Volersi bene significa anche coccolarsi – almeno di tanto in tanto- regalando a noi stessi un momento di felicità e buonumore. E quale miglior modo per farlo se non gustando un comfort food?
Non si tratta “solo” di cibo, ma della riscoperta di sapori emozionali ed affettivi.
A spiegarcelo è Ilaria Mazzarotta, foodblogger e autrice di “Comfort foodie. Coccolarsi mangiando” un libro che attraverso ricette e consigli racconta il cibo come un piacere che alimenti corpo e mente. Non manca anche il comfort food manifesto: le dieci regole per coccolarsi con il cibo.
Ilaria, cos’è il comfort food: una filosofia di vita o un modo per apprezzare ciò che mangiamo?
Forse una filosofia di vita, ovvero la mia. Ho scritto questo libro perché in fondo io mangio solo comfort food e credo che ognuno di noi dovrebbe farlo. Il cibo deve far stare bene, il ché non significa cibi grassi, cibi spazzatura o schifezze varie: significa nutrirsi di cose che non fanno solo bene al fisico o riempiono lo stomaco, ma ci fanno stare bene, ci coccolano.
Per spiegare cos’è il comfort food nel tuo libro fai riferimento alla scena del film Ratatouille in cui Ego – nell’assaggiare la ratatouille preparata dal piccolo Remy- inizia a ricordare attraverso quel piatto delle sensazioni della sua infanzia.
Nasce da qui la tua ispirazione? Com’è nata questa passione?
Quella scena è il modo migliore per spiegare quello che ho in mente io quando parlo di comfort food. Il termine è americano e viene spesso associato a prodotti stranieri preconfezionati come il mac&cheese in scatola o il burro di arachidi. Non esiste una traduzione letterale in italiano, quando l’Italia è – a mio parere – la patria del comfort food: tradizione, passione e qualità sono alla base della nostra cucina e di quello che amo definire comfort food.
Secondo te, la vita frenetica di tutti i giorni, in cui spesso si pranza correndo da un posto all’altro senza assaporare nulla, ci sta facendo perdere il reale senso del cibo?
Non credo dipenda dalla frenesia quotidiana, in realtà è più un’attitudine mentale: o mangi o ti nutri e basta. Io ho scelto di mangiare.
Ogni momento della giornata può essere dedicato al comfort food, dalla colazione alla cena, basta un semplice caffelatte, con cui appunto inizia il tuo libro.
Se dovessi suggerire un momento per eccellenza per “coccolarsi mangiando”, quale indicheresti?
Per me la colazione, o il brunch domenicale. Ma anche la cena, a tavola con i miei figli.
Quanto è importante nel comfort food la condivisione?
Cucinare per gli altri è un gesto d’amore, ma se prima non ami te stesso…
Per concludere, un consiglio ai nostri lettori: un comfort food per tirarsi su di morale dopo un momento no ed un altro per festeggiare un’occasione speciale.
Il primo è molto personale: io punterei sulla torta di mele, con un po’ di cannella; per il secondo buttiamoci su un classico dolce come il tiramisù oppure, per chi ama il salato, una bella carbonara.
[Photo Cover: gentile concessione di Ilaria Mazzarotta]