In tempi di crisi le aziende sono sommerse dai CV. Farsi notare diventa un’impresa ardua e ci si ritrova a dover competere con centinaia di canditati per ogni posizione. Ed è qui che viene fuori la creatività di una persona, intesa come attitudine a non lasciare nulla di intentato al fine di ottenere ciò che si vuole. Ce lo ricorda ancora una volta la storia di Nina Mufleh, una ragazza del Medio Oriente che nell’ultimo anno ha vissuto a San Francisco nella speranza di lavorare per Airbnb.

Il modo più efficace per ottenere un colloquio rimane quello di avere un contatto interno all’azienda. Qualcuno che possa presentarci. Attenzione, non stiamo parlando di raccomandazione ma di una semplice introduzione affinché sia possibile instaurare un primo contatto con l’azienda per la quale vorremmo lavorare e ottenere un incontro dove sfoderare le nostre armi migliori. E se non l’abbiamo? Niente paura. In questo caso dovremo impegnarci a trovare un modo alternativo per auto-introdurci a chi di dovere. È molto probabile che il solito CV con un classico formato europeo non ci aiuterà a emergere nel mare di candidature. La parola d’ordine è creatività.

Creatività: capacità produttiva della ragione o della fantasia, talento creativo, inventiva.

Il grado di creatività che connota una persona non è sempre legata all’arte. Molto spesso si manifesta quando si vuole davvero ottenere qualcosa o raggiungere un obiettivo per noi importante. Proprio come nel caso di Nina. Airbnb è una startup di successo che tramite la sua piattaforma mette in contatto coloro che vogliono affittare una stanza con coloro che sono alla ricerca di un alloggio per brevi periodi di tempo. La ragazza aveva provato ad ottenere una posizione tramite gli annunci di offerte di lavoro e contattando direttamente la compagnia tramite email, senza però nessun riscontro. Proprio nel momento in cui stava per deporre le armi si è chiesta “Ho fatto davvero tutto quello potevo fare?” e la risposta è stata “No, ho fatto la stessa cosa diverse volte, ma non ho mai provato nuovi approcci”. La caparbietà e, appunto, la creatività le hanno fatto scovare un’idea geniale: Nina ha, infatti, creato un sito internet ispirato al design di Airbnb dove ha postato la sua ricerca che ha esaminato dove la compagnia dovrebbe investire nel prossimo futuro. Grazie al suo sito, è riuscita ad attrarre l’attenzione dell’amministratore delegato e del CMO (Chief Marketing Officer) della compagnia, ed è riuscita ad ottenere il tanto agognato colloquio. La cosa più interessante del suo sito è che non si concentra sulle sue capacità ed esperienze passate – informazioni che potrebbero essere facilmente ottenute tramite il suo profilo LinkedIn – ma sulle conoscenze che ha relative all’industria turistica, su come queste conoscenze potrebbero aiutare Airbnb, e rappresentare un plus per definire i prossimi obiettivi della compagnia.

Il sito www.nina4airbnb.com
Il sito www.nina4airbnb.com

L’idea della Mufleh è sicuramente un’idea vincente ma anche un CV che esca fuori dagli standard di anonimato potrebbe bastare. Tentare nuovi approcci e non lasciarsi andare alla consuetudine. Innanzitutto, bisogna rendere eccezionali sia i contenuti sia lo stile di presentazione. Non per questo è necessario essere troppo estrosi, soprattutto se il mondo lavorativo nel quale desideriamo addentrarci non è quello di grafici e creativi, dove aspetti come originalità ed emotività sono in prima linea. Ogni passo verso la metà deve essere focalizzato verso il nostro obiettivo. Ecco che ci vengono in aiuto, quindi, vari tipi di approcci. Una delle modalità che si staglia fuori dalla classe del solito CV è quella delle infografiche, sempre più utilizzate dai media e nelle aziende per comunicare rapidamente un messaggio. Con l’aiuto di PikToChart, Easel.ly o Visually (solo per citarne alcuni) è possibile crearne di accattivanti senza bisogno di essere designer. Un’altra forma di presentazione è quella del Resume, standard largamente diffuso negli USA. La differenza fondamentale col CV è la completa personalizzazione del contenuto rispetto al lavoro cui ci si sta candidando: non esiste un CV unico, ma un Resume per ogni lavoro cui si fa domanda. L’altra differenza chiave è la brevità: una pagina massimo. In Italia il formato Resume non è ancora così diffuso, ma personalizzare il CV sulla base del lavoro cui si sta facendo domanda è da molti considerato un ottima idea. Tante sono poi le forma più innovative e che sfruttano tutto ciò che la tecnologia ci mette a disposizione. A partire dai video CV, sicuramente più consigliati a chi ha una dialettica e una presenza scenica da far invidia ad un attore, fino ai CV interattivi. Molti, ad esempio, considerano il curriculum interattivo di Robbie Leonardi il migliore curriculum mai visto, un CV animato particolarissimo che ha lasciato il segno e da cui in tanti hanno preso spunto.

photo credits: www.rleonardi.com/interactive-resume/
photo source: www.rleonardi.com/interactive-resume/

Oltre alla veste grafica, però, non bisogna dimenticarsi che lo scopo del CV è sempre quello di supportare la nostra candidatura, in altre parole aiutarci a convincere chi avrà la possibilità di assumerci che siamo capaci di raggiungere risultati concreti, ad esempio un certo fatturato di vendita oppure una campagna di marketing efficace, un certo numero di problemi tecnici risolti e così via. E non c’è modo migliore che dirgli che già l’abbiamo fatto. O, meglio ancora, farglielo vedere. Portare risultati concreti e soprattutto poterglieli mostrare tramite progetti online, testimonianze, articoli e altri esempi anche indiretti dei risultati raggiunti è sinonimo di garanzia di ciò che siamo in grado di fare. È un modo di proporci, quindi, che serve sia a comunicare in modo credibile i nostri piccoli e grandi risultati professionali sia a preparare il terreno per un colloquio di successo.

Bisogna, quindi, sfruttare ogni opportunità che si presenta dinanzi a noi, e solo chi è davvero motivato a raggiungere quella posizione e lottare per il lavoro dei propri sogni farà tutto ciò che è in suo potere per ottenerlo. Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione.

[Cover source: corriereuniv.it]