Anche una giornata calda come questa, a estate ormai iniziata, può essere decisiva per le sorti degli appassionati di veicoli storici. In queste ore, infatti, il Parlamento italiano potrebbe decidere se modificare alcune postille relative alla Legge di stabilità approvata lo scorso mese di dicembre che ha causato, altresì, un polverone per quanto concerne il bollo da accollare ai mezzi cosiddetti “storici”. Facendo chiarezza, la norma relativa al settore motoristico d’epoca prevede il pagamento della tassa citata poc’anzi per quelle auto, moto o altri veicoli che hanno “un’età” compresa tra i 20 e i 29 anni di età. In soldoni: il proprietario di un’auto prodotta nel 1986 è costretto a mettere mano al portafoglio per adempire al bollo nella sua totalità. Addio esenzione, dunque, che tuttavia è prevista per chi possiede un mezzo prodotto da almeno 30 anni (uscito dalla fabbrica nel 1985).
Una decisione che non è piaciuta ad appassionati, associazioni di veicoli storici, ma anche a semplici cittadini che, ogni giorno che passa, si sentono sempre più vessati da provvedimenti alquanto discutibili. Il Governo avrebbe, il condizionale è obbligatorio, pensato a questa legge per smascherare quelle persone che usano i proprio veicoli “storici” come mezzo di trasporto o di lavoro, non pagando, di fatto, le tasse come dei lavoratori normali. Ma su questa problematica permangono molti dubbi, specialmente se si considera che, sulle strade italiane, non viene superata la soglia dei 18 anni relativa all’età massima del parco circolante. Infatti, nel 2014 la demolizione di veicoli più vecchi, dunque inquinanti, è stata rappresentata dal 47,8 %, ovvero da 608.000 mezzi disfatti. Sul provvedimento, così, esiste una sorta di diatriba tra Governo e associazioni.
Tanto è vero che, al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che con la Risoluzione Ministeriale del 1° aprile ha confermato come il bollo deve essere ottemperato da tutti i proprietari di veicoli storici, ha risposto il Registro Italiano Veicoli Storici secondo il quale le dichiarazioni governative non sono da considerare legge. Una nota importante da parte del RIVS che ha voluto dare un segnale positivo nei confronti dei possessori dei mezzi d’epoca, ormai esausti da tutto questo. Segnale che non è arrivato da molte regioni italiane (tranne qualcuna) che, a dispetto delle previsioni, ha “annuito” alla disposizione del Governo Renzi senza battere ciglio. Ma cosa succederebbe se, anche oggi, venisse confermato il pagamento del bollo per le cosiddette “ventennali”? Semplice: il settore automobilistico e motoristico conoscerebbe ancora di più la parola crisi, con i molti appassionati che, quasi certamente, preferiranno vendere all’estero i proprio veicoli o demolirli decidendo, di fatto, la morte concreta di un reparto che, fino a poco tempo fa, era considerato uno dei più importanti dell’industria italiana.
E ancora, con questa norma, errata per alcuni versi, molte persone, specialmente quelle impegnate in attività manuali come carrozziere e tappezziere, perderanno una buona percentuale di lavoro, causando, automaticamente, l’aumento dei problemi relativi all’occupazione. Un grattacapo che nel “Belpaese” sta aumentando a dismisura e che non ha certo bisogno di una nuova mazzata. Non resta, dunque, che attendere la decisione che le Camere potrebbero prendere in queste ore, anche se non è da escludere un rinvio come già accaduto per altre leggi.