Una Sicilia da record: secondo i dati dell’agenzia Indire, l’isola è la prima regione d’Italia per numero di partecipanti al programma europeo Erasmus. Oltre 5mila gli studenti e i docenti siciliani coinvolti in esperienze di studio all’estero, corsi di formazione, scambi e gemellaggi elettronici fra scuole grazie ai fondi messi in campo dal progetto dell’Unione Europea.
In un periodo storico in cui è crescente la tentazione di tornare alle barriere nazionali e indebolire l’unità europea, il programma Erasmus continua a favorire lo scambio reciproco di conoscenze, un circolo virtuoso che rafforza la comune identità dell’Europa, arricchisce la formazione individuale e favorisce l’occupazione dei soggetti coinvolti. Nato nel 1987 come European Region Action Scheme for the Mobility of University Students (Progetto Comunitario per la Mobilità degli Studenti Universitari) ha visto coinvolti oltre 300mila studenti universitari italiani, presentandosi come uno dei maggiori motori dell’integrazione continentale.
Le ragioni del successo sono presto dette. I giovani che possono vantare un progetto Erasmus sul proprio curriculum presentano un tasso di disoccupazione inferiore del 23% rispetto alla media. La metà rispetto ai loro coetanei che non hanno un’esperienza formativa oltre i confini del proprio Paese. Lo ha confermato lo studio “Erasmus Impact” pubblicato dalla Commissione Europea presentandolo come uno dei dati principali, fiore all’occhiello di questo progetto dal respiro internazionale che negli ultimi tempi ha attraversato non poche vicissitudini. Nei mesi scorsi, infatti, si era paventata l’idea di un possibile ridimensionamento a causa della necessità di fare austerity nel bilancio europeo. A sorpresa, invece, il programma ha visto un suo forte rilancio con un ampliamento dei fondi diretti a studenti, docenti e personale accademico, e un cambio di nome, Erasmus+, inglobando al suo interno tutti i progetti comunitari di scambio e mobilità.

La Sicilia e i giovani ragazzi isolani dimostrano di essere più che europei guardando all’Unione già da anni come riferimento per proporre progetti e attrarre fondi che possano dare la possibilità di sviluppare idee in maniera concreta, contrastando l’atrofia troppo spesso diffusa tra le istituzioni. La regione siciliana, infatti, secondo i risultati appena resi noti dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire, è in prima fila nelle partecipazioni al progetto. L’anno accademico 2013/2014, l’ultimo censito in modo completo, ha fatto segnare numeri da record: sono 1.130 gli studenti e insegnanti delle scuole medie superiori siciliane che collaborano in partnership internazionali con studenti e docenti di altri paesi d’Europa. Di questi 943 sono partiti per studio e 187 per tirocinio in imprese europee. Si aggiungano, poi, le 261 borse di mobilità per docenti delle scuole siciliane che partiranno nei prossimi mesi, o già partiti all’inizio dell’anno scolastico, per svolgere un corso di formazione o un periodo di codocenza all’interno del vecchio continente. Si tratta del 15% del totale nazionale. Numeri che devono inorgoglire i giovani isolani.
Il trend di crescita è confermato anche dalla piattaforma eTwinning, strumento che consente l’attivazione di gemellaggi tra scuole europee (ora anche tra istituti italiani), offrendo agli insegnanti l’opportunità di connettersi, collaborare e condividere attraverso la più grande comunità europea dedicata all’apprendimento online. Un aumento nelle registrazioni del 29% rispetto al 2013 con 2.703 insegnanti iscritti alla piattaforma, cui fanno seguito incrementi significativi anche nei progetti didattici, arrivati a 1.236 (+21%).
Un primato che la Sicilia propone anche all’interno delle Università. Nel 2014 sono stati 5mila i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al programma europeo Erasmus+. 10 in totale gli atenei coinvolti. Fa da capofila l’Università degli Studi di Palermo, l’ateneo più attivo con 621 studenti in uscita (563 per studio e 58 per tirocinio), seguito dall’Università degli Studi di Catania con 269 studenti (216 per studio e 53 per tirocinio) e Università di Messina con 160 studenti (99 per studio e 61 per tirocinio). Per l’anno accademico 2014-2015 ne sono stati finanziati altrettanti e, considerato il tasso di crescita registrato negli anni, è realistico pensare a un aumento. L’agenzia Indire ha, inoltre, tracciato un identikit del siciliano in Erasmus delineandone le sue caratteristiche: nel 58% dei casi è donna, ha in media 23 anni e mezzo, il 55% dei casi sceglie Spagna, Francia, Germania o Portogallo come destinazione per studio, dove resta per circa 6 mesi, mentre privilegia il Regno Unito per svolgere tirocini in impresa.
Anche dal punto di vista dell’accoglienza la regione siciliana vanta delle cifre considerevoli. La Sicilia ospita ogni anno accademico circa 660 studenti stranieri, nel 70 per cento dei casi sono spagnoli, francesi e tedeschi e turchi. Gli studenti in entrata hanno in media 22 anni e mezzo e trascorrono nella regione 7 mesi. Anche in questo caso gli atenei siciliani che accolgono il maggior numero di studenti stranieri sono Palermo, Catania e Messina.
Il messaggio è chiaro: i giovani siciliani hanno capito prima e meglio dei coetanei delle altre regioni del Belpaese che chi studia o si forma all’estero migliora le proprie prospettive lavorative e di vita. Il nuovo programma Erasmus+ offrirà sovvenzioni UE a quattro milioni di persone tra il 2014 e il 2020, dando loro la possibilità di vivere un’esperienza unica oltre i confini del proprio Paese con percorsi di studi, formazione, insegnamento o volontariato. Un’esperienza che non da solo benefici dal punto di vista professionale ma aiuta anche ad allargare i propri orizzonti. Un’esperienza che cambia in toto il modo di relazionarsi con gli altri ma anche il modo di pensare se stessi all’interno del mondo che ci circonda. In una sola parola Erasmus.

[Cover source: aup.it]