C’è un aereo particolare che partirà nelle prossime ore da Milano Malpensa, la destinazione è l’aeroporto di Nizza, dal quale poi verrà raggiunto Montecarlo. Il passeggero è Stephan El Shaarawy. Mancano solo gli ultimi dettagli, poi firmerà un contratto con i francesi del Monaco. Ufficiale il divorzio con il Milan, una scelta soprattutto della società rossonera, che troppo presto ha smesso di credere nel talento nato a Savona, e che ha preferito incassare i 16-18 milioni di euro offerti dai francesi del principato. Una plusvalenza importante, anche perché El Shaarawy ad oggi, dopo due stagioni piene di infortuni in cui ha giocato solamente 24 partite, molte delle quali solo per pochi minuti, non valeva di certo quel prezzo. Non li valeva adesso, ma potenzialmente ne potrebbe valere il doppio in un paio di anni.

Una scelta quella del Milan che non è andata giù a molti tifosi, che nel “Faraone”, soprannome che gli fu coniato a causa delle origini egiziane del padre, avevano sempre creduto. Una scelta contestata anche dai media. El Shaarawy ha solo 22 anni, ne compirà 23 ad ottobre, ma l’esperienza di certo non gli mancava. Quattro stagioni al Milan, la più importante la seconda, dove per tutta la prima parte della stagione, prima di essere oscurato dall’arrivo di Balotelli, aveva incantato i rossoneri guidati da Massimiliano Allegri. Furono 19 i goal stagionali del Faraone, terzo miglior marcatore della Serie A dietro a due mostri sacri come Di Natale e Cavani, e il futuro sembrava già scritto. El Shaarawy era il giocatore del futuro del Milan, era l’uomo che aveva riacceso la speranza dei tifosi milanisti, in quegli anni che si prospettavano, e infatti lo furono, complicati.

Ma probabilmente la voglia di tornare a vincere subito del Milan, ha avuto la meglio. Non era più possibile aspettare El Shaarawy. Al diavolo, per usare un eufemismo, la linea verde. Sono arrivati Bacca e Luiz Adriano, 28 anni entrambi, due grandi giocatori già affermati. Si sogna poi il ritorno di Ibrahimovic, che di anni invece ne ha 33, ma che con il passare del tempo invece che calare nel rendimento, sembra migliorare costantemente. Per carità, i tifosi del Milan possono essere felici di questo mercato, soprattutto se dovesse arrivare lo svedese, e un difensore importante. Quel che è certo però, è che El Shaarawy in una squadra come questa non avrebbe potuto che tornare a far bene. Messi gli infortuni alle spalle, e crescendo dietro a giocatori di grande esperienza, senza doversi fare carico di tutti i problemi del Milan da solo, e delle pressioni che c’erano intorno a lui, sono condizioni che avrebbero potuto solo giovargli.

Mihajlovic per di più, stravedeva per lui, tant’è che pur di schierarlo, insieme a Bacca e Luiz Adriano, aveva provato a fargli fare l’esterno di centrocampo. Esperimento riuscito solo in parte, ma sul quale l’allenatore serbo avrebbe potuto continuare a lavorare. Purtroppo però, non è andata così. Le strade di El Shaarawy e il Milan hanno preso due direzioni diverse, Il club biancorosso di Montecarlo, controllato dall’imprenditore russo Dmitrij Rybolovlev, lo aspetta a braccia aperte. In Francia sono convinti di aver fatto un affare, in stile James Rodriguez o Kongdobia. E probabilmente non hanno tutti i torti, perché El Shaarawy potenzialmente potrebbe fare la fortuna di molti club. Si parla di un contratto fino al 2020, 3 sono invece i milioni che incasserà annualmente il calciatore ormai ex Milan.

Un italiano in Francia, di certo non il massimo, sapendo della rivalità che esiste tra noi e loro, ma probabilmente questa volta sarà diverso. C’è un obiettivo comune da condividere. Tornare a far grande il Faraone, che possa fare le fortune del Monaco, e attirare l’attenzione di Conte. E chissà, si spera, che quello stesso viaggio che sta per intraprendere El Shaarawy verso l’aeroporto di Nizza, prima o poi non lo compia anche il ct della Nazionale, perché in fondo, in El Shaarawy non ci sperava solo il Milan, in El Shaarawy ci sperava una nazione intera. Ma se per provarci ancora con la casacca rossonera, è ormai troppo tardi, per quella azzurra di tempo ce n’è ancora tanto.

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