È un po’ come guardarsi allo specchio. Quando l’anno sta per finire, è inevitabile ripercorrere con la mente i 12 mesi appena trascorsi pensando alle emozioni percepite, alle persone incontrate, alle situazioni vissute. E un minuto dopo siamo pronti a proiettarci nell’anno nuovo pieni di propositi pensando “tra un anno a quest’ora…”.
Ma tra un anno a quest’ora è già arrivato e scopriamo se quei buoni propositi si sono poi rivelati tali.
Quel famoso elenco scritto velocemente a penna il pomeriggio del 31 dicembre e finito in fondo al cassetto: è arrivato il momento di tirarlo fuori e scoprire cosa ne è stato.
Le statistiche dicono che ben 6 su 10 a giugno già hanno mollato quella lista: la metà di noi, quindi, si arrende proprio nel mezzo dell’anno, in alcuni casi dimenticando anche cosa si era ripromesso. Smettere di fumare, mettersi a dieta, pensare di più a se stessi, trovare l’amore: sono tra gli obiettivi più diffusi, quelli che riguardano la sfera personale ed un benessere da ritrovare. Obiettivi talmente noti che di anno in anno si ripetono, proprio perché disattesi nei mesi trascorsi.
La scienza ancora una volta ci viene in soccorso e sono tante le indicazioni degli esperti per cercare di portare a compimento la lista per l’anno nuovo. Kevin Volpp, medico del Philadelphia V. A. Medical Center e Katherine Milkman, docente alla Wharton School, sono tra i punti di riferimento in quest’ambito grazie ad alcune ricerche pubblicate sui Proceedings of the National Academy of Sciences.
Il primo consiglio che ci lasciano in fatto di propositi è elaborare un piano d’azione. Impegni precisi, che ci vincolino, questo perché abbiamo bisogno di punti fermi facendo una promessa a noi stessi prima che agli altri. Qualche anno fa, uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Psychology dallo psicologo americano John Norcoss, dell’Università di Scranton (Pennsylvania), ha stabilito che programmare nei dettagli le azioni da intraprendere moltiplica per 10 le probabilità di concentrazione su quell’obiettivo nei sei mesi successivi.
Secondo consiglio: mettere in palio una posta in gioco. Esperimenti affermano che è più facile raggiungere degli obiettivi se si è motivati con degli incentivi, non necessariamente economici ma anche morali. Se i propositi non sono così allettanti bisogna aggregarli: un cedimento ad un piccolo vizio abbinato ad una sana abitudine ci aiuterà nel nostro obiettivo. E ancora, ricordatevi che insieme è più facile: essere appoggiati e consigliati da chi ci ha preceduto nel raggiungimento di un traguardo, aiuta a migliorare le nostre possibilità.
No a mete impossibili da raggiungere, bisogna essere realistici e onesti con se stessi senza porsi obiettivi inarrivabili. “Sindrome della falsa speranza” la chiama così Janet Polivy, psicologa dell’Università di Toronto: una sorta di presa in giro dove a rimetterci saremo solo noi.
John Norcoss, psicologo dell’Università di Scranton (Pennsylvania) qualche anno fa in uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Psychology ha sottolineato che la regola base per soddisfare i propositi è evitare le tentazioni. Della serie, se proprio volete dimagrire via con cibi super calorici, se volete essere fedeli sarà meglio non sentire più quella persona che così tanto vi intriga. Non è semplice, ovviamente. Le tentazioni ci sono e ci saranno ma bisogna attrezzarsi, e quando si è sul punto di cedere proiettarsi all’obiettivo finale per farsi forza. Dovrebbe funzionare.
Ma verrebbe da pensare: perché deve essere proprio il 1 gennaio il punto di partenza per un nuovo inizio? Non sarebbe più giusto che ognuno di noi stabilisse qual è il suo personale punto e a capo?
Compleanni, la fine di una storia d’amore, un evento importante, il post vacanze: il capodanno di ognuno di noi inizia quando siamo pronti a riscrivere quel foglio bianco e non quando a deciderlo è un calendario che, in fondo, cambia solo pagina.
[Fonte Photo Cover: efficacemente.com]