Catanzaro (foto: Settemuse.it) è la città capoluogo della regione Calabria formata da circa 150.000 abitanti. Si vive discretamente, anche se, negli ultimi anni sono aumentati i problemi riguardanti la sicurezza. Come in tutte le realtà, ci sono grattacapi, ma di facile soluzione se solo qualche amministratore locale facesse il proprio dovere fino in fondo. In questo periodo, Catanzaro, come tutto il territorio calabrese, è piena zeppa di messaggi elettorali, in virtù delle imminenti elezioni che serviranno a nominare il nuovo numero uno di una regione bellissima, ma spesso bistrattata. Nulla di strano, ma al sottoscritto tutto questo forte interesse nei confronti dei cittadini, sembra bizzarro.
Nella città calabrese, le azioni normali, come sistemare il verde pubblico, diventano straordinarie, con annessi comunicati stampa a iosa che elevano a “Salvatore della patria” l’autore del gesto. Le bellezze raffigurate dal Parco della Biodiversità, dalla zona di San Leonardo rinnovata, dalle Chiese, dai monumenti, dal panorama mozzafiato di Bellavista, dal mare trasformano la città dei “Tre colli” straordinaria, tuttavia caratterizzata da una sorta di asterisco piccolo da vedere, ma molto grande nei concetti. A Catanzaro, infatti, non è tutto oro quel che luccica: le strade, non tutte per fortuna, sono dissestate, con buche che fanno somigliare il manto stradale al formaggio Emmental. La sporcizia imperversa ovunque, con i ratti che vivono tranquillamente la loro giornata quotidiana, tra una passeggiata e un’altra. Catanzaro è quella città dove ci vogliono quattro anni per completare i lavori di restyling dello stadio “Nicola Ceravolo”, che ospita le partite della squadra giallorossa impegnata nel campionato di Lega Pro.
In questo lasso di tempo, in una realtà civile e preparata, che vuole guardare al futuro, il rinnovamento del più importante impianto sportivo cittadino è stimato in pochi mesi, se non addirittura settimane. A Catanzaro basta una goccia d’acqua per far saltare i vari acquedotti, con i cittadini costretti a fare di necessità virtù, trovando sollievo solo dopo una settimana. Ma non solo, la stessa pioggia causa ogni anno allagamenti che, con attenzione e prevenzione, si eviterebbero facilmente. Catanzaro è questa, è il paradigma di una realtà uccisa dai politici locali (non tutti, per fortuna ndr), che non accenna a rialzarsi. A nulla possono valere i sacrifici di una percentuale di cittadini, quando una buona parte della popolazione preferisce stare in silenzio e cercare la svolta sul social network di turno, anzichè farsi sentire veramente. I tanti catanzaresi, che hanno voglia di ridare dignità a tutto il territorio, devono semplicemente aprire gli occhi e capire che dalla negatività si riparte più forti di prima. Immaginate un giovane alle prime armi, che decide di continuare a vivere a Catanzaro.
Ovviamente rifletterà, prima di prendere una decisione drastica, come quella di abbandonare, provvisoriamente o no, la propria realtà. Conosco ragazzi e adulti, che non perderanno mai la speranza di poter gridare al mondo “io sono di Catanzaro”, perché in fondo alla loro città, quella che li ha visti crescere, sono sempre innamorati. Così come il sottoscritto, nonostante le varie pugnalate ricevute nell’anima, il 21.5% di disoccupazione. e un centro storico deserto come il Sahara nel periodo natalizio.
Foto: Settemuse.it