La nostra Rihanna. É così che molti l’hanno definita, dopo i tre folgoranti minuti sul palco dell’Ariston. Lei, Chanty (all’anagrafe Chantal Saroldi), se la ride e si dice onorata per tale paragone. Forse però è una frase più bella da dire che da credere, perchè nel repertorio di formazione di Chanty – concorrente a Sanremo 2015 con Ritornerai, categoria Nuove Proposte – c’è ben altro, a partire dal soul.
Chantal, dalla Tanzania (dove è nata nel 1992) a Savona (dove abita da 12 anni), sa che il bello viene proprio ora e che, nonostante il pochissimo tempo avuto a disposizione sul palco sanremese, la sua voce – una di quelle che non si sentono ogni giorno – non è certo passata inosservata.
Chanty ha rilasciato un’intervista esclusiva a Il Giornale Digitale, in cui ha raccontato dell’esperienza al Festival (Non mi ricordo nulla!), dei suoi miti musicali (Sam Cooke su tutti) e delle sue origini, caratterizzate da una cultura eterogenea.
Chantal, raccontaci: com’è quindi ‘sto Sanremo?
É davvero una cosa indescrivibile, un’emozione unica: quando sali su quel palco, ti senti quei milioni di occhi addosso e questo ti mette un’agitazione tale che non ti fa ricordare nulla di quei minuti. Riguardo il filmato e dico: “No, non sono io, non è possibile“. Davvero i tre minuti più veloci della mia vita (sorride, ndr).
Nonostante l’eliminazione, sei stata l’artista più twittata durante la tua serata e Ritornerai è una delle più passate in radio. Missione Sanremo che possiamo quindi ritenere compiuta?
Senz’altro, la missione era arrivare alle persone e mi sembra che Ritornerai sia arrivata. Nonostante l’agitazione, sono riuscita a fare il mio lavoro, a cantare come so e ad uscirne, tutto sommato, a testa alta.
A proposito di Festival, cosa ne pensi del livello qualitativo della musica di quest’anno? Ti sarebbe piaciuto vedere altri generi?
A livello di generi ammessi è chiaro che è una scelta che non spetta a me. Riguardo le canzoni invece sono rimasta piacevolmente colpita. Si è posto l’accento proprio sulla musica, sulla sua importanza. Francamente anche io mi sono ritrovata in difficoltà nella scelta del brano più bello: mi piacevano quella di Nek, quella di Malika Ayane, Annalisa, Masini. Tra i giovani, il vincitore – Giovanni Caccamo – ma anche quella di Enrico Nigiotti: mi è dispiaciuto essermi sfidata con lui, il suo pezzo era davvero forte. Sono comunque contenta di aver partecipato ad un’edizione difficilmente criticabile sul versante qualitativo, poi è chiaro che a livello di genere ogni direttore artistico ha le sue preferenze e non sempre possono combaciare con le mie o di altri.
Il meccanismo di competizione della categoria Nuove Proposte di quest’anno ha incontrato diverse critiche: a te è piaciuto?
A me sinceramente no: personalmente non ho mai concepito la musica come una gara. E siccome eravamo così diversi, secondo me sarebbe stato meglio prima far cantare tutti per poi, a posteriori, scegliere. Se fossi capitata contro qualcun altro, magari il risultato sarebbe stato diverso. Conoscere invece prima tutte le canzoni probabilmente avrebbe giovato per un giudizio complessivo. Poi, lungi da me far polemica, non so se è solo un caso che in queste sfide sia stato eliminato sempre chi si è esibito per secondo, però non c’è stato abbastanza tempo, ecco. Altrimenti non riuscirei a capire la reazione positiva avuta dal mio brano. Tuttavia, ribadisco, sono contenta di essermi sfidata con una canzone che ritengo bella, perdendo per soli 2 punti percentuali.
In te c’è sangue misto: queste due anime pensi abbiano influito sulla tua tecnica? Credi tu ne abbia tratto vantaggio nell’elaborazione del tuo stile?
Certamente. Sono sempre convinta che ogni artista metta nella sua produzione la propria esperienza, la propria storia, anche quella non artistica. Non posso negare che ci sia una parte preponderante nel mio approccio musicale, è quella internazionale: io sono arrivata relativamente tardi in Italia (avevo 10 anni) e il mio imprinting artistico è avvenuto altrove. É naturale quindi che io porti con me uno stile acquisito in precedenza ma che al tempo stesso si mescola a quello che ho imparato qui. Ritornerai poteva assumere la veste di ballata ma, per l’arrangiamento e lo stile adottati, andava maggiormente verso il soul, rispetto all’approccio da cui io provengo.
Arriva un momento in cui una bambina decide di fare da grande la cantante: chi ti ha fatto innamorare della musica?
Il vero mito musicale per me è stato Sam Cooke. Mi sono innamorata della sua semplicità: derivando dal gospel, avrebbe potuto usare la propria voce in maniera tendente al barocco, invece era in grado di usare la semplicità nella pronuncia delle parole, di applicare la linearità alla melodia. Poi, a livello di arrangiamento, posso dire che una svolta è stata quando mio papà mi ha regalato un CD di Amy Winehouse: è stato lì che ho deciso che avrei voluto iniziare a cantare. Prima di allora, non mi ero mai vista cantante, ascoltando invece quel disco mi sono detta: “Cavolo, voglio farla anch’io questa cosa! Voglio scrivere anch’io qualcosa di così attuale usando però suoni piuttosto retrò”. Mi sono dunque spinta in una ricerca su me stessa, conservando certe melodie e rinnovarle. Ed è così che ho ampliato i miei ascolti: ho scoperto e adorato il disco Channel Orange di Frank Ocean, o un’artista come Selah Shue. Ho voluto quindi mischiare tutte le mie esperienze in un progetto e vedere dove va. Perchè poi è chiaro che parti da un punto per approdare a un altro.
Hai duettato (a Star Academy) con un mostro sacro come Baglioni: con quale altro artista sogni di duettare in futuro?
Mi piacerebbe tantissimo duettare con Stewie Wonder. L’ho visto in concerto la scorsa estate a Lucca e lo trovo, oltre che un guru della musica, anche un individuo che può farti crescere umanamente . Prima che sia troppo tardi – perchè prima o poi tutti i grandi se ne vanno – sogno quindi di duettare con lui.
Un 2015 iniziato alla grande. E adesso?
Inizio a progettare il tour estivo col mio gruppo e mi rimetto in studio per completare il nuovo album. Dovrebbe uscire entro l’estate ma sono una perfezionista nata, perciò aspettiamo a dirlo.
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