Nell’Arte, cosi come nella Letteratura e nella Storia c’è sempre un ciclo di vita che ripropone alcune costanti. Rimandi, revival, cover di alcuni miti e leggende che fanno si che l’arte stessa dialoghi in varie epoche in una linea immaginaria, un filo rosso invisibile ai più ma che c’è ed è forte. Nel caso di Blu, lo street artist in auge negli ultimi anni, c’è un rimando a temi profondamente contemporanei ma allo stesso tempo dal sapore primordiale. Il riscatto sociale, l’ecologia, l’amore per la natura, il bisogno di distinguersi, l’affrontare il sistema e le sue inclinazioni viziose e irrispettose.

Non al denaro non all’amore né al cielo. Usando il titolo dell’album di De Andrè che riprendeva le figure dell’Antologia di Spoon River, si può inquadrare meglio questo artista che non rilascia interviste, non si lascia rintracciare se non attraverso il suo sito in forma di diario che lo rende ancora più immerso nella sua arte e nel suo mondo. Alcuni storceranno il naso di fronte a un tipo di arte di strada, nel senso che le strade le riempie perfezionando in qualche modo la visione dei passanti che alzano il naso per ammirare un suo murales. Ma Blu francamente se ne infischia.

credits foto: blublu.org
credits foto: blublu.org

Di Blu non si hanno molte notizie ma qualche certezza si: è nato a Senigallia e cresciuto artisticamente a Bologna, non lavora da solo, ma anche con altri artisti, come Ericailcane o i brasiliani Os Gêmeos. Quello che si rintraccia invece nelle sue manifestazioni artistiche è decisamene più chiaro che mai: più che un artista di strada sarebbe opportuno chiamarlo un artista di città. Già perché Blu non lavora a caso, non sceglie luoghi, pareti, edifici solo perché offrono lo spazio giusto ma lo fa per sostenere l’idea che poi emerge in quei dipinti: sostenere il recupero urbano, sponsorizzare una lotta ambientalista e di decoro urbano.

I suoi sono quasi dei messaggi pubblicitari nel senso che sono pubblici, visibili a tutti i cittadini ed è come se li informasse, se li mettesse al corrente di un messaggio promozionale che riguarda tutti, di un problema, come se la sua arte fosse avvertenza. Blu ha il carisma di Bansky ma è più un narratore mentre l’artista inglese è più un provocatore tramite flash. Entrambi sono interessati all’uomo e alle sue mille forme, vizi e virtù, ma se a uno interessa più il lato umano, all’altro quell’aspetto umano è direttamente collegato all’ambiente in cui vive. Così per esempio a Niscemi accompagna la protesta NoMuos.

credist foto: blublu.otg
credist foto: blublu.otg

Blu non appartiene a nessuna bandiera e anzi ha il coraggio di prendere posizioni nette arrivando a difendere la sua libertà cancellando uno dei suoi lavori berlinesi. È lui stesso a spiegare cosa sia successo, dopo che qualcuno aveva urlato alla censura: “Tra il 2007 e il 2008 ho dipinto due muri a Cuvrystrasse a Berlino (con la collaborazione di Lutz, Artitude e i loro volontari). Nel 2014, dopo aver vissuto i cambiamenti avvenuti in quest’area negli ultimi anni, abbiamo deciso che era arrivato il momento di cancellarli entrambi“. Il post che si trova sul suo sito e che raccoglie queste parole si intitola emblematicamente “Quando il dito indica la luna”.

I muri italiani che l’hanno visto protagonista sono quelli di Bologna ma anche di Milano, della Sardegna, Roma dove il criterio di scelta dei palazzi da lui dipinti era proprio quello di sventare e allontanare il pericolo della demolizione, o dello sgombero visto che alcuni edifici erano occupati. Sul suo diario online risponde alle polemiche e tiene aggiornati i lettori scrivendo prettamente in inglese ma anche in italiano. Leggendone le pagine si ha modo di conoscere meglio Blu che mantiene un dialogo diretto con chi lo segue, raccontando anche le disavventure di una censura romana in occasione dell’affresco della battaglia di San Basilio e della storia di Fabrizio Ceruso.

credits foto: blublu.org
credits foto: blublu.org

Ecco un’altra cosa che distingue Blu: l’essere di tutti e di nessuno. Se infatti da un lato non ha padroni e non avanza diritti così come non impone nulla di sé, dall’altro si scioglie da legami assoluti e non solo non si fa condizionare dai benpensanti, dagli chic ormai non più radical, ma arriva a decretare di se stesso quello che non è più il caso di regalare a una città, a un quartiere, al sistema dei poteri forti che soccombono come nel caso sovra citato di Berlino. Nel 2015 si ha bisogno di artisti sopra le righe della tradizione, che hanno il coraggio di stampare la realtà di fronte alle nostre facce e farci alzare la testa di fronte a storie, luoghi, umanità che tendiamo a dimenticare.

[Credits cover: blublu.org]