Carmine Buccilli, atleta laziale classe 1982 che difende i colori dell’Atletica Casone Noceto, si è laureato Campione Italiano dell’Ultramaratona, distanza 50 km, in occasione della 39° edizione della “Pistoia-Abetone” disputata il 29 giugno, bissando il successo del 2013.
Nel curriculum agonistico di Buccilli tantissime vittorie e nella sua agenda sportiva 2014 è segnato un altro appuntamento importante: la maratona di Berlino, dove Buccilli punterà a stabilire il suo personale. Carmine è riuscito anche a classificarsi in ottime posizioni assolute e italiane nelle gare internazionali e nazionali a cui ha partecipato: terzo assoluto alla maratona di Malta e secondo alla Supermaratona dell’Etna. Oggi si racconta in esclusiva a ‘Il Giornale Digitale’.
Come è nata la tua passione per la corsa?
“Un giorno un mio amico mi ha detto che si sarebbe tesserato per una società podistica, così ho deciso di intraprendere anch’io questo sport. Il 7 aprile 2008 è stato il mio primo allenamento e da allora non mi sono più fermato”.
Cosa significa per te correre?
“Diciamo che la corsa ormai è una componente della mia vita, una passione che con il tempo è diventata a volte anche un “peso”, visto che per mantenere un certo rendimento mi obbliga in base agli impegni lavorativi ad allenarmi in orari non proprio normali”.
Negli ultimi anni, sei migliorato tanto dal punto di vista atletico. Come vivi questa “evoluzione”?
“Nonostante la crescita costante che ho avuto negli anni non è cambiato nulla, infatti spesso partecipo a gare meno blasonate visto che mi ritengo comunque un amatore“.
Passiamo al trionfo del Campionato Italiano alla “Pistoia-Abetone”. Quando hai capito che stavi per conquistare la maglia Tricolore della 50 km?
“Quest’anno ho partecipato alla Pistoia-Abetone con un po’ troppa superficialità, visto che non avevo nessuno che mi seguisse (lo scorso anno avevo il mio allenatore) e quindi nessuna informazione sui distacchi ne tantomeno rifornimenti personalizzati che in 50 km di gara sono importanti, quindi la certezza della vittoria l’ho avuta negli ultimi 2 km”.
Le emozioni provate al traguardo? E all’Inno di Mameli?
“La vera gioia l’ho provata lo scorso anno, in questa edizione invece non ho avuto il tempo visto che subito dopo il traguardo sono stato accerchiato dai giudici FIDAL per il controllo antidoping che mi ha impedito di assaporare quelle sensazioni che si vivono nei momenti subito dopo l’arrivo”.
Hai concluso al secondo posto l’Ultramaratona dell’Etna. Descrivi com’è stato correre sulle pendici di un vulcano.
“Come lo scorso anno ho partecipato a questa gara giungendo in entrambe le occasioni secondo dietro uno specialista di corse su terreni sabbiosi (gli ultimi 10 km si corrono su terreno lavico dove io non riesco a salire come su strada).
Questa gara la uso come allenamento in vista della Pistoia-Abetone. La fatica che si prova in 43 km di sola salita con un dislivello di 3000 metri viene ripagata dal paesaggio lunare degli ultimi km“.

Prima di cimentarti nelle ultramaratone hai fatto esperienze in maratone sia italiane che estere?
“Sì, ho esordito nel 2011 alla Maratona di Roma che ho chiuso in 2h27’50”, il mio personale di 2h18’57” l’ho ottenuto nel 2013 a Torino.
All’estero ho corso Praga (2011) 2h25’37”, Rotterdam (2012) 2h19’34”, Berlino (2013) 2h22’35”, Malta (2014) 2h20’01”.
Spostiamoci sull’aspetto tecnico e la preparazione. Chi è il tuo allenatore e quali obiettivi avete per questa seconda parte di stagione?
“Il mio allenatore è Maurizio Riccitelli, responsabile della Nazionale Italiana Ultramaratona, che mi segue dal 2010 ed al quale va gran parte del merito per i miei risultati.
Per questa seconda parte di stagione l’obiettivo è quello di migliorare il mio personale sulla maratona anche se non sarà facile”.
A 32 anni, sei felice di quanto hai fatto finora nell’atletica? Hai altri sogni nel cassetto?
“Visto da dove sono partito, già quanto ho fatto va oltre quello che avrei mai pensato.
Sogni nel cassetto ne ho tanti, per ora come dice il mio allenatore devo pensare a migliorare in maratona, per il futuro vedremo”.
Un saluto a ‘Il Giornale Digitale’, ai tuoi fan e un pensiero per i lettori che volessero avvicinarsi alla corsa.
“Ringrazio il Giornale Digitale per avermi concesso l’opportunità di questa intervista.
Per coloro che volessero intraprendere questo sport dico che può riservare grandi soddisfazioni anche se non si vincono gare o si ottengono grandi prestazioni cronometriche, vedere nuovi posti, conoscere altre persone e star bene con se stessi“.