Scegliere la meta giusta, preparare la valigia, pensare che al ritorno niente sarà lo stesso.
Il rito del viaggio è quasi catartico per molti, grazie alla sensazione di leggerezza che solo la scoperta di un posto nuovo può darci. E lo conferma la nostra mente, pronta a fotografare quei momenti e a imprimerli tra i ricordi.
Un istante che diventa parte di noi e del nostro bagaglio a vita, ma quali sono i fattori che incidono su questo processo?
A rivelarlo è Science of the Moment, il primo studio ad occuparsi di quest’ambito. Alla base un vero e proprio calcolo matematico che somma le determinanti del viaggio sulla nostra psiche (dati tratti da uno studio di AdnKronos).
Al primo posto c’è la compagnia che incide al 22%, seguono il tempo (17%), la location (15%), l’attività (11%), l’unicità di un posto (10%) , i suoi suoni (9%), il meteo (6%), le associazioni visive (5%) e infine gli odori e gusti (5%). È la formula che scaturisce dal mix di questi elementi che rende un ricordo di viaggio qualcosa che lascia il segno. Si sviluppa così un particolare codice che assicura la permanenza di certe emozioni piuttosto che di altre. Per i meno propensi alle percentuali, quello che emerge è che la compagnia di viaggio diventa fondamentale, tutto dipende soprattutto da quest’elemento.
La ricerca, commissionata proprio da un grande portale che si occupa di viaggi e vacanze, lastminute.com, è stata condotta dal neuro-psicologo David Lewis e Mindlab International. Nell’indagine sono stati utilizzati una combinazione di dati estrapolati da una ricerca di laboratorio insieme ai risultati di un sondaggio online che ha coinvolto 6.000 cittadini europei.
Come in altri studi, anche in questo caso colpisce la diversità tra uomini e donne: i primi hanno una memoria emotiva più spiccata, riuscendo ad associare momenti e sensazioni; le donne, invece, sono più concrete e ricordano elementi definiti, come date e luoghi.
In entrambi i casi, i viaggi sono destinati a lasciare un segno talmente forte che, se fossero tante scene di un film, durerebbero ben 9 miliardi di minuti. Scene alle quali ripensare attraverso una foto, un biglietto, un oggetto: basta poco per rituffarsi con la mente. Un’emozione così bella da essere più grande di qualsiasi altra cosa, anche di una vincita alla lotteria. Questo il tratto che accomuna gli italiani che, rispetto ai cugini europei, hanno una memoria dei viaggi più forte: il 51% infatti ha rivelato di non dimenticare quei momenti.
Se potessero avere un bacchetta magica, i viaggiatori made in Italy, deciderebbero di prendere un aereo e partire, più che avere una bella auto. Dalla scoperta di luoghi nascosti, ad un tramonto speciale, dalla condivisione con la propria metà alle nuovi amicizie: per gli italiani il senso di una vacanza risiede in questi motivi, ma su tutti vince il binomio relax ed esplorazione.
A ricordare contribuiscono anche gli smartphone, fedeli compagni di viaggio, pronti a custodire ogni scatto, video, status, hashtag. Tutti pronti ad archiviare il viaggio concluso in una cartella virtuale, ma si può definire questo davvero un modo per ricordare? No, se si tratta solo di uno step della condivisione social che rivela, in alcuni casi, troppa concentrazione sulla vita online. Gli italiani, però, lo ammettono, quest’attività non fa poi così bene: per il 46% degli intervistati distoglie dalla vita vera.
Perché social a parte bisogna essere predisposti ai ricordi: solo così la valigia, al ritorno, sarà sicuramente più piena.
[Cover Credits:Amit Megidish]