Cattive, sessiste, spregiudicate, disilluse. Così risponderebbe qualsiasi uomo, oggi, se gli chiedessero cosa pensa delle donne. Così risponderebbero fiere le donne, se gli chiedessero cosa hanno scelto di essere. E come dargli torto?

L’invettiva è da sempre stata una prerogativa tutta femminile. Ma la situazione sembra essere sfuggita leggermente di mano a tutti. Perché adesso l’invettiva è diventata uno stile di vita, una voce femminile, sempre più imponente, che si fa largo nel mondo, virtuale e non, incurante di schemi e tabù, quasi a voler compensare anni e anni di silenzio.

Emancipazione, parità, maggiore libertà e meno convenzioni sociali, nonostante alcune radici siano ancora da estirpare: questi sono stati i vettori di quella voce femminile. E, ad ampia scala, il mondo social, sempre più trasgressivo e privo di freni inibitori. Perché dietro lo schermo si è tutti più forti, uomini e donne.

E l’arma più potente e leggera allo stesso tempo è la risata. Così Twitter, come Facebook, pullula di sarcasmo femminile, di disillusione nei confronti della vita, degli uomini, dell’amore. Pullula di quella che è una divertente difesa, un silenzioso riscatto, una rumorosa consapevolezza del proprio valore.

L’evoluzione della donna dal punto di vista sociale e civile ha reso l’uomo più insicuro – ha spiegato a La Stampa la dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy –. Fino a poco tempo fa uomini e donne avevano due ruoli chiari e distinti: lui era l’essere forte della società, il pater familias cui competeva il potere sociale e famigliare, il lavoro e il sostentamento economico della famiglia. Lei era il gentil sesso che si sottometteva alla volontà maschile e l’angelo del focolare, il cui unico compito era quello di badare ai figli. L’uomo, dunque, deteneva un potere legittimato dalla società e accettato dalla donna“.

Per questo motivo gli uomini si sentono destabilizzati, disorientati, insicuri. E rispondono a tono, per quel che possono, nonostante il veleno femminile sia di gran lunga più letale. Nonostante le donzelle facciano seguire alle parole i fatti.

Di conseguenza espressioni come “gentil sesso“o “sesso debole“, risultano essere assolutamente inesatte, fuori luogo, antiche, dal momento che le donne oggi sostengono e vincono battaglie, sopravvivono a ritmi di vita improponibili e sì, spesso hanno quel quid in più.

E diverso è anche il loro rapporto con la sessualità, ora discussa, sperimentata, ostentata. Senza pudore, né selezione nella scelta lessicale. Che sia il rapporto occasionale o la relazione, le donne vanno e si prendono ciò che vogliono, dopo averlo urlato. Mentre gli uomini sono ancora lì a decidere se farsi prima la barba o la doccia, appena svegli.

Quegli stessi uomini che nostalgici rimproverano tali atteggiamenti alle fanciulle, incuranti del fatto che siano loro a non essere più in grado di conquistarla, la gentilezza. Perché ci si può riparare dietro qualsiasi scudo, ma il gentil sesso, la cortesia l’ha solo nascosta. La protegge perché il mondo gli chiede di svenderla. O regalarla invano.

E questa sicurezza, questa determinazione e consapevolezza, in certi momenti, non posso che augurarla a tutti gli uomini. E magari più sicuri, determinati e consapevoli, riusciranno anche ad accettare di avere accanto una donna dotata di tutto, ma superdotata di cervello. E magari riusciranno anche a scegliere una donna così, diversa, senza poi lasciarla per lo stesso motivo.

A quel punto, chi lo sa, magari un giorno anche noi donne torneremo a credere al 70% di saldi, agli unicorni, ai dolci che non fanno ingrassare e agli uomini. No, agli ultimi forse no.