Sta per calare il sipario sulla kermesse del fashion più attesa dell’anno: firmata Mercedes Benz per l’ultima volta, la Fashion Week di New York ha presentato una donna strong – per utilizzare un inglesismo – pronta a sfidare le passerelle che seguiranno: Londra, Milano e Parigi.

La Grande Mela detiene il primato come capitale della moda da quando nel 1943 ha dato vita alla prima Fashion Week per promuovere la moda locale a discapito di quella francese. Erano gli anni della seconda guerra mondiale e recarsi a Parigi per importare capi di abbigliamento era impossibile. Nacque così la Press Week, la Settimana della Stampa organizzata da Eleanor Lambert, giornalista pubblicista, che intendeva mostrare i nuovi capolavori degli stilisti britannici alla stampa locale. Non furono ammessi acquirenti: portando la moda in passerella si intendeva portare la moda tra la gente, attraverso le parole e i racconti dei giornalisti. L’evento ebbe un successo eclatante al punto che distolse l’attenzione degli addetti al fashion nei confronti della moda parigina, che deteneva il primato. Sono lontani gli anni della guerra, della povertà nel settore delle stoffe e della difficoltà di interazione tra una città e l’altra. Ma il clima competitivo resta lo stesso di quegli anni. L’iniziativa venne adottata dalle altre capitali della moda solo successivamente alla fine della guerra.

New York, Fashion Week F/W 2015/2016

Si parte, dunque da qui. Dove ad accomunare le donne che hanno calcato le passerelle della città dai mille luccichii è il fare strong che ha interessato le aviatrici di Nicholas K esattamente come le grupi di Richard Chai. Solo per citare due tra le menti eccelse, vere protagoniste dell’animo della kermesse. La donna è sicura di sé e osa. Ma, a differenza della precedente edizione, non si nasconde dietro abiti mascolini né rinuncia al tacco, simbolo di femminilità, ma finalmente giunge al giusto compromesso. Se indossa caschi in pelle e occhialoni da pilota lo fa mostrando autoreggenti che si intravedono da gonne dotate di maxi spacchi. Se, invece, veste hippy rispolverando le fantasie e i tessuti degli anni ’70 allora lo fa in modo chic, senza rinunciare per questo a mostrare le forme di un corpo che domina la scena e per questo non teme il confronto. Se si volesse racchiudere in una sola parola il carattere della donna proposta dalla New York Fashion Week questa sarebbe: contrapposizione. Di tessuti, forme, colori e stili. Si fa un passo indietro e si rubano le linee destrutturate che dobbiamo alla maestra di stile ed eleganza Coco Chanel. Ci si lascia trasportare dal carattere dominante dei colori caldi e accesi, rinunciando – in gran parte – al sempre nero. Le misure delle scarpe che indossiamo tornano protagoniste, tacchi per ogni occasione, ma le forme cambiano: caviglie protette da cinturini, tacchi doppi e perfino i sandali sono o sabot o tronchetti: si predilige la praticità ma con fare elegante. Tornano in auge le righe: strette e classiche in bianco e blu, ma si cede alla tentazione di abbinare un capo maculato, oversize o di un colore acceso come il rosa shocking.

La donna proposta da queste passerelle accetta un unico compromesso: quello della sua stessa forza. Superati gli anni in cui attraverso il visual si intendeva dimostrare chi indossasse i pantaloni o che siamo donne, oltre le gambe c’è di più, oggi l’attenzione va alla cura di un aspetto imponente più che mai, cedendo anche a provocazioni di stile e colori uniche nel loro genere. Come per annunciare la fine della guerra tra sessi e l’inizio della consapevolezza dei propri valori, al di là delle dipendenze sociali e culturali. Una donna che è giunta alla consapevolezza e, dunque, non ha più bisogno di mostrare il suo essere – per l’appunto – strong, sa di esserlo e domina la scena.

[Credit Cover:Designer Zac Posen and model Naomi Campbell greet the crowd after his Fall 2015 collection is modeled during Fashion Week, Monday, Feb. 16, 2015, in New York. (AP Photo/John Minchillo)]