Cesare Cremonini cambia ancora, ma non sbaglia mai, e ritorna – dopo il grande successo de “La Teoria dei Colori” con l’ultima perla chiamata Logico. Un album più maturo, nei testi e nella musica, invasa da un sound totalmente innovativo per il bolognese ma assolutamente efficace. Parlano i numeri: dai tanti acquisti, sia negli store digitali che nei negozi di dischi, ai biglietti polverizzati per il lungo tour autunnale a cavallo tra ottobre e novembre. Cremonini è carico e ha affidato ai nostri microfoni le sue impressioni dopo l’uscita di Logico, raccontando anche diversi aneddoti interessanti.
Cesare Cremonini sembra aver abbandonato l’idea dell’amore vero (ed eterno) che cantava in Hello. Adesso serve “un complice in questo disordine”: ma nel 2014 è cambiato più il Cremonini uomo o il Cremonini cantante?
“Entrambi. Ma sempre restando legato a quello che, più che “passato” – parola che non uso mai quando parlo di me – definirei “la mia storia”. D’altronde è difficile slegarsi da ciò che si è, e a volte non è nemmeno conveniente, soprattutto dal punto di vista umano. Nel mio lavoro cerco continuamente nuovi stimoli, nella mia vita certezze. I primi aiutano a migliorarsi e non restare fermi. Il resto è una naturale conseguenza”
In Se c’era una volta l’amore (ho dovuto ammazzarlo) lei parla di quanto “i figli di divorziati” siano un fenomeno in evoluzione. Giochiamo con l’immaginazione: lei che padre sarebbe?
“Penso molto dolce e comprensivo. Sono due mie qualità e sicuramente le metterei a disposizione di un figlio. Poi molto preoccupato, un difetto preso da mia madre”
È un album, Logico, che sta raccogliendo subito grandi risultati: come lo immagina questo splendido tour autunnale?
“Il più importante della mia carriera. Una festa musicale da me organizzata. In questo momento ho da dare tanto in cambio a chi mi sta dando altrettanto in termini di successo”
A proposito di concerti: c’è un rito scaramantico che caratterizza l’attesa di Cesare Cremonini?
“Non sono per nulla scaramantico, ma amo potermi concentrare in solitudine qualche minuto prima dello show. Chiedo soltanto questo.”
Ha cantato Vent’anni per sempre, facciamo un passo indietro. Dopo l’enorme successo con i Lunapop, lei si è costruito una carriera in continua ascesa. Qual è stato il momento più difficile e quello più soddisfacente?
“La separazione con il mio primo gruppo e la conseguente vita da cantante solista. Ci ho messo un po’ ad abituarmi. All’inizio, durante il lancio di “Bagùs” mi meravigliavo quando mi chiamavano per nome. Mi suonava davvero strano. Anche il mio pubblico faticava ad abituarcisi. Poi le canzoni che sono venute dopo hanno fatto il resto. Ora sono esattamente dove vorrei essere e rifarei le stesse scelte”
GreyGoose ha creato grande entusiasmo e si prospetta come tormentone estivo tra i fan. Ci racconta qualche aneddoto nella stesura di questa canzone?
“L’ho scritta ridendo. Ogni frase era una battuta tra me e Davide de Le Strisce con cui ho scritto e scelto le rime della canzone. E credo che riesca a strappare molti sorrisi anche ora a chi la sta ascoltando per la prima volta”
Citazioni dei Beatles, dei Rolling Stones: la felice “contaminatio” con i suoi testi funziona meravigliosamente. E se Cremonini fosse nato in Inghilterra?
“Se fossi nato in Inghilterra, avrei comprato casa in Italia!”
Capitolo John Wayne: è il cugino del nostro lattaio di via delle fragole de “La Ricetta”?
“(ride) Non credo si conoscano nemmeno, ma…”
Ma?
“Forse un giorno saliranno insieme su un palco”
Chiosa finale. Tra tutti i testi di questo splendido disco, qual è la frase che più lo fotografa?
“Ti giuro non sono ubriaco, se guido non bevo, domani lavoro…ti va un’altra GreyGoose?”
Guest Post di Marco Fornaro