Il tumore al seno colpisce una donna su otto nell’arco della vita. È il tumore più frequente nel sesso femminile, tanto da poter essere considerato il nemico numero 1 delle donne con oltre 400.000 casi solo in Italia e un’incidenza di circa 45.000 nuovi casi all’anno. Secondo le statistiche effettuate a livello nazionale, ad ammalarsi sono soprattutto le donne che vivono nel Nord Italia, anche se è ancora difficile avere dei dati certi poiché al Sud sono ancora molto poche coloro che si sottopongono agli esami diagnostici di routine.

Un male in continuo aumento, ma che ha smesso già da un po’ di essere un tabù, grazie alle numerose campagne nazionali di informazione e sensibilizzazione, grazie alle storie di tutte quelle donne che ci hanno reso partecipi della propria lotta, grazie a chi si sta impegnando per aiutarle in una battaglia che purtroppo non scelgono di combattere, ma che devono vincere, a qualsiasi costo. La sopravvivenza continua però a crescere costantemente e oggi in Italia, grazie ai numerosi progressi e ai grandi passi in avanti fatti dalla ricerca, 9 pazienti su 10 sopravvivono.

La sfida dei medici, delle donne e di tutti noi è quella di rendere sempre più guaribile questa patologia.

Prevenire per curare

Prevenire per curare, non è una frase di circostanza, ma un vero imperativo per tutte le donne. La prevenzione rimane la migliore arma, la più accurata, necessaria per ridurre il rischio di ammalarsi. La mammografia è il metodo attualmente più efficace per la diagnosi precoce, così come l’ecografia che risulta essere un esame molto utile per esaminare il seno giovane. Anche la visita medica e l’autopalpazione possono essere efficaci, perché consentono alle donne di individuare anomalie e trasformazioni del proprio seno.

Unite sul web contro la malattia

Ed è anche grazie al web se ad oggi sono molto più numerose le donne che si salvano, grazie a campagne di prevenzione e informazione. Basta conoscere, per prevenire e curare, prima che sia troppo tardi. Basta un passo in più, un campanello d’allarme, un invito a prendersi cura di se stesse, per intervenire e salvarsi.

Il web è freddo, tende a spersonalizzare, porre barriere e distanze invisibili. Ma il web ha anche un’altra faccia, se non si dimentica che dietro i computer ci sono persone, fatte di carne e ossa, in grado di unirsi e combattere una battaglia, per loro stesse. Per gli altri. Ecco come l’era digitale in cui siamo completamente immersi al confine con quella reale, possa diventare il mezzo giusto per promuovere la lotta contro il cancro al seno. Sul web si combatte con storie, racconti e immagini. Fotografie che emozionano, visi, corpi, seni, parole pronunciate con forza, con delusione, con coraggio o tristezza.

Sul web si raccontano storie di donne che la loro battaglia l’hanno combattuta fino in fondo. Il finale, purtroppo, non è sempre quello che vorremmo leggere. Non è sempre quello felice.

La lotta di Jen

Lei ha combattuto fino alla fine, ma la sua è stata purtroppo una battaglia persa, perché Jennifer è morta nel 2011 a soli 40 anni, dopo quattro anni di cure contro il cancro. La sua è una storia triste, anche perché non si tratta solo di quella di una malattia terribile, ma anche di una storia d’amore, di un grande amore. Angelo e Jen si sono sposati nel 2007 e dopo 5 mesi lei ha scoperto il suo tumore. Da allora è iniziata una lotta che la stessa Jen ha voluto far conoscere al mondo grazie agli scatti di Angelo, che ha fatto della prevenzione al tumore al seno una sua campagna personale. Lui ha voluto far sapere quanta forza e quanto amore occorrono per combattere queste battaglie.

Credits: Angelo Merendino
Credits: Angelo Merendino

La sua storia continua a commuovere il web ancora oggi, anche a distanza di anni, attraverso il progetto di un uomo che ha perso sua moglie ma che non abbandona la speranza di poter salvare altre vite attraverso la sua esperienza e quella di Jennifer.

“Le mie fotografie non sono solamente sul cancro; raccontano l’amore e la vita, e il non arrendersi mai. Le mie fotografie devono far capire che bisogna vivere ogni secondo.”

La vittoria di Roberta

Il Happy End piace a tutti ed è quello che ci si augura sempre, in qualsiasi occasione. A volte capita anche che dalla malattia si esca, vincitori, con tante cicatrici ma sicuramente più forti. Questa è la storia di Roberta Liguori che ha dovuto combattere il cancro nel 2012. Una delle esperienze più impegnative della sua vita, che è riuscita a vincere in maniera del tutto positiva, grazie alle sue esperienze professionali di mental coach e trainer, un vantaggio che l’ha aiutata molto a gestire la sfida con se stessa, affrontando le cose in maniera più lucida.
Roberta ha raccontato la sua storia in un libro, intitolato “Perché io sogno forte”. Un esempio, una guida, un modello di forza e coraggio per tutte le donne.

“Quello che ho imparato io è che tante volte si pensa che possiamo essere felici solo in assenza di problemi. Invece io credo che noi possiamo essere profondamente felici anche mentre affrontiamo qualsiasi situazione difficile, da quelle quotidiane o professionali, alle sfide più grandi come può essere la malattia. Dobbiamo quindi esercitarci a essere felici sempre, non solo in assenza di problemi” ha dichiarato Roberta in un’intervista.

Lezioni di vita, da una parte e dall’altra. Jen che ha vissuto i suoi ultimi mesi tra le braccia di un marito che l’ha amata e sostenuta nella sua battaglia. Un amore che ha vinto la morte, un amore che continua a combattere, per lei. Per Jennifer.
E poi c’è Roberta, che si è salvata e che lascia attraverso la sua esperienza un messaggio per tutte le donne.

Il coraggio e la forza arrivano, quando si vive con la felicità nell’animo e nel corpo.

Credits: Angelo Merendino
Credits: Angelo Merendino

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