltre maggiori campagne di sensibilizzazione porterebbero ad aumentare il senso civico di ognuno e ad estirpare quella mentalità di chi pensa, quasi con naturalezza, che se ti rubano la bicicletta, è giusto comprare biciclette rubate.
È ora di agire e in fretta. Il XXI secolo potrebbe essere ricordato come l’epoca dei bikers. Non ci resta che continuare a pedalare, ma nella direzione giusta.
[Cover source: comune.milano.it]