Assoenologi lo aveva stimato già lo scorso 29 agosto e la vendemmia che va concludendosi non fa che confermare le previsioni. Il 2015 sarà bagnato da 46-47 milioni di ettolitri di vino e mosto, un quantitativo superiore del 10% a quello dello scorso anno (42,1 milioni di ettolitri di vino – dato Istat) e del 5% se riferito alla media quinquennale (2010/2014). Flegetonte e Caronte, i due anticicloni che hanno reso torrida l’estate italiana, insieme alle provvidenziali piogge della seconda metà di agosto hanno garantito ai vigneti le giuste quantità di sole e umidità. Condizioni tali per poter parlare del 2015 come un’annata ottima/eccezionale.
Ne abbiamo parlato con Benedetta Poretti, Responsabile della Comunicazione di Duca di Salaparuta, gruppo che riunisce al suo interno tre brand storici che rappresentano la Sicilia e l’Italia nel mondo: Corvo e Duca di Salaparuta, nati nel 1824, e Florio nato nel 1833. Marchi che raccontano la storia e le peculiarità di un territorio attraverso luoghi suggestivi come le Tenute e le storiche Cantine. Una gamma di vini completa in grado di soddisfare ogni occasione di consumo e abbinamento: dai nettari eleganti e di lunga tradizione firmati Duca di Salaparuta, passando per i vini per un bere quotidiano di qualità a prezzi contenuti del brand Corvo, fino alle preziose bottiglie e alle rare riserve delle Cantine Florio. Un disegno enologico che prosegue nel tempo: storia e tradizione senza rinunciare ad innovazione e cura del dettaglio.

Assoenologi ha previsto che nel 2015 l’Italia produrrà 46-47 milioni di ettolitri di vino, +10% rispetto al 2014. Stesso incremento che fa segnalare la terra di Sicilia. Quali previsioni in termini di quantità per il gruppo Duca di Salaparuta?
La vendemmia 2015 è andata bene. Quello che ci interessa davvero però non è tanto la quantità di uve prodotte quanto la loro qualità, la nostra produzione quindi si mantiene sostanzialmente costante nel tempo. Le piccole variazioni dipendono ovviamente dall’annata (in alcuni casi più benevola in altri meno) e il 2015 si è dimostrato un anno sicuramente produttivo.
Sul fronte della qualità ci sono le premesse per incorniciare il 2015 come un millesimo da ricordare, con molte punte di eccellenza in tutto il territorio vitivinicolo nazionale. Un dato che ci può confermare o prevale la prudenza?
Il 2015 è stato un anno qualitativamente positivo grazie alle condizioni metereologiche che si sono dimostrate molto favorevoli. Quello che posso dire è che questa sarà un’ottima annata per i rossi che dimostrano le caratteristiche di vini destinati alla longevità. Vi suggerisco quindi nel 2020 – quando uscirà Duca Enrico 2015 – di acquistarne una bottiglia da stappare con calma.

I tre brand del gruppo coprono diversi canali, dalla grande distribuzione al mondo della ristorazione. Un strategia vincente per il mercato italiano.
Noi abbiamo più di 40 prodotti (oltre ai Brand che abbiamo in distribuzione – Caparzo, Barone di Valforte e Lanson), ognuno con una personalità e un posizionamento diverso sia in termini di prezzo che di canale. Grazie a questa varietà siamo in grado di coprire ogni occasione di consumo, dall’aperitivo più disimpegnato con un vino come Corvo Glicine fino ad un grande vino per una cena importante come Duca Enrico, e di offrire ai nostri consumatori vini caratterizzati dalla qualità Duca di Salaparuta per ogni occasione e circostanza. Questo sicuramente si rivela una strategia vincente perché ci consente di essere presenti sia sulle tavole quotidiane con Corvo sia in occasioni speciali con Duca di Salaparuta e Florio, coprendo di fatto tutto il mercato.
Il vino italiano resta il più venduto al mondo, con previsione di ulteriore crescita. Può essere una chiave per divincolarsi dai consumi interni che risultano in ribasso?
L’estero per noi rappresenta il 30% del fatturato. Certamente investire nello sviluppo di nuovi mercati e, soprattutto, nel rafforzamento dei mercati in cui siamo tradizionalmente forti come gli USA (qui Corvo è distribuito sin dal 1868), il Canada, il Brasile o il Giappone è per noi fondamentale. Tuttavia il mercato italiano rimane il nostro mercato di riferimento, quello più importante, e quello su cui continuiamo a puntare.

Quale può essere per un vino come il vostro, fortemente legato alla terra di Sicilia ma con un respiro internazionale, il giusto equilibrio tra mercato italiano e mercati nuovi come, ad esempio, quello asiatico?
Il mercato italiano rimane per noi il mercato principale, tuttavia è necessario guardare alle occasioni che si aprono nei nuovi mercati in tutto il mondo.
Duca di Salaparuta, Corvo e Florio: 3 marchi con una lunga e prestigiosa storia alle spalle. Che futuro li attende?
Corvo, Duca di Salaparuta e Florio nascono dal lavoro e dallo spirito innovatore e rivoluzionario di due grandi famiglie siciliane, quella dei Florio e quella degli Alliata. Noi abbiamo idealmente raccolto il loro testimone, continuando a produrre vini con passione ma soprattutto con uno sguardo sempre rivolto al futuro. L’impiego di tecnologie innovative, sia in vigna che in Cantina, il desiderio di creare vini con un’anima contemporanea e mai banale, la volontà di comunicare il nostro mondo in modo sempre nuovo ed inaspettato, questo è quello su cui costruiamo la nostra identità presente e futura.