Angelica? Sembro, angelica!“. Oltre lo schermo, Cosima Coppola è proprio così come la vedi lì: una bellezza d’altri tempi che nella golden age di Hollywood avrebbe sfondato, e che traspare dalla voce limpida. Con un tocco d’ironia in più, però. Ironia che la quasi 32enne ragazza di Taranto (compirà gli anni tra una settimana), nella nuova sfida professionale che sta attualmente affrontando, la partecipazione a Tale e Quale Show, pare essere l’arma in più per debellare ogni inibizione: perché la fatica di impersonare ogni volta un diverso personaggio già presente nell’immaginario collettivo, rispetto a quella di recitare tout court, è spesso sottovalutata e passa in secondo piano rispetto alle luci dello show e ai divertenti siparietti della giuria.

Patty Pravo, Kate Bush, Heather Parisi, Jennifer Lopez: come per gli altri concorrenti in gara, finora non è certo toccato un compito agevole all’attrice pugliese, che ha esordito, da ballerina, in Furore, show condotto da Alessandro Greco, e che (curiosamente) anni dopo si consacrerà nel mondo della fiction italiana proprio nell’omonima mini-serie. In mezzo, altre produzioni di successo, alcune delle quali girate a fianco di Gabriel Garko: L’onore e il rispetto (che l’ha resa nota al grande pubblico), Il sangue e la rosa e Viso d’angelo.

A ‘Tale e Quale’ ci divertiamo, siamo davvero un bel gruppo: ma che fatica“, ci racconta Cosima, che è intervenuta ai microfoni de Il Giornale Digitale per un’intervista esclusiva, in cui si parla del programma condotto da Carlo Conti e non solo. Una chiacchierata che ci ha visto fare un viaggio nel tempo: nel passato, scandagliando i ruoli più amati della sua carriera; nel presente, con i retroscena della sua partecipazione a Tale e Quale; nel futuro, con un sogno nel cassetto: approdare finalmente sul grande schermo.

Allora, Cosima, raccontaci di questa esperienza: come la stai vivendo?

Sicuramente con grande fatica ma anche con tanto divertimento: si è creato un bel gruppo, solido, di persone che stanno lottando affinché lo spettacolo venga espresso al meglio. Siamo piuttosto coesi, nonostante possa non sembrare dall’esterno vista anche la dinamica della gara e dei voti. Ma c’è davvero una bella energia, ci diamo la carica a vicenda. Tra l’altro non è facile in una settimana, forse anche meno, preparare dei pezzi partendo da zero. Poi, mentre tra i concorrenti c’è già qualcuno che ha avuto esperienze del genere, io non nasco cantante: ho iniziato ballando e ora sono attrice, ma non mi sono mai cimentata in questa disciplina. Perciò sto dovendo mettere il doppio dell’impegno: mettiamoci anche l’emozione della diretta e viene fuori, insomma, un bel lavoro da fare.

Perciò si tratta di un’esperienza che può farti anche crescere artisticamente…

Assolutamente sì. Io stessa noto già delle differenze. Anche rispetto alla prima esibizione, quando ho impersonato Patty Pravo ed ero emozionata e tesissima. Sono arrivata lì e pensavo di dover cantare ‘La bambola‘, ero in preda a una tremenda amnesia (ride). Poi via via mi sono sbloccata, imponendo a me stessa di superare le paure e le ansie, prendendo coscienza dell’obiettivo da raggiungere.

Qual è il personaggio che hai interpretato con maggiore difficoltà? E quale quello che più ti è piaciuto imitare?

Direi Kate Bush in tutti i sensi. Era l’artista più difficile da imitare ma al tempo stesso quella che mi è piaciuta di più. Intanto possiede un’estensione vocale impressionante: riprodurre la sua voce non è proprio facile. Mi sono applicata così tanto che il risultato finale mi è parso abbastanza convincente. Considerando poi che io sono un tipo che si massacra! Ho rivisto poi l’esibizione in cui facevo Heather Parisi e non mi sono entusiasmata. Certo, lì c’era anche una questione di fiato, un conto è cantare o ballare, un conto è fare entrambe le cose insieme. Anche perché c’è da dire che lei ha sempre cantato in playback.

Ph. Credits: Rai.it
Ph. Credits: Rai.it

Non pensi che “Tale e Quale” rappresenti una sorta di ritorno al passato, quello del varietà all’italiana in voga fino ai primi anni ’90?

Credo proprio di sì. Io ho sempre amato e seguito questo format, pur non avendo mai pensato, fino a un certo punto, di parteciparvi. A parte il conduttore, che dirige il tutto in maniera stratosferica, è un lavoro in cui si palesano tutti gli sforzi che ci sono dietro. La qualità è percepibile perché nella produzione complessiva nulla viene lasciato al caso: dal lunedì al venerdì siamo tutti i giorni a provare. E credo sia un connubio di qualità e leggerezza davvero meritevole.

Nella tua carriera, ti abbiamo visto spesso ricoprire ruoli da donna angelica, delicata e indifesa, con qualche incursione nel dark (come in “Io ti assolvo”). Generalmente, quale tipo di personaggio preferisci interpretare?

Beh, tutto dipende dalla sceneggiatura. Se la sceneggiatura è valida e il ruolo è disegnato bene, è bello interpretare anche la cosiddetta donna angelica. Anche se, sarà pur banale dirlo, i personaggi più dark hanno una marcia in più. Presentano una caratterizzazione sfaccettata, ricca di sfumature, e portarli in scena, rispetto alle figure più lineari ed equilibrate, è più difficile. E questo mi fornisce qualche stimolo in più.

Tra i tuoi personaggi, qual è quello a cui ti senti più legata?

Ho amato il personaggio interpretato in Viso d’angelo, quello di una ragazza dal passato tormentato da tossicodipendente, con delle problematiche familiari: un ruolo appunto piuttosto torbido e in costante evoluzione. Sono molto legata anche al personaggio di Furore, altra caratterizzazione a tutto tondo.

Sei ormai una stella della fiction nostrana: dopo “Tale e Quale Show”, ti vedremo finalmente anche sul grande schermo?

Avrei senz’altro il piacere di approdare al cinema. Nella mia carriera ho fatto solo un film, girato in Grecia (Wog Boy 2: Kings of Mykonos, 2010) e mai uscito in Italia. In quanto ai registi, confesso di aver sempre amato il cinema di Clint Eastwood, adoro i suoi capolavori. Tra gli italiani, ho sempre apprezzato anche Gabriele Muccino e Giuseppe Tornatore. Approdare sul grande schermo è il mio attuale sogno ricorrente: mi sto impegnando per coronarlo, cercando di lottare con le mie sole forze in un ambiente non facile.