Ci vediamo presto, dice Alberto. Non è un modo per dire che tornerà in Italia, ma solo il nome della sua Ducati che a breve arriverà lì a Dubai. D’altronde gli Emirati Arabi sono ormai la sua seconda casa, qui Alberto Caddeo gestisce con successo IsMellus, una startup che esporta il cibo sardo e il Made in Italy non è mai stato così vivo.
Tradizioni, cultura, buon cibo: sono questi gli ingredienti che hanno reso quest’esperienza unica, la determinazione di Alberto ha fatto il resto. Ecco cosa ci ha raccontato nell’intervista per Il Giornale Digitale.

Alberto Caddeo, un bel giorno del 2013 hai lasciato la tua Cagliari per Dubai e hai intrapreso all’estero l’attività IsMellus, legata al cibo sardo.
Sogni, speranze: cosa hai portato con te dall’Italia?

Sì esattamente due anni fa, dopo più di un anno di ricerche di mercato in tutto il mondo, e una prima visita a Dubai durante una fiera di riferimento, ho deciso di partire. Mi sono fatto le mie 3 valigie e non mi sono guardato più indietro.
Il sogno era quello di trovare la serenità e la sicurezza di potermi garantire un futuro all’altezza delle mie aspettative.
Qui a Dubai, come in tanti altri posti del mondo in pieno sviluppo e dove c’è una mentalità professionale e di meritocrazia, sapevo di aver potuto fare la differenza.
La mia terra non è riuscita a darmi da mangiare, e allora ho deciso di dare da mangiare io alla mia terra.
La speranza non c’è come non c’è la fortuna. Partendo e iniziando a lavorare qui ho capito che sono cose che non dovranno esistere più nella mia vita. La fortuna e la speranza la lasciamo a chi non credere nei propri obiettivi, e a chi non ha altro che quello.

IsMellus significa i migliori in sardo. Chi sono, in questo caso, i migliori? Di cosa ti occupi esattamente?

Is Mellus, esatto, i migliori! Is Mellus sono tutti i miei partner che credono nell’evoluzione di un mercato sardo al collasso. Is Mellus sono quei professionisti che ancora oggi si mettono in gioco, giovani e meno giovani, per far sì che le nostre tradizioni, in un mondo oramai veloce e collegato logisticamente dappertutto, riescano ad emergere in una cultura che ci ha oppressato sminuendo il nostro reale valore. Io sono solo il loro canale, non faccio nulla di speciale. Sono prodotti che dopo che vengono provati, si vendono da soli.
Provate la qualità dei prodotti genuini sardi e sentirete l’anima della nostra terra.

Cibo sardo e Ducati nel cuore, così Alberto conquista Dubai (INTERVISTA)

Il tuo progetto in realtà nasce prima in Italia, come mai poi l’idea di trasferirti proprio a Dubai?

Il progetto nasce in Italia per via dell’impossibilità economica di poter girare il mondo e ricercare. Con il supporto di alcuni professionisti del settore logistico e commerciale a livello mondiale, dopo aver scartato Florida, Australia e Cina, per vari motivi burocratici culturali, dopo una prima visita, a Dubai abbiamo trovato la giusta location, il giusto punto di partenza per entrare in un mercato che ci porta ovunque.

Hai portato negli Emirati Arabi le eccellenze della cucina sarda: dalla pasta secca, al pane carasau.
Come sono accolti questi prodotti? E che differenza c’è tra la filosofia italiana legata al cibo e quella mediorientale?

Nella nostra filiera abbiamo solo ed esclusivamente prodotti di origine controllata e certificata. Io personalmente ho conosciuto la maggior parte dei produttori e dei dipendenti delle varie aziende e a volte con loro fatto variazioni per essere più aggressivi sul mercato arabo. Ogni prodotto viene attentamente studiato e calcolato.

Piano piano inseriamo sempre più linee e sempre più aziende. Non è facile comunque portare tutte le aziende che ci chiedono una collaborazione. Ogni giorno riceviamo richieste da piccole aziende che sono con l’acqua alla gola e a volte, vuoi la poca esperienza commerciale internazionale, o le ridotte disponibilità, dobbiamo rinunciare anche a prodotti unici nel loro genere. Dubai è un mercato grandissimo e molto aggressivo che lavora sopratutto sui prodotti industrializzati. La nostra fortuna legata alla tradizione medio orientale, è che, come dice la storia, in Sardegna abbiamo avuto una forte influenza araba, quindi ci si ritrova in tanti prodotti e tanti modi di apprezzare certe pietanze.
Formaggi, miele, carasau, fregula, ricci di mare, carciofi e sebadas, tra tutti stanno prendendo una grossa fetta di mercato locale e ne siamo ogni giorno più orgogliosi.

Che significa fare impresa a Dubai, e quanto c’è di diverso rispetto allo stesso percorso in Italia? Che consiglio daresti a chi vuole aprire un’attività all’estero?

Fare impresa a Dubai significa guadagnare il reale valore dei tuoi sacrifici e della tua professionalità. Almeno per quanto riguarda me da investitore e promotore. La burocrazia non manca, ma è molto più snella rispetto all’Italia e la fiscalità effettiva è davvero bassa, parliamo di pochi punti percentuale che influiscono sui costi fissi dell’azienda.
Noi ci relazioniamo ancora con l’Italia e giornalmente abbiamo problemi legati alla burocrazia italiana. Basti pensare che almeno dalla Sardegna, non potremmo mai esportare prodotti di qualità oltre UE, freschi, come vegetali o latticini, poichè non c’è un sistema rapido di certificazione sanitaria, con regole ancora obsolete e arretrate.
Pensate quanta fetta di mercato, la burocrazia italiana, ci fa perdere rispetto alla concorrenza. Insomma, abbiamo molto da imparare ancora sul commercio internazionale.
Il consiglio è di creare un progetto ben saldo e preciso, crederci e non mollare mai, essere corretti e professionali sempre. Poi le buone idee vengono sempre premiate.

Ci racconti un aneddoto curioso che ti è capitato durante quest’esperienza?

Aneddoti simpatici capitano continuamente. Possiamo raccontare che da poco, grazie anche alla collaborazione con un nostro cliente, abbiamo fatto una consegna speciale all’Emiro di Dubai, con diverse forme di pecorino, caprino, confetture, miele, carasau e altre specialità nostrane.
La Sardegna ha un legame molto forte con la famiglia reale locale, poichè è una loro località turistica scelta, soprattutto per i cavalli, dove ne hanno diversi. Hanno riconosciuto i nostri prodotti e li hanno richiesti. Vi assicuro che in famiglia reale vanno ghiotti di pane carasau con olio d’oliva e pecorino fuso al forno. Segreto di Stato.

Com’è l’Italia vista da lì?

L’Italia vista fuori dall’Italia. È come uscire da una grande bolla. Quando vivi in un paese dove il governo pensa quasi esclusivamente al benessere del proprio popolo con integrità e uguaglianza, allora dell’Italia ti rimane solo il ricordo delle tradizioni passate, ma non di quello che piano piano stiamo diventando.
Gli Emirati Arabi sono una nuova realtà, hanno ancora tanto da perfezionare e migliorare, ma le evoluzioni sono tangibili, e i miglioramenti sono sempre quelli richiesti dal popolo. Qui saremo sempre Expat ma è anche vero, che ti danno la possibilità di costruirti la vita che preferisci e con la serenità che cerchi. Sta a chi ci vive cogliere le giuste occasioni e valutare le giuste situazioni.

Dal cibo alle moto: ti lega la passione al made in Italy anche con la tua Ducati. L’hai portata lì con te?

La mia Ducati, con me ha visto le zone più belle d’Italia. Ha conosciuto le persone più belle e motociclisti di ogni razza e colore anche se sotto il casco siamo tutti uguali. È anche grazie alla mia moto che ho avuto la fortuna di conoscere meglio la mia terra. Ho girato quasi tutti i 377 comuni sardi e 19 regioni italiane. Sono entrato a casa dei miei fratelli e sorelle, ho assaggiato e condiviso le loro specialità. Ho parlato e mi sono fatto raccontare. Viaggiare non è mai stato cosi bello come in moto.
La moto arriverà a breve, quella di mille avventure e chissà, ora che sono collegato all’oriente, dove potrà portarmi. La mia moto si chiama A Si Biri, e in sardo significa “Ci vediamo presto“.

[Fonte Photo Cover: per gentile concessione di Alberto Caddeo]