“Facebook, Google e Dropbox sono diventati onnipresenti e rappresentano sempre più un pericolo.” Così torna a tuonare Edward Snowden al New Yorker Festival denunciando l’uso illecito delle informazioni messe in Rete.
Edward Snowden, classe 1983, americano, ex tecnico informatico della CIA (Central Intelligence Agency) e della NSA (National Security Agency). Era già balzato alle cronache nel 2013 per le scottanti rivelazioni sul programma di sorveglianza di massa messo in atto dall’Agenzia di sicurezza americana. Ai giornalisti del quotidiano inglese Guardian aveva consegnato nero su bianco documenti top secret e non rilasciabili a cittadini stranieri.
In quella vicenda, il Guardian aveva preso fortemente posizione, soprannominando il giovane americano whistleblower, termine dall’accezione etica positiva che indica chi, operando in un’azienda o un’organizzazione, e scoprendone implicazioni in pratiche illegali o comunque profondamente contrarie alle regole della civiltà, denuncia all’opinione pubblica cosa sta avvenendo all’interno della stessa. To blow the whistle (letteralmente suonare il fischietto), infatti, significa lanciare l’allarme.
Pochi giorni fa è intervenuto al New Yorker Festival e ha parlato di privacy e corporation puntando chiaramente il dito contro Facebook, Gmail e Dropbox. In collegamento video dalla Russia, dove dal 2013 si trova costretto a condurre un’esistenza segreta grazie all’asilo politico concesso dal governo di Putin, espone molto chiaramente la sua teoria. Ogni giorno, ha affermato Snowden, i servizi governativi commettono moltissimi abusi in ambito privacy con l’ormai usuale motivazione di salvaguardare la sicurezza nazionale da pericolose minacce, atti terroristici e crimini in genere. I tre servizi web sotto accusa sono colpevoli proprio di violare e non proteggere adeguatamente i dati personali di milioni di persone, permettendo ai governi di poter controllare i propri cittadini e non solo.
Nonostante i passi avanti che Google e Facebook hanno fatto in materia di protezione dei dati, ammessi anche dallo stesso Edward Snowden, si è ancora abbastanza lontani dal rispetto di quello che dovrebbe essere un nostro diritto.
Quando dici: “Non ho nulla da nascondere” stai dicendo in realtà “non mi importa di questo diritto” ovvero “io non ho questo diritto perché sono arrivato al punto di giustificarlo” quando dovrebbe essere il governo a giustificare la sua intrusione nei tuoi diritti.
Rimangono, quindi, dei servizi pericolosi che la gente dovrebbe evitare, in quanto garantire la crittografia dei dati solo durante i trasferimenti, ma non quando le informazioni vengono memorizzate sui server, è del tutto insufficiente.
Edward Snowden non si è limitato a una sterile invettiva ma è passato, poi, dalla teoria alla pratica consigliando valide alternative per la salvaguardia della propria privacy. Per sostituire Facebook e Gmail la migrazione più opportuna sarebbe verso i tanti servizi di messaggistica criptati, come Silent Circle e Red Phone, semplici app che consentono di tenere riservate le nostre comunicazioni. L’alternativa a Dropbox, piattaforma cloud che consente di salvare i nostri file in rete per essere accessibili da qualsiasi dispositivo connesso a Internet, sarebbe, invece, SpideOak, file hosting multipiattaforma che copre i contenuti con una chiave criptata non solo durante le fasi di Upload/Download ma anche quando essi sono stati caricati sul server, da essere indecifrabili anche all’hacker più esperto. Stesse funzioni ma più protezione, quindi.
Usare questi accorgimenti, secondo Snowden, non deve essere visto come forma di paranoia ma letto come rispetto per se stessi, per la propria indipendenza e per la libertà di opinione. L’ex esperto del NSA ha chiuso il suo intervento tuonando ancora una volta contro il governo americano:
Dobbiamo conoscere i contorni dei poteri che il nostro governo sta reclamando, come ci influenzano e come influenzano le nostre relazioni all’estero. Poiché se non lo facciamo non siamo più cittadini e non abbiamo più leader. Siamo sudditi e abbiamo dei sovrani.
La verità che nessuno può confutare ad Edward Snowden è che probabilmente dovremmo essere più consapevoli dei nostri diritti. Anche quando non si ha nulla da nascondere.
[Cover source: news.softpedia.com]