Dieci minuti al giorno per un mese da dedicare a qualcosa che non si è mai fatto prima. Riparte da qui Chiara, la protagonista di Per dieci minuti, il libro best seller di Chiara Gamberale, edito da Feltrinelli. Un gioco che diventa una sfida per dare luce alle proprie zone d’ombra. Bastano un pizzico di coraggio e la convinzione che il cambiamento – per quanto spaventoso – sia spesso inevitabile.

Per dieci minuti è da mesi nei vertici delle classifiche dei libri più venduti, abbiamo intervistato l’autrice Chiara Gamberale per scoprire qualcosa in più di sé, di questo successo e dei suoi progetti futuri.

Chiara, oltre ad essere scrittrice (ndr Per dieci minuti è il suo nono romanzo) sei anche autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici, blogger e collabori con alcune riviste: qual è l’ambiente a te più congeniale tra questi?

Chiara Gamberale: Quello della letteratura, senza dubbio.

Per dieci minuti, il tuo ultimo libro ha raggiunto quasi le 200 mila copie vendute ed è tra i selezionati per il premio Bancarella 2014. Cosa ha conquistato secondo te il pubblico?

Chiara Gamberale: Davvero non so rispondere a questa domanda…Le mie storie nascono sempre da un’urgenza e forse, come diceva Pasolini, solo se qualcosa è stato necessario a chi lo ha scritto può esserlo per chi lo leggerà…

Il “gioco” di per dieci minuti è di provare ogni giorno a fare qualcosa di diverso, che non si è mai fatto prima. È un’esperienza che hai vissuto in prima persona? Quanto c’è di te nella Chiara protagonista del libro?

Chiara Gamberale: C’è molto di me in ogni libro che scrivo, anche quando non è dichiaratamente autobiografico. In questo caso io ho fatto veramente il gioco dei dieci minuti anche se poi nel romanzo c’è sempre spazio della fantasia: aggiunte e omissioni rispetto alla vita reale sono presenti. Questo procedimento si chiama “autofiction”.

Cosa dona a Chiara il gioco dei dieci minuti?

Chiara Gamberale: La possibilità di non resistere al cambiamento…

Quando si decide di cambiare, spesso si è costretti a farlo e sembra che il mondo stia per crollare. Come emerge da dialogo tra Chiara e la dottoressa T., il cambiamento genera sofferenza.
È inevitabile secondo te soffrire, quando si sceglie di cambiare?

Chiara Gamberale: Soffre tutto quello che cambia, anche per farsi migliore: è ancora Pasolini. Sì, credo sia implicita nel cambiamento una piccola o grande resistenza che ci viene istintivo fargli.

L’amore trova spazio in Per dieci minuti come in altri tuoi romanzi e quello che emerge è sempre il limite dettato dall’ego personale.
Secondo te è questo l’elemento principale che segna la crisi di molti rapporti al giorno d’oggi?

Chiara Gamberale: Senza dubbio la società del narcisismo non favorisce uno scambio profondo fra le persone…

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Chiara Gamberale: Vorrei abbassare il volume di tutto quello che fa rumore anziché musica. E capire quale libro ho dentro.

[Credit Photo Cover: agenzia olycom]