Quale donna non la vorrebbe al suo fianco prima di mettere il naso fuori di casa, magari per recarsi ad un appuntamento galante o un importante incontro di lavoro? Carla Gozzi, la regina indiscussa dello stile in Italia, ama la moda, la conosce in tutte le sue forme, la insegna e ne trasmette l’essenza attraverso i suoi consigli – talvolta vere e proprie “bacchettate” – tramite le pagine del suo blog – www.carlagozzi.it – o in TV. Guardaroba Perfetto l’ha portata alla conduzione da leader indiscussa, ma è con Ma come ti vesti e Shopping Night che Carla è entrata nel cuore – e negli armadi – delle donne italiane al fianco dell’esuberante Enzo Miccio, lato estroso della coppia della moda di Real Time, dei Bonnie&Clyde del look perfetto.
Abbiamo raggiunto Carla telefonicamente per conoscerla meglio e farci regalare qualche consiglio utile sui must have e i tabù per l’imminente inverno.

Gli esordi al fianco di grandi nomi della moda, da Ermanno Scervino a Christian Lacroix. Quanto della Carla Gozzi di oggi è frutto dell’esperienza di allora? Quanto di loro e dei loro insegnamenti si rispecchia in lei?

Carla: Tutti noi ci formiamo attraverso le esperienze di vita. Questi grandi stilisti mi hanno resa molto sensibile verso alcuni aspetti più che altri. Anche oggi, che lavoro con giovani talenti, c’è sempre questa emozione che resta in me e mi viene donato sempre qualcosa dagli artisti con cui lavoro.

Hanno influenzato più lo stile e il gusto o temprato più la sua personalità sul lavoro?

Carla: Entrambe le cose. Avevo già uno stile preciso sin da giovane, ma a seconda del lavoro che svolgevo mi plasmavo a misura. Uno degli aspetti più importanti del mio mestiere è “entrare nei panni di”, essendo io assistente di creativi dobbiamo parlare la stessa lingua. Se il mio pensiero è molto distante, faccio fatica a dare un contributo ed essere di aiuto. Più sono vicino all’artista, anche come mio stile e immagine, più tutto diventa semplice.

L’insegnamento più duro nella sua gavetta da chi lo ha ricevuto e qual è stato?

Carla: Yohji Yamamoto. Con lui è stato un periodo di grande crescita professionale, ma anche molto duro perché lui non parlava tanto inglese, quindi abbiamo dovuto comunicare quasi con il linguaggio dei segni, i disegni e gli origami. Dirigevo tanti giovani fashion designer in un’azienda molto importante, quindi avevo una grande responsabilità. Un periodo molto duro che però mi ha insegnato che la parola non è l’unico mezzo di comunicazione, soprattutto quando si ha a che fare con l’arte.

Ha condotto diverse trasmissioni in coppia con Enzo Miccio. Quanto del duo vincente “Carla&Enzo” si deve a Carla e quanto, invece, è merito di Enzo?

Carla: Come in tutte le coppie che funzionano c’è sempre un 50% di contributo. Noi abbiamo in comune il senso estetico: è questo il fil rouge che ci lega. Lui magari è più decorativo, ha una visione dell’immagine più “eccessiva”, in alcuni casi. Nel mio caso, invece, prevale la semplicità. Ci compensiamo, quindi. Quanto sia dovuto a ognuno di noi il feeling che abbiamo non saprei. Il nostro è un gioco dove entrambi vinciamo. Siamo molto speculari.

Credits: G.M. D'Alberto - LaPresse
Credits: G.M. D’Alberto – LaPresse
Come style coach la inonderanno di richieste di consigli, anche tramite il suo blog www.carlagozzi.it. Qual è la richiesta più assurda che le sia stata mai fatta?

Carla: Me ne arrivano tremila assurde. Per esempio: vorrei una consulenza, ho 30 anni, sono alta 1,70, peso tot, la mia taglia è questa. Io dovrei avere la sfera di cristallo e immaginare un restyling senza avere nemmeno una foto. Si pensa erroneamente che i consigli vadano bene a tutte, invece no: i consigli devono essere personalizzati e nel 2014 ogni donna deve essere diversa, quindi non esistono format standard.

Dov’è che le ragazze italiane sbagliano in termini di stile oggi: qual è l’errore più grossolano compiuto e al contempo più difficile da sradicare?

Carla: Dipende dalla fascia d’età. Quando parliamo di giovanissime il tema è “vivere in tribù”, quindi l’immagine è legata al far parte di un gruppo. Lo short, la mini che mette in evidenza le cosce, il jeans a vita bassa diventano uno standard, anche se magari abbiamo una fisicità che non lo permetterebbe. Poi c’è il segmento di donne del decennio 30-40 anni in cui la donna è un po’ in lotta con sé stessa. Magari una donna che si divide tra carriera e figli e lotta con la bilancia. C’è un gioco di sensi di colpa per cui l’immagine passa in secondo piano. Infine, il decennio 40-50 anni sarebbe molto bello, perché la donna è già realizzata, quindi potrebbe dedicarsi molto di più a sé, però commette l’errore di non aggiornare il proprio look. Magari una donna molto bella fisicamente, che però non adegua l’immagine all’età che ha.

Oggi sono più gli uomini o le donne a dare soddisfazione in termini di stile?

Carla: Un po’ entrambi. Oggi l’uomo è più “espositivo” oserei dire, tiene di più al look, quindi direi che dà soddisfazione tanto quanto una donna.

Tornando alla TV, Enzo Miccio sta partecipando a Ballando con le stelle. A lei hanno mai proposto di partecipare a questo o altro talent-reality?

Carla: Noi siamo spesso contattati per partecipare a queste competizioni, poi ognuno fa le sue scelte. Enzo ha una passione per la danza mai nascosta, quindi si trova nel programma giusto, anzi per lui è un’occasione per realizzare un sogno. Nel mio caso non sarebbe mai potuto accadere perché sono un sacco di patate e non avrei funzionato nemmeno alla prima puntata. Mi hanno chiesto di partecipare anche come ospite ad altri reality e programmi vari, ma essendo io una professionista, ci tengo a salvaguardare la mia immagine e dedicarmi a quello che so fare meglio.

Si può svelare il nome del programma al quale ha detto no?

Carla: Andrà in onda in primavera e ci sono i casting ancora aperti. Un programma con audience importante. Ho declinato con gentilezza, ringraziando.

Se invece le proponessero di condurre un suo talent, un format inedito, cosa le piacerebbe? Non necessariamente legato alla moda

Carla: Un talent legato all’arte. Io sono innamorata della moda, ma poi viene l’arte. In un periodo di economia per il settore, mi piacerebbe molto un progetto legato ai nuovi designer e l’arte contemporanea.

Credits: G.M. D'Alberto - LaPresse
Credits: G.M. D’Alberto – LaPresse
Quanto c’è di vero e quanto, invece, di romanzato nelle storie dei protagonisti di Ma come ti vesti o Guardaroba Perfetto?

Carla: Ahimè, è tutto vero. Basta prendere un metrò e le persone le vediamo, son proprio quelle. Può sorprendere che loro si aprano e ci facciano entrare nelle loro case e nei loro guardaroba. Magari c’è chi risulta più eccessivo in tv perché abituato alla telecamera, e può apparire più finto, ma è tutto autentico.

A chi rimprovera a lei ed Enzo una minor spontaneità nelle ultime edizioni rispetto agli inizi, cosa risponde?

Carla: No, siamo sempre gli stessi. Ci divertiamo molto. Siamo solo con qualche anno in più e più esperienza.

Per la seconda edizione di Dire, fare e baciare – per la quale si sono aperti i casting ad ottobre – quali saranno le novità?

Carla: Un’impostazione di studio diversa, con luci nuove. Cambierà anche il modo in cui accoglierò le persone in studio. Abbiamo deciso di fare un casting con persone di diverse fasce d’età e provenienti da tutta Italia. Non saranno più solo giovanissime, ma spazio a donne e uomini più maturi. Inoltre, prima i protagonisti provenivano più dalle grandi città, adesso invece ci siamo aperti anche ai piccoli centri abitati. Troveremo anche realtà più curiose. Lo slang della seconda edizione sarà: “Ma com’è possibile che quella ragazza si conci così in un centro così piccolo“.

Lasciamoci con un ritorno alla sua specialità, la moda. Qualche consiglio sui capi base per il prossimo inverno?

Carla: Un grande ritorno al tronchetto. Ricordiamo sempre che occorre avere una gamba slanciata per portare scarpe alle caviglie, ma rassicuro tutte perché quest’anno le case di moda le hanno prodotte in varie fogge: col tacco più basso o alto, quadrato, un’altezza alla caviglia variabile. Un’altra new entry è la gonna ampia, al ginocchio e stretta in vita, molto linea anni ’50, portata con un dolcevita o camicie sopra, per un look giovane. Come colori, quest’anno abbiamo il verde cipresso, il mostarda, il terra di siena bruciato, il blu cobalto scuro, tutti colori english. Per le scarpe: non solo nero, ma largo alle tonalità del cacao e del cognac, quindi tutti colori brown.

Il capo o colore tabù per il prossimo inverno?

Carla: Gli shorts ormai li lasciamo nel guardaroba per la soffitta. Ancora, i jeans a vita bassa sono tabù, perché la vita alta sta tornando di moda. Gli stivali bassi assolutamente no.

Ha mai pensato di entrare nel settore del wedding planning o non lo farebbe mai, magari per non fare concorrenza ad Enzo?

Carla: No, perché non sarei una specialista, non è il mio settore. Però faccio corsi sul dress-code per matrimoni e diverse clienti mi scelgono come consulente. Però mi fermo lì.

Grazie a Carla Gozzi da Il Giornale Digitale

[Credits Cover: Real Time TV]