Nelle sale in questi giorni una nuova pellicola targata Disney, Il drago invisile, remake (non fedelissimo) di un grande classico d’animazione anni 70, “Petes’Dragon”, meglio conosciuto come “Elliot il drago invisibile”.
Ciò che balza subito all’attenzione sono le atmosfere del film; se da un lato infatti un cast d’eccezione capitanato da Bryce Dallas Howard e dall’eterno Robert Redford, è garanzia di qualità, dall’altro gli interpreti si calano perfettamente nel personaggio talvolta “senza prendersi troppo sul serio”, facendo della pellicola non l’ennesimo tentativo di “film leggero ma impegnato”, quanto piuttosto rendendo bene un’aria di spensieratezza non lontana dall’originale.
A farla da padrone nell’intera pellicola naturalmente è l’enorme drago, ricostruito abilmente in grafica digitale, con una dovizia di particolari che lo rende surrealmente “realistico” rispetto la precedente versione animata. Il rapporto tra la strana creatura e il piccolo Pete (interpretato da un giovanissimo e quasi esordiente Oakes Fegley) dà modo di perdersi in una serie di scene mozzafiato ricche di effetti speciali.
Non manca certo un tentativo di inserire profondità, una ricerca di una morale rappresentata dal conflitto interiore del bimbo, cresciuto nella foresta e combattuto su quale sia la sua vera natura (in questo ricorda in parte il recentissimo remake di Tarzan), seppur sempre in un un’atmosfera non troppo tesa e in un contesto comunque di film per giovanissimi. La trama scorre piacevolmente e senza troppi momenti statici, con i buoni che nella migliore tradizione dei film Disney tentano con tutte le forze di averla vinta sullo spietato cattivi (il cacciatore di draghi Karl Urban).
“Il drago invisibile” ha proprio il pregio di non pretendere di essere qualcosa di diverso da ciò per cui è nato, cioè una pellicola da vedere con i più piccoli, in grado di divertire, stupire e talvolta commuovere. Una sorta di ritorno alle origini per la Disney, che potrebbe così aver trovato un giusto equilibrio tra i suoi grandi e intramontabili classici e le magie della grafica moderna.
Credits Foto: Scena tratta da “Il Drago Invisibile” di David Lowery, fotografia pellicola di Bojan Bazelli.