Il suo nome suona talmente bene che non può non diventare famoso: Cristoforo Trapani è un giovanissimo chef campano che, a soli 27 anni, ha già passato metà della sua vita in cucina.
Ha avuto modo di sperimentare le gioie dei fornelli sin da bambino, e di imparare da personaggi del calibro di Heinz Beck e il più popolare Antonino Cannavacciuolo.
Questo ragazzo dalle qualità straordinarie è stato lo chef del Palmento a Piano di Sorrento e di Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia; ma la vera notizia è un’altra: qualche giorno fa Trapani ha lasciato la sua terra per una nuova avventura in Versilia presso ‘La Magnolia‘, ovvero il raffinato ristorante dell’Hotel Byron a Forte dei Marmi.
Una sfida davvero importante, dato che la nuova piazza altro non è che uno degli alberghi a cinque stelle più rinomati del luogo.
Ma vediamo di conoscere da vicino chi è questo ragazzo così umile e pacato, ma al contempo così straordinariamente dotato di talento.
Chi è Cristoforo Trapani?
Cristoforo è un ragazzo giovane e pieno di sogni che, attraverso intraprendenza, sacrifici e voglia di emergere, ha portato a casa diversi riconoscimenti. Mi sono sacrificato tanto, ed è proprio il sacrificio ad avermi aperto le porte delle cucine più importanti d’Italia.
Quando hai capito che volevi fare lo chef?
In realtà ho sempre amato fornelli e pentole, ma quello che mi affascinava davvero era il profumo della cucina di mia nonna.
A chi si ispira la tua arte culinaria?
In verità la mia cucina non si ispira ad un personaggio, bensì ai prodotti del nostro territorio. Ho una predilizione nei confronti dei prodotti campani e, ovviamente, anche toscani.
Qual è il tuo cavallo di battaglia in cucina?
Sono tanti i piatti che adoro realizzare, ma quello che sento ‘mio’ è il carciofo violetto arrostito.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro e cosa ti aspetti?
Adesso il mio unico obiettivo è confermare quello che so fare e di stupire chi sceglierà di passare per ‘La Magnolia’.
Che cucina proporrai?
Comprendere le esigenze del posto è la prima cosa fondamentale da non dimenticare mai per soddisfare il cliente; per questo motivo cercherò di unire la tradizione della cucina campana ai sapori straordinari che ci sono qui in Toscana.
Il Byron di Forte dei Marmi è una piazza molto importante. Cosa ti aspetti da un contesto così ‘glamour’?
Il Forte è un luogo nel quale passa gente di tutto il mondo; diciamo che la mia intenzione è fare in modo di accontentare tutti.
Ha raggiunto traguardi importanti pur essendo ancora molto giovane; cosa ti senti di consigliare ai ragazzi che sognano di intraprendere una carriera come la tua?

Si, è vero, sono ancora giovane, ma ai miei coetanei mi sento di consigliare di non illudersi troppo guardando i programmi in tv. La cucina è un concetto molto più alto di un talent, si basa su tanto amore e sacrificio e, prima di potere ‘dire la propria’, c’è da fare tanta, tantissima gavetta.