Soffro più del mio cane (e allora ballo)’, parola di Martino Corti, autore, regista e protagonista di ‘C’era una svolta – Monologhi pop vol.2l’album – spettacolo prodotto dall’etichetta indipendente Cimice e andato in scena allo Spazio Tertulliano di Milano dal 1 al 12 ottobre.
Una performance ironica e coinvolgente, almeno a detta del pubblico che ha riempito la sala per dieci sere consecutive.
Dopo il successo di ‘Le cose non contano nulla‘ l’artista milanese reinterpreta, in chiave pop e assolutamente contemporanea, la tradizione del teatro canzone con una rappresentazione intelligente, divertente e autentica.
Lo spettacolo è ‘una esperienza a più livelli’, fatta di parole, musica, risate e tanta verità.
Martino canta, suona, racconta e coinvolge il suo pubblico con monologhi ironici e intelligenti, portando a teatro, con l’aiuto di Luca Nobis e dj producer Kustrell, la vita di tutti i giorni.

Come nasce un monologo pop? Ti immagino prendere appunti al supermercato durante una lite tra casalinghe per il turno al banco dei salumi…

Immagini bene! Scrivo quello che vedo, che ascolto in prima persona. La cosa più bella che provo a fare con i Monologhi pop è raccontare in chiave ironica quello che succede a noi e intorno a noi. Charles Bukowski ha scritto che la gente è il più grande spettacolo del mondo, per cui non si paga il biglietto. Ecco…noi abbiamo trovato il modo per fare pagare questo biglietto!

Perché il pubblico dovrebbe andare a vedere ‘C’era una svolta’?

Per vivere un’esperienza intensa, per ascoltare bellissime canzoni, per ridere, per sorridere profondamente, per diventare parte attiva di un viaggio meraviglioso. Questo spettacolo, come quello precedente “Le cose non contano nulla”, può essere vissuto a vari livelli. Chi guarda e ascolta decide di spingersi in profondità, di ascoltarsi o di fermarsi alle sole risate…L’idea è quella di far ridere le persone ma anche di lasciare lo spazio necessario per chiedersi: “Si ma…che cazzo c’è da ridere?

Suoni gli strumenti ma non ti definisci musicista, scrivi ma non ti ritieni uno scrittore: Chi è davvero Martino Corti?

In realtà non lo so e non credo sia così importante saperlo. Anzi credo che sia controproducente e rischioso mettersi dei paletti. Una volta che ti convinci di essere qualcosa o qualcuno ogni tua scelta verrà influenzata da questa finta consapevolezza. Chi è davvero Martino Corti? Non lo so e spero davvero di non arrivare mai a pensare di saperlo!

So che non ami paragoni ma c’è una figura di qualsiasi tipo che influenza la tua arte?

Ascolto di tutto e cerco di essere una spugna. Amo ascoltare bella musica e andare a teatro a vedere cose interessanti. Sono un tipo molto curioso e sono fermamente convinto che la curiosità sia l’arma più potente che abbiamo a disposizione. Certo, anche quella rappresenta un grande rischio. Spesso capita di imbattersi in qualcosa che non ci sia piaciuto, di rimuginare per avere speso tempo e soldi inutili…ma la sensazione che proviamo dopo un concerto o uno spettacolo che ci ha ‘riempiti’ può cancellare lo schifo di una vita…Posso sentirmi influenzato da un grande artista o da due vecchietti al bar, l’importante, come ha scritto Jovanotti, è stare con le antenne alzate verso il cielo

Sei veramente così positivo o te la tiri? Sii sincero…

Ho lavorato molto su di me e continuo a farlo, ma ancora non riesco a essere sempre positivo! Credo che questo sia il motivo per cui in ambito artistico sia perennemente alla ricerca della positività. Si tratta di un ‘mantra’ che spero di riuscire a mettere in pratica anche nella mia vita privata.

Che ruolo hanno i social network nella tua vita artistica?

Siamo forti sostenitori della realtà, dell’esperienza reale e del contatto umano. Ciò nonostante cerchiamo di sfruttare al meglio la potenza dei social network per incrementare quest’onda che pian piano sta crescendo. Tra le tante idee ‘alternative’ a cui abbiamo dato vita c’è ‘Se Facebook fosse vero’. Vi consiglio di guardarlo su Youtube: si tratta di un video provocatorio, ma molto divertente.

Che consiglio darebbe Martino Corti bambino all’autore dei Monologhi pop?

Di non fare mai finire le favole: ”E vissero tutti felici e contenti”… ma tutti chi? Voglio i nomi altrimenti non ci credo più!