Il 24 dicembre 2014 è una data che molti cittadini italiani non scorderanno facilmente. Specialmente gli appassionati di veicoli storici, quando vedono quel giorno, abbinato a quel mese e a quell’anno, masticano amaro per alcune decisioni del Governo che hanno praticamente cambiato la loro vita. Circa quattrocento giorni fa, infatti, la Legge di stabilità voluta fortemente dalla politica italiana, ha inserito una norma che ha modificato in tutto e per tutto il settore dei mezzi storici. Questo piccolo enorme balzello, come soprannominato da qualche addetto ai lavori, ha di fatto eliminato l’esenzione del bollo per tutti i veicoli ultraventennali, ovvero quelli compresi tra i 20 e i 29 anni di produzione. Un provvedimento che non è piaciuto a nessuno, soprattutto a quei cittadini possessori di auto e moto di una certa importanza, che si sono visti “recapitare” un’altra tassa pesante in un momento non propriamente positivo per l’economia italiana, ancora incapace, dopo svariati anni, di scrollarsi di dosso il peso della crisi. Le conseguenze, come prevedibile, si stanno abbattendo sull’intero settore. Anzitutto, nel “Bel paese” chiudono tre officine e attività artigianali al giorno, come le tappezzerie, utili per la restaurazione di mezzi d’epoca. Come se non bastasse, anche auto, moto e altri veicoli storici, oramai, vengono venduti all’estero a prezzi stracciati o, peggio ancora, trasportati nei centri di demolizione proprio perché i costi di manutenzione sono veramente alti.
La situazione, purtroppo, notando l’andamento di questi mesi, andrà a peggiorare in virtù di una ripresa, o di una inversione di tendenza, lontana dalla realtà. Più passeranno i mesi e più diminuirà il numero di quelle Fiat tanto amate dagli appassionati, tanto da far sparire un settore che, fino a poco tempo fa, sfornava numeri da capogiro anche per le casse statali. Nell’ottobre 2014, l’ASI lanciava già l’allarme prima ancora dell’entrata in vigore della legge. «Neanche cinquantamila veicoli di interesse storico-collezionistico pagherebbero le tasse ordinarie cui sarebbero tenuti per il provvedimento abrogativo» affermava attraverso un comunicato lo stesso Automotoclub Storico Italiano. «Ciò determinerebbe un’entrata presumibile per lo Stato di circa 7,5 milioni; per contro si perderebbero 300-325.000 veicoli d’interesse storico-collezionistico con una perdita stimata tra i 2,2 ed i 5,7 milioni per gli operatori del settore». Numeri pesanti che, purtroppo, non sono serviti a far cambiare idea al Governo, imperterrito nell’andare avanti con le sue idee.

Idee molto discutibili che hanno portato all’esasperazione degli animi dei tanti appassionati che, tuttavia, non mollano malgrado quanto accaduto. Vogliono ribaltare le carte in tavola per dare un futuro migliore all’Italia anche sotto questo punto di vista. Tra i più coraggiosi, come nelle più dure battaglie che si rispettano, c’è anche Ludovico Pappieroni (nome e cognome di fantasia), un giovane nato nel 1986, vessato da imposte statali e, ultimamente, da Equitalia. La società a totale controllo pubblico, incaricata della riscossione dei tributi su tutto il territorio, ha bussato anche alla porta di Ludovico, adesso più che mai voglioso di andare avanti per far valere i propri diritti. Noi de Il Giornale Digitale abbiamo raccolto la sua testimonianza relativa a un avviso recapitatogli qualche tempo fa per un bollo non pagato. Con la voce rotta dallo stress, il cittadino toscano spiega quanto accaduto.
Ludovico, raccontaci la sua storia e il perché della lettera di Equitalia?
Il 13 marzo del 2012 ho comprato una Yamaha FZR1000 usata anche perché quattro anni fa esistevano ancora le agevolazioni per il bollo ridotto, che pagai a febbraio 2013. Nei giorni scorsi ho ricevuto una notifica di Equitalia relativa alla tassa che avrei dovuto pagare anche per il 2012, evidentemente non ottemperata dal precedente proprietario della motocicletta da me acquistata. Devo anche ricordare una cosa molto importante: nella mia vita ho sempre pagato i bolli ridotti per i miei veicoli, quindi non ho mai avuto problemi di questo genere. La mia domanda, adesso, sorge spontanea: il bollo in questione non dovrebbe pagarlo il precedente proprietario?

Quindi si tratta di un veicolo per il quale tu non dovevi pagare il bollo?
Esatto, la mia Yamaha FZR1000, che ho acquistato nel 2012, non dovrebbe essere oggetto di pagamento della tassa.
Cosa intendi fare?
Al momento sto pensando a come muovermi. In questo caso, però, mi trovo molto in difficoltà, poiché (e penso sia un’idea molto comune tra noi appassionati) devo affrontare esose spese non preventivate, perché forse i politici che ci considerano evasori, non sono a conoscenza dei costi di gestione di questi veicoli.

Il provvedimento della Legge di stabilità 2014, dunque, ha “ucciso” il settore storico dei veicoli?
La Legge di stabilità varata poco più di un anno fa ha pesantemente colpito il settore dei veicoli storici e degli appassionati veri, perché gli affaristi o i “furbetti” si sono adeguati, vendendo (cosa abbastanza impossibile visto il mercato e la crisi) e rottamando i mezzi in questione. Inoltre, hanno trovato altri stratagemmi per eludere la tassa. Il bollo ridotto, lo ricordo a tutti, serviva per agevolare la conservazione. Questi provvedimenti statali, tra l’altro, scoraggiano qualsiasi intenzione di investimento e, senza quest’ultimi, sappiamo che l’economia non si muove.
Vuoi fare un piccolo appello al Governo?
L’appello che vorrei fare al Governo è quello di rivedere questa legge, che noi veri appassionati consideriamo un tradimento. La Legge di stabilità ha provocato in tutti i settori una certa instabilità. Vorrei lanciare un monito a tutti i veri amanti dei mezzi storici: non perdiamoci d’animo e andiamo avanti per cercare di cambiare le cose.